This is the truth

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*ASHTON’S POV*

Un mese dopo.

È da un mese ormai, che non mi do pace.
È passato un mese dal ballo di Febbraio, e da quella sera, non riesco a togliermi quel pensiero dalla testa.
Eppure Sue me lo diceva che c’era qualcosa di strano, prima di quel ballo, ma non ho voluto darle ascolto, non voglio credere che sia tutto… vero.
Non voglio crederci, è una cosa che mi dà una rabbia tremenda.
Eppure, quella notte, ci sono state troppe coincidenze.
Juliette.
Com’è possibile che Luke non ce ne abbia parlato prima?
Juliette.
Pure questo nome non sembra troppo reale.
Lingua dei segni australiana.
Casualmente pure lei l’ha studiata.
E poi quel vestito blu.
Sono quasi sicuro che fosse uguale a quello che compare in una foto in casa mia.
E poi quel sorriso.
Troppo familiare per essere confuso.
In questo mese, tormentato da questi dubbi, ho studiato il comportamento di mia sorella.
Sempre chiusa in camera, sempre con l’aria spaesata, i suoi voti a scuola sono alti, come se studiare le venisse più semplice, non è più nervosa, ha il viso rilassato, e sta sempre al cellulare a messaggiare.
Quando le parlo, non si rivolge più con fare scontroso, quando le urlo di muoversi, lei non stacca quel sorriso da ebete dalla sua faccia.
Lo stesso sorriso di Juliette.
Esce spesso di casa, e torna alla sera tardi per cenare, come se stare sotto lo stesso tetto le desse fastidio, come se la mia presenza la tormentasse.
La stessa ansia che notavo in Juliette quando la guardavo, quella sera.
No.
Non voglio credere che sia vero.

-Ehy Ash.. a che pensi?- mi toglie dai miei pensieri Sue, appoggiando la sua bocca alla mia: sono disteso per terra, al sole, insieme a lei.
-Sono.. confuso- ammetto, e lei mi ride dietro, prendendomi in giro.
-Sto pensando a quello che mi hai detto. Riguardo June- mi spiego meglio, e lei riprende la sua espressione seria.
-è da un mese che ci penso- continuo, e lei annuisce.
-Dici che June sia davvero Juliette?- domando, titubante, e nervoso per la risposta.
Sue sospira, si appoggia al mio petto.
-Diciamo che.. boh- dice lei,  e io trattengo una risata.
-Perché pensi sia lei?- le chiedo ancora.
Sue ci pensa un attimo.
-Hai mai visto come guarda Luke?-
-Non lo vede mai- rispondo, ed è vero –e quelle poche volte che l’ha visto è stato per.. non so, cinque minuti-
-Al vostro concerto, a Capodanno, ha quasi pianto- confessa, e io mi irrigidisco.
-Pianto? Per cosa?- sono nervoso.
-Stavate cantando Beside You-
-è una canzone triste, commuove tanti- tento di trovare giustificazioni.
-Stava fissando Luke- insiste lei.
-O magari pensava al “tipo misterioso”, magari hanno avuto una crisi- cosa probabile.
-E chi ti dice che il “tipo misterioso” non sia Luke?- deglutisco.
-Non capisco- sussurro.
-Ash, pensaci: l’abbiamo sentita parlare al telefono di un ragazzo che le piace, e che ha un’età diversa dalla sua, ma questo non significa che debba essere per forza più grande di lei, Luke ha tre anni di meno, è più piccolo, vive in un altro mondo, diverso dal suo- mi spiega Sue, ma io so come rispondere.
-Durante quella conversazione June ha detto che si sente immatura a confronto con lui..-
-E Luke non ti sembra più maturo della sua età? June è un po’ bambina rispetto a lui- colpito a affondato.
-June, inoltre, non vuole fartelo conoscere, chiediti il perché- continua lei, e io sospiro.
-Perché io ho sempre deriso Luke per la sua cotta- annuncio.
Sue annuisce, mi rivolge lo sguardo.
-Poi a Capodanno, June e Luke sono spariti nello stesso momento- commenta ancora.
-Luke l’ha vista salire su un albero con il tipo- mi difendo.
-E chi ti dice che non sia lui ad averla portata su un albero? Ash a volte sei talmente cieco, è così palese che sia Luke il tipo misterioso!!- alza il tono di voce.
-Non capisci che lo tengono nascosto per te? Come puoi non averlo capito? Al ballo, “Juliette” aveva lo stesso vestito di June, lo stesso vestito che indossa in una foto, mi sembra il giorno del tuo compleanno, “Juliette” casualmente sapeva usare la lingua dei segni, “Juliette” sembra un nome inventato per non dire “June”, oh insomma! Sei suo fratello! Possibile che tua sia così cieco?-
Sospiro.
Trattengo la rabbia che ho dentro.
-No, io non ci credo, perché se fosse davvero così, sarebbero problemi- taglio corto, alzandomi da terra, avviandomi verso casa.

So Out Of ReachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora