Capitolo 26.

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23 Agosto 2016

Allontanarsi dalla sua famiglia dopo una lunga permanenza era sempre molto difficile per Piero. Quando tornava a casa, nella sua Naro, avvolto dal calore della sua famiglia, dei suoi amici, dei suoi compaesani, si sentiva un normale ventenne spensierato e tornare alla realtà – seppur bella e appagante – gli pesava sempre non poco.

O forse sarebbe meglio dire quasi sempre.

Esatto, perché quella volta ripartire significava rivederla e Piero desiderava davvero tanto rivederla. 

Rivederla, parlarle, magari chiarire.

Magari questo mese le era servito per riflettere e adesso era pronta a perdonarlo.

Magari quella notte si sarebbero trovati tra le lenzuola a fare l'amore.


Mille pensieri invadevano la mente di Piero mentre percorreva l'aeroporto di Fiumicino trascinando la sua fedele valigia verso la sala d'attesa dove aveva appuntamento con il resto del team per volare verso Detroit.

Lì vi trovò Gianluca, semi sdraiato su una delle poltrone della sala, che smanettava con il cellulare.

"Ah ma allora prendete il sole anche in Svezia?" scherzò Piero richiamando l'attenzione dell'amico.

Gianluca alzò lo sguardo dal cellulare e gli sorrise, alzandosi per abbracciarlo.

"Ti vedo bene, Gianlù! Ti sei divertito in Grecia, eh!" gli sorrise sistemandosi su una delle poltrone per aspettare il resto del team.

"Molto." Ammise con un sorriso sereno sul volto. Poi scrutò l'amico e aggiunse: "Vorrei poter dire lo stesso di te... Come stai, Piè?"

Piero alzò le spalle: "Sto male, Gian. Mi sento vuoto. Questo mese doveva essere il più bello della mia vita, lo avremmo dovuto passare insieme in Sicilia, nella mia terra. E invece..." la voce gli si incrinò e fu costretto a fermarsi.

"Vi siete sentiti almeno?" chiese cauto Gianluca, pur sapendo già la risposta.

"Ho provato a scriverle e a chiamarla quasi ogni giorno, ma lei non ha mai risposto." Confessò cupo "Nonostante tutto non ho fatto che pensare a lei in questi giorni e ti confesso che non vedo l'ora di rivederla. Forse l'ho persa per sempre, ma io credo ancora di poter fare qualcosa per noi."

Gianluca nel sentire quelle parole sentì di dover intervenire per preservare almeno un minimo il cuore dell'amico e impedirgli di rimanerci scottato.

"Piè, c'è una cosa che devo dirti..." tentò allora.

Piero annuì: "Dimmi, ti ascolto."

Gianluca boccheggiò un po', cercando le parole giuste per dire quella cosa che avrebbe sicuramente distrutto il suo amico: "Vedi Piero... Vero st-"

Non riuscì a terminare la frase che un Ignazio più entusiasta del solito entrò dalla porta e si gettò letteralmente su di loro con tanto di zaino ancora in spalla.

"Picciotti mieeeeeei quanto mi siete mancati!" esclamò stringendoli in un abbraccio.

Una volta liberatosi dall'abbraccio Piero si voltò subito per cercare quegli occhi che ormai non incrociava più da troppo troppo tempo.

Rimasero a fissarsi i due ragazzi senza spiccicare una sola parola; Piero boccheggiava, i tanti discorsi che si era preparato in aereo gli erano morti in gola.

Veronica, al contrario, si arrendeva sconfitta alla reazione che aveva con tutto il cuore sperato di non avere rivedendolo.

"Vero!" esclamò Gianluca salutandola e cercando di rompere l'imbarazzo generale che si era creato "Come stai, bella?" chiese poi abbracciandola.

... roller coaster kinda rushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora