Capitolo 19.

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Le ruote della valigia sull'asfalto producevano un rumore quasi fastidioso a cui però Veronica non stava facendo attenzione. L'aeroporto non era particolarmente affollato quella mattina così lei riuscì a fare tutto con calma nonostante fosse in leggero ritardo.

Tra poche ore, finalmente, avrebbe rivisto Piero.

Quelle due settimane tutto sommato erano passate anche abbastanza in fretta. Veronica ne aveva approfittato per passare del tempo con i suoi amici e per mettersi in pari con gli esami universitari, Piero invece si era concentrato al massimo sul lavoro; tuttavia non erano mancati i momenti di grande nostalgia, che i due giovani innamorati avevano cercato di curare con lunghe videochiamate e ore passate a scambiarsi messaggi come adolescenti alla prima cotta.

Quel giorno però si sarebbero riuniti, anche se Piero ancora non lo sapeva; Veronica infatti gli avrebbe fatto una sorpresa, scendendo in Sicilia un giorno prima del previsto.

Già d'accordo con Gaetano, aveva prenotato un volo che arrivava poco prima di loro a Catania, così che potessero fare insieme il viaggio fino a Naro.


Amore sono atterrato adesso a Roma.

Le scrisse Piero mentre lei aveva appena passato i controlli e si stava dirigendo verso il gate.

Sto partendo adesso da Roma. Sono emozionatissimo, non vedo l'ora di arrivare a casa.

Scrisse ancora qualche ora più tardi.

... e non vedo l'ora di vedere te domani.

Veronica sorrise intenerita, poi rispose: "Tieni duro, amore. Ormai sei quasi arrivato!"

Lui in risposta le mandò un cuore.

Veronica sorrise, ma quando arrivò quell'ultimo messaggio era tempo per lei di spegnere il cellulare e partire per raggiungerlo.



Descrivere le sensazioni che stava provando in quel momento sarebbe impossibile tanto erano numerose e diverse fra di loro. Aveva recuperato la sua valigia e stava aspettando lì Piero avendo visto fuori dall'aeroporto tantissime fan che lo stavano aspettando.

Si mise a sedere su una delle tante poltrone della sala con la valigia a fianco e aspettò con ansia che Piero varcasse quella maledetta porta scorrevole.

E non ci volle tanto prima che questo accadesse.

Con la camminata stanca e affaticata trascinava la sua valigetta grigia per quell'aeroporto che ormai aveva attraversato milioni di volte. Sul suo viso un'espressione stanca coperta da degli ingombranti occhiali da vista rossi e i capelli, sicuramente spettinati, raccolti sotto un cappello nero.

Lo vide prendere il cellulare in mano, digitare qualcosa e portarselo all'orecchio; pochi istanti dopo il cellulare di Veronica squillò.

"Amore mio!" rispose lei con la voce che le tremava per l'emozione.

"Amore, sono a casa." disse come se non aspettasse di dire altro da tempo "Non hai idea di quanto io sia felice in questo momento."

"Posso immaginarlo! Ma dove sei? Sei già a Naro?" chiese lei fingendo indifferenza.

"No, sono appena atterrato a Catania. Sto aspettando le valigie e poi andiamo." Le spiegò con la stanchezza e l'emozione che trapelavano dalla sua voce "Lo sai cosa renderebbe tutto perfetto?"

"Che cosa, topo?"

"... che tu fossi qui."

Veronica sorrise e con il cuore che le batteva forte disse: "Be' a questo possiamo rimediare..."

... roller coaster kinda rushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora