Capitolo 8.

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26 Gennaio 2016

"Come sarebbe a dire ci siamo baciati, ma facciamo finta di niente?!" chiese stralunato Francesco dalla poltrona nella lussuosissima camera d'hotel in cui alloggiava il fratello a Bologna.

"Esattamente quello che hai appena detto." Commentò incolore Piero mentre preparava lo zaino con l'occorrente per la sera.


Dire che la colazione la mattina seguente al "misfatto" era stata imbarazzante era un gigantesco eufemismo.

Piero, per la prima volta da quando erano partiti per il tour, si trovò a ringraziare il cielo del fatto che i suoi due compagni fossero troppo presi dalle loro fidanzate, chi fisicamente chi via messaggi, in quanto aveva occultato ai loro occhi il visibile disagio che c'era tra lui e Veronica.

Quel tenero imbarazzo di lei aveva quasi illuso Piero che quel bacio fosse stato così sentito anche da lei, ma tutto l'entusiasmo svanì non appena si ritrovarono a parlare nella camera di lui, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

Restiamo amici, aveva detto lei.

E lui che pensava che quella mattina libera l'avrebbero passata sotto le coperte a fare l'amore.


"E quindi adesso cosa sareste?" insistette sempre più incredulo il fratello.

".. siamo amici." affermò Piero "O almeno credo." Ci tenne ad aggiungere.

Sì, perché da quella conversazione la situazione tra Piero e Veronica non tornò affatto come quella di una volta, non rimasero amici; forse perché, sotto sotto, amici non lo erano mai stati.

I due ragazzi evitavano come la peste ogni occasione di rimanere da soli e quando accadeva si ritrovavano a riempire imbarazzati il silenzio che inevitabilmente si creava tra di loro con riflessioni sul niente.

Niente in confronto ai silenzi che vivevano prima.

"Amici... davvero?" chiese quasi scocciato Francesco.

"Amici."

"Amici."

"Minchia Francè! Amici siamo. Punto."

"Piè, tu non puoi esserle amico." sbottò il fratello dopo qualche istante di silenzio "Voi due non sarete mai amici. Non possono essere amici due che si guardano in quel modo. Non possono essere amici due che devono sempre stare attenti ai passi falsi, che basta una parola di troppo per innamorarsi. Non possono essere amici due come voi, che vi cercate in continuazione con gli occhi e con le mani. Non siete amici, per quanto vogliate credere a questa bugia per non farvi male. Perché lo capisco, non siete amici, ma non siete nemmeno innamorati e non volete innamorarvi anche se potrebbe essere così semplice. Voi siete tutto, ma non siete niente. Ma caro fratellino io vi vedo e lo capisco. Vi volete, in qualche modo assurdo e strano, contro ogni logica, ma vi volete."

Piero rimase in silenzio, consapevole che suo fratello aveva tremendamente ragione.



Erano un paio di settimane che proprio Veronica non ci stava con la testa. Per quanto si impegnasse, non riusciva a non pensare a quello che era successo quella notte a Roma, due settimane prima.

Quella notte non era proprio riuscita a chiudere occhio; aveva ancora il sapore delle labbra di Piero sulle sue e le immagini di quello che era successo poco prima continuavano a ripresentarsi nella sua mente.

... roller coaster kinda rushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora