Derek

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CAP.13


Era a casa, ma si sentiva un ospite. Doveva abituarsi a quella nuova pagina. Aveva abbattuto il suo "io" nascosto e oscuro, aveva affrontato un viaggio nel tempo e lottato con il desiderio di stare per sempre con sua madre, se "per sempre" si poteva definire, ma quei pochi anni in più, per lui sarebbero stati un'eternità.

Aveva salvato la piccola Allison, la quale vita sarebbe portata via da un burattinaio che avrebbe mosso il suo corpo a suo piacimento. Aveva conosciuto persone che non sarebbero più state nel suo presente, persone che sarebbero morte o che negli anni sarebbero cambiate tanto da farle sembrare persone completamente diverse.

Non aveva visto ancora Derek, non era andato da lui nemmeno il giorno dopo il suo ritorno e nemmeno quello dopo, e dopo ancora. Era trascorsa una settimana e non si erano incontrati. Stiles non era andato a trovarlo, non aveva voglia di rivederlo. Era spaventato da quello che doveva essere un semplice incontro per informarlo che anche quel problema era stato risolto.

Deaton lo aveva informato che le tracce della sua frequentazione scolastica, nel passato, erano state cancellate. Lui non era mai stato in quel tempo, proprio come doveva essere.

Vacanze di primavera. La scuola sarebbe stata chiusa per una settimana, momento felice per qualsiasi ragazzo. Stiles però aveva bisogno di stare a contatto con le persone, doveva familiarizzare nuovamente con tutti, la sua lotta interna lo aveva spinto ad allontanarsi, a diventare un estraneo perfino con i suoi familiari.

Primo giorno di vacanza.

Stiles era nella sua auto, la sua Jeep. Aveva sentito molto la sua assenza nel passato. Girava pigramente per la città, notando i cambiamenti che il tempo aveva portato: negozi aperti, chiusi, zone scoperte e zone abbandonate. Non si stupì quando si ritrovò davanti al palazzo di Derek, e rassegnato scese dall'auto per andare a parlarci. Di cosa, non lo sapeva nemmeno lui.

Era inutile indugiare davanti all'enorme porta di metallo, lui lo aveva già sentito quando aveva premuto il bottone per salire all'ultimo piano. Si concentrò sul suo battito e sul suo respiro, era davvero al minimo in quel momento. Fece scorrere la porta, e lui era seduto sulla poltrona con un libro in mano.

Era Derek e non era Derek.

Chiuse il libro e si alzò per andare incontro al giovane umano. Lo aveva aspettato pazientemente, sapeva che sarebbe andato da lui, perché lui non avrebbe mai avuto il coraggio di andare a casa sua e di dargli il bentornato, sorridendo come se nulla fosse accaduto. Non era nel suo carattere di adulto e nemmeno in quello da giovane.

- Ce ne hai messo di tempo a venire. – Derek si fermò davanti al ragazzo che lo guardava interrogativo.

- Solitamente si fa visita ad una persona che è tornata da un lungo e difficile viaggio, non il contrario. – lo stava studiando, cercava di capire quanto, in quel Derek, ci fosse del ragazzo che aveva conosciuto .

- Mi sembra che tu stia bene, le visite si fanno alle persone che non possono uscire di casa. – si girò e si diresse verso il divano, facendo segno a Stiles di accomodarsi. Invito che fu accettato.

Dopo essersi seduto a Stiles venne in mente perché non voleva incontrare Derek, si sentiva in colpa per non aver aiutato la sua famiglia. Avrebbe potuto lasciare un biglietto, una lettera, una scritta su un muro per strada.

- Qualsiasi cosa tu avessi fatto o detto, mia madre avrebbe pensato a cancellare ogni traccia di un possibile avvertimento per il futuro. – Derek aveva imparato a conoscere ogni piccolo odore o gesto del ragazzo.

- Chi ti ha detto dove sono stato? Scott mi ha detto che non ti vede da mesi. – Stiles tremava leggermente, le parole di Derek non lo aveva rincuorato.

Back to the futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora