Back to the future

Controllo

CAP.7

Il lunedì lentamente era passato, Stiles era stanco; non era stata la giornata a portargli via le forze, ma il bagaglio che si portava dietro. Era stanco anche per le conseguenze che quel tempo portava, camminare per strada era un rischio, parlare era un rischio, lo stesso respirare poteva esserlo.

Come poteva guarire se tutto quello che faceva era starsene chiuso nella sua stanza a piangere e ad avere paura di dormire?
Il martedì si stava dimostrando una mezza copia del giorno precedente, una differenza era stata l'assenza di Derek. Per qualche arcano motivo ne aveva sentito la mancanza, forse perché era uno dei volti familiari con il quale poteva interagire e comportarsi allo stesso modo del presente.

Il professore di Scienze aveva involontariamente dato un perché alla sua assenza: l'indomani notte ci sarebbe stata la luna piena. Non ci aveva mai pensato prima, almeno non da quando era in quel tempo, e non credeva di doverlo mai pensare: Derek sapeva gestire il suo lupo? Era ancora un'adolescente e per quel poco che sapeva e che aveva visto lo era davvero, età lupesca a parte.

Nei corridoi sentiva mormorare della grande partita che ci sarebbe stata il giorno dopo, la partita di basket che tutti aspettavano ad ogni campionato, quella con la squadra nemica per eccellenza. La preoccupazione della squadra era anche più evidente dell'eccitazione e dell'attesa, era da tutta la mattina che provavano a contattarlo dal telefono della segreteria scolastica, ma a dare loro una risposta era una messaggio pre-registrato che informava dell'assenza della famiglia Hale.

Sapeva che il lupo non si sarebbe mai tirato dietro davanti ad una sfida, che fosse una partita di basket o una lotta con qualche mostro uscito dal bestiario degli Argent, ma domani la luna sarebbe stata piena, grande e bianca con la sua luce candida, capace di rendere una persona umana un mostro, si sarebbe davvero fatto vedere?

Se davvero il giovane Hale avesse avuto problemi con la luna, presentarsi avrebbe significato mettere in pericolo la sua famiglia, rivelando la sua natura e la vita di tutti quelli che si sarebbero presentati alla partita. Stiles sospirò. In qualsiasi tempo sarebbe andato, il sovrannaturale sarebbe stato lì ad aspettarlo con i suoi mille problemi e pericoli, come poteva davvero trovare la pace?

La sera della partita era arrivata e, con stupore, Stiles si ritrovò ad essere davvero preoccupato per Derek, soprattutto quando lo vide in mezzo ai compagni di squadra. Continuava a ripetersi che si fosse presentato perché sapeva controllarsi, eppure qualcosa gli diceva che aveva fatto il solito atto presuntuoso per non perdere una stupida partita fra liceali.
Il fischio d'inizio aveva dato via alle urla delle ragazze ed alle squadre di basket. La partita si era dimostrata dura sin dal primo secondo e questo non era un buon segno, soprattutto se la squadra avversaria iniziava con infastidire l'elemento più forte della squadra, ancora più pericoloso se il soggetto era un adolescente lupo mannaro.

Nemmeno a metà del primo tempo, Stiles vide Derek correre negli spogliatoi e, senza nemmeno riflettere, lo raggiunse correndo per vedere come stesse o cosa avesse.

Appena messo piede negli spogliatoi, vide il lupo sotto la doccia fredda. Quella scena gli fece tornare in mente la prima partita di Scott: ora capiva perché all'epoca –cioè nel futuro- il lupo avesse insistito tanto per non farlo giocare, lui ci era già passato.

Cautamente si avvicinò al ragazzo che sotto al getto freddo cercava di non perdere il controllo della sua personalità umana, ma con scarsi risultati, come era ben visibile: il viso mostrava i canini e gli occhi blu metallici, le mani avevano già le unghie affilate e la voce era un ringhio.

- Sei il solito idiota! Perché diamine ti sei presentato? – L'umano era uscito dall'oscurità e si era mostrato a Derek.

- Ti sembra un buon momento per irritarmi, stupido ragazzino umano?! – il moro aveva ringhiato per tutta la frase.