Quando tutto sembra andare bene

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CAP.23



Un po' per impegni scolastici e un po' per l'imbarazzo di rivederlo dopo il mezzo abbraccio, Stiles cercò di evitare Derek. Mentre per l'altro Derek la causa dell'imbarazzo era il piccolo bacio che si erano scambiati, in qualche modo aveva dell'imbarazzo con entrambi gli Hale. Come ci era riuscito non se lo spiegava!

Cercare conforto dal suo migliore amico fu davvero difficile, al secondo racconto si era alzato borbottando qualcosa su un viaggio dall'altra parte del mondo, per lui quello era un'ottima soluzione ai problemi che Stiles si stava creando con i suoi gesti sconsiderati.

Era la prima giornata calda, quella che annunciava che l'estate era dietro l'angolo e la prima che diceva che la scuola sarebbe finita presto. Stiles stava uscendo da scuola, il sole lo accolse non appena mise piede fuori e per necessità si coprì il volto con una mano, sorrise per il gesto, le vacanze estive si avvicinavano ogni giorno di più. Coprendosi il volto con la mano, non si accorse che c'era una persona ad attenderlo appoggiato alla sua auto, se l'avesse vista probabilmente sarebbe tornato indietro e avrebbe atteso tutto il giorno pur di evitare quell'incontro.

Derek era appoggiato alla Jeep e sbuffava per l'attesa. Aveva trascorso quei giorni con il giovane Hale, ci aveva parlato e litigato cercando di capire fin dove fosse radicato il problema e se ci potesse essere una soluzione, più volte aveva pensato a come si fosse sentito Stiles nel passato, da solo con i suoi demoni che lo tormentavano.

Trentasei ore prima.

Derek si era alzato dopo aver dormito per quasi un giorno, non si era reso conto di quanto fosse stanco, non aveva chiuso occhio per più di due o tre ore di fila da quando era piombato il ragazzo dal passato, per quanto lui di solito avesse bisogno di dormire poco, qui giorni avevano esaurito tutte le sue energie.

Quanto tempo era trascorso da quando si era alzato calmo? Da quanto non era realmente felice e in pace con il mondo esterno?

Forse non lo era mai stato e la presenza del giovane sé stesso ne era la prova. Da quando c'era stato l'incidente di Paige, la madre aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti, era più severa e fredda, spesso gli ripeteva che per la sua razza non era più un adolescente, di comportarsi da uomo e di imparare a controllare il suo dono per poi poter guidare il branco al suo fianco, per poi prenderne il posto.
Lui però la pensava diversamente, odiava essere un lupo, odiava quel mondo che gli aveva portato via la ragazza che amava, se non fosse stato per il problema della sua umanità, non avrebbe mai chiesto ad Ennis di morderla. Si sarebbe comportato da adolescente e avrebbe fatto i capricci con sua madre, avrebbe sbattuto i piedi e avrebbe preteso che la donna accettasse Paige, ma nel suo mondo non funzionavano così le cose e le conseguenze si portano fino alla tomba.

- Perso nei pensieri appena sveglio? – Il giovane Hale era seduto sul divano e sfogliava un libro che aveva trovato in giro, chiuse il libro con una mano e lo posò sul tavolino davanti a lui. – Hai pensato a cosa dovremmo fare? – Chiese alzandosi e avvicinandosi all'adulto.

- Deaton è stato chiaro, non sa come riportarti indietro. Nel caso di Stiles fu un incantesimo a portarlo indietro nel tempo e a riportarlo poi nel presente. – Si girò per guardare negli occhi il ragazzo. – Tu non vuoi tornare indietro e fin quando non cambierai idea, sarai bloccato qui ed io non posso raccontarti nulla per farti capire che non devi temere la mamma con le sue regole rigide. – Si sedette sul letto e passò una mano fra i capelli. Cosa doveva dirgli? Lascia perdere la mamma tanto morirà fra un anno? Non poteva dirgli questo, ma come poteva essergli di aiuto? Lui stesso era un fallimento.
Come se le cose per lui non dovessore mai migliorare, Peter aveva messo piede nel loft. – Allora è vero! Fatti vedere, ragazzino! – Peter si mise davanti al ragazzo e lo guardò divertito.

- Sei proprio invecchiato, zio Peter. – Commentò il giovane.

- Questo qui ha smesso di chiamarmi zio. – Indicò Derek e fece un'espressione fintamente triste. – Come mai da queste parti? Hai inseguito Stiles o cosa? –

- Non sono affari che ti riguardano! – Derek si alzò dal letto e si posizionò dietro il ragazzo.

- Tu hai conosciuto Stiles. – Il ragazzo guardava dritto negli occhi dello zio. – La mamma non ti ha cancellato la memoria? –

Derek aveva completamente dimenticato Peter, lui aveva interagito un paio di volte con Stiles, Talia avrebbe dovuto bloccare o cancellare la memoria anche a lui, eppure è apparso solo ora. – Rispondi! – Ringhiò da dietro il ragazzo.

- Talia a me non ha fatto nulla, ho sempre tenuto i ricordi di Stiles. – Entrambi i Derek rimasero senza parole. – che volete che vi dica? Si è sempre fidata del fratellino e onestamente non ho mai dato molto peso a quel giovane umano, anche se mia sorella lo teneva d'occhio in qualsiasi momento. – Peter si mise a sedere sul divano.

- Che cosa vuoi, Peter? – L'Hale adulto si mise di fronte a Peter. – Non sei qua per una felice rimpatriata. –

- Mia sorella mi ha bloccato dei ricordi, speravo che il ragazzino... – Indicò il ragazzo con un dito. – Mi potesse aiutare, ma vedo che è il te adolescente che odia la mammina, quindi è inutile. –

- Io non odio la mammina. – Odiava essere eticchettato con un ragazzino piagnucoloso.

- Non facevi altro che lamentarti di lei e di come ti trattasse male o con freddezza. – Peter si portò una mano sulla fronte. – Non c'era giorno in cui tu non ti lamentavi di come odiassi essere un licantropo e di come Talia ostacolava la tua pseudo vita da liceale, ma poi è arrivata Paige e tutto è cambiato. - Sentendo quel nome i due Derek sobbalzarono. - Sappiamo tutti e tre com'è andata a finire quella storia e da quell'incidente le lamentele sono anche triplicate. – Sospirò annoiato.

- Come sempre tu sei la vittima... – Commentò il Derek più grande. - Dopo aver constatato che non puoi ottenere nulla da lui, puoi anche andare via. -

Peter si alzò e si diresse verso la porta per uscire, ma prima si girò un secondo. – Persino prima di morire mia sorella si preoccupava del tuo stupido desiderio di essere una banale e comunissima persona normale, non hai mai capito che il morso è un dono. – Dopo aver detto questo sparì dalla loro vista sbattendo la porta di ferro.

- Che cosa voleva dire? – Il ragazzo era diventato bianco.

Derek maledisse Peter per aver parlato troppo, quell'uomo parlava sempre troppo e ogni volta che lo faceva lo metteva sempre nei guai.

Grazie allo zio Peter, Derek si ritrovò a spiegare com'era morta la loro madre, dovette cambiare qualche dettaglio, tipo i nomi dei cacciatori e di come lui avesse portato Kate alla loro villa, non capendo che era tutta una macchinazione della cacciatrice per poter arrivare a loro.

Il ragazzo si arrabbiò per non avergli detto un dettaglio così grande, gli aveva urlato che tornando indietro lui avrebbe potuto cambiare qualcosa, ma l'uomo gli aveva chiaramente detto che Talia avrebbe cancellato tutto e lo dimostrava il fatto che lui non ricordasse nulla di quel viaggio nel futuro.

Il giovane salì nella stanza e sbattendo la porta chiarì che aveva messo fine a qualsiasi discorso per quel giorno.

Derek rimase a guardare fuori la finestra, pensò che ora che il ragazzo sapeva della morte della madre, sarebbe voluto tornare indietro per passare più tempo con lei e il problema si sarebbe risolto da solo.

Il giorno dopo la situazione non era cambiata molto, gli occhi del ragazzo dicevano chiaramente che aveva passato la notte in bianco e da come stava guardando Derek era chiaro che non gli aveva ancora perdonato il fatto che non gli avesse detto la verità sulla loro famiglia.

- Dove stai andando? – Derek aveva fatto appena in tempo a fermare il ragazzo prima che uscisse senza dire nulla.

- Voglio andare a vedere casa mia. – Lo disse con un filo di voce che spezzò il cuore a Derek e senza aggiungere altro lo lasciò uscire.
Presente.

- Dobbiamo parlare. – Derek si era staccato dalla macchina e guardava negli occhi Stiles.

Il ragazzo deglutì e pensò che il piano di Scott non era del tutto sbagliato. 

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