*ASHTON'S POV*
Scende la neve, qui a Londra.
È il 5 dicembre 2014, manco da casa da più di mezzo anno.
Sento mia madre e mio fratello quasi tutti i giorni, con un messaggio, su Skype, la mia famiglia mi manca, il fuso orario che ci ostacola, tutto più difficile, tutto così triste.
Pensare che a Sidney ora, c'è il sole che splende, ci saranno minimo 30°C, è già tempo di vacanze estive, è tempo di bagni al mare e costumi colorati da sfoggiare.
Eppure io, sono a Londra, dove regnano il freddo e i maglioni pesanti.
Mi manca il clima di casa mia, mi manca da morire la mia terra, vorrei tanto essere con le persone a me care in questo momento, anche perché, Natale si avvicina fin troppo velocemente, e il pensiero di dover trascorrere pure questa festa lontano, mi rende nervoso e triste.
June.
June sono diverse settimane che non la sento, tranne qualche inutile messaggio: ci sentivamo ameno tre volte a settimana con Skype, aspettavo quei momenti con ansia, ma in questi ultimi giorni, più sentita, nessuna traccia di mia sorella, nessuna videochiamata.
Mi dice che è occupata, che ha tanto da fare, ma non specifica nulla, non mi dice che cosa la tiene impegnata, non mi dice niente, e mia madre, sono sicuro, la sta coprendo, mi sta nascondendo qualcosa, perché quando chiedo a lei che fine ha fatto June, mi sa dire solo "ha poco tempo libero".
E io non ci credo che June abbia poco tempo per me, sono suo fratello, sono lontano chilometri, ha sempre trovato una mezz'oretta da dedicarmi: cos'è cambiato ora?
Deve essere successo qualcosa, ne sono certo, e mi sto preoccupando.
Gioco con il cellulare, guardo Twitter.
La nuova canzone che Luke ha scritto in una notte ha già superato un milione di visualizzazioni, la cosa è davvero bella, le fan ne sono entusiaste, anche perché lui, ha voluto dire di averla scritta per loro.
Stupido idiota.
Se avesse detto la vera destinataria, forse, le cose avrebbero preso una piega diversa.
Magari June l'avrebbe chiamato, gli avrebbe scritto un messaggio, ma lui no, non mi ha ascoltato, e ha dato retta alla sua testa.
Si nota lontano un miglio che è per June, lo ha capito pure Liz, cosa crede, che June non lo capisca?
Noto una fan, che scrive su Twitter, e mi cita: mi chiede se invece, questa nuova canzone sia indirizzata a Sue.
Leggere il suo nome mi fa ancora un effetto strano.
Leggere il suo nome mi fa rabbrividire, irrigidisco, e la mente si riempie di lei.
Sue.
Chi l'ha più sentita lei?
Sono mesi che non la vedo più, sono mesi che se ci penso, ho ancora il magone.
Mi manca.
E non riesco a scordarmi di lei.
Mi sento vuoto senza di lei, mi sento perso, come se mi mancasse qualcosa.
I miei pensieri da autentico depresso svaniscono, perché il mio cellulare, vibra l'arrivo di un messaggio."Ash, skype?"Porca miseria, ti sei proprio sprecata mia cara.
Mi precipito a prendere il computer, accendo Skype, e la sua chiamata non tarda ad arrivare, facendo rimbombare le pareti di camera mia con la musichetta stupida di Skype.
Accetto la chiamata, mi metto a sedere, sono pronto a vederla, finalmente.
-Qual buon vento June! I tuoi messaggi sono sempre più corti! Devo preoccuparmi?- le domando, non appena il viso di mia sorella si materializza nello schermo.
Mia sorella ha una coda alta, ha il viso stranamente più gonfio, una luce fioca la illumina, la vedo mentre si sistema una coperta: ma, ha freddo?
-June stai male? Hai freddo?- le chiedo, per poi darmi dello sciocco: lei è in Spagna, è logico che non faccia caldo come in Australia, la geografia non è mai stata il mio forte.
-Non è una coperta pesante Ash, è un lenzuolo, è notte fonda qui..- mi risponde lei, lasciandomi un tantino perplesso: in Spagna non c'è solo un'ora di differenza dall'Inghilterra?
Sono appena le sei del pomeriggio qui da me.. com'è possibile?
-Ash, sei solo?- mi riprende June: solita domanda, come ogni volta.
-Sì June, Luke e gli altri sono fuori, tranquilla- la rassicuro, e la sento sospirare.
-Come ti va la vita fratellino? Scusa, sono stata impegnata in questi giorni- voglio proprio sapere che hai combinato.
-Sto bene JuJu, tu? Effettivamente mi stavo chiedendo che cosa ti stesse portando via così tanto tempo- mia sorella sospira.
-Sai, il lavoro, da trovare.. sto bene comunque- fa una pausa –ti diverti allora?-
Cosa stai facendo June? Queste domande sono davvero stupide, sta sviando, sta cambiando discorso.
-Ti piace la nuova canzone JuJu?- domando diretto, senza esitare, e la vedo che spalanca un po' gli occhi.
-Prova a chiamarmi al cellulare- mi dice, e io eseguo.
Dall'altra parte dello schermo sento le note di "Wherever you are", mia sorella mi mostra il cellulare, ha messo questa canzone come suoneria.
-Quanto siamo dolci JuJu, ti piace quindi!- esclamo contento, lei sorride.
-Sì, è molto.. ti sento vicino, mi fa sentire meno la tua mancanza- abbassa lo sguardo.
-Quindi senti la mancanza anche di Luke, sì anche tu manchi a lui sai? L'ha scritta per te- dico tutto d'un fiato, sono un genio del male, chissà che questi due tornino insieme prima che arrivi la fine del mondo.
Mia sorella non mi risponde, anzi, i suoi occhi mi fulminano, sospira rumorosamente, mi sta maledicendo in qualche lingua strana.
-Non sei simpatico Ashton- sputa infine, facendomi scoppiare a ridere.
-Non intendevo esserlo, sto solo dicendo come stanno le cose- dico serio.
-No, stai solo facendo il cretino- mi risponde ancora, con occhi fulminei.
-Anche Try Hard è molto dedicata a te, non so se hai sentito le parole, "She's seventeen, I've told her I'm twenty"- comincio ad intonare.
-Wow Ashton, da quando io ho diciassette anni? Vado indietro con l'età? Questa mi è nuova- June, è inutile che tenti di fare la stupida.
-Sai benissimo che si riferisce a voi due, solo che Luke non può sbandierare al mondo quanto stia ancora in pena per te, ficcatelo in testa. June io non capisco perché ti ostini a..- ed ecco che mia sorella alza la voce.
-Cazzo Ashton la vuoi smettere?! Stai zitto! Che hai oggi? La sindrome di Cupido? Beh fatti i cazzi tuoi! Non è proprio il momento, e non lo sarà mai!- si inalbera, per poi bloccarsi di colpo.
Vedo il viso di mia sorella, piuttosto strano, i suoi lineamenti sono tirati, come se si fosse appena fatta male, la vedo portarsi una mano al ventre, sospira, dice qualcosa in un sussurro, e non capisco cosa stia dicendo.
-June, ma stai male? Ti vedo strana- continuo, e lei non alza lo sguardo sul mio.
-June? Ti prego, cos'hai? Stai male? Che succede?- intervengo ancora, e sento dei singhiozzi farsi avanti.
-June..- la chiamo ancora, e quasi mi ritrovo ad accarezzare lo schermo.
-Ash.. io.. è tutto così.. complicato-
-Dimmi cos'è complicato, io ti posso aiutare- la rassicuro, mentre la guardo asciugarsi le lacrime con la mano.
-Non credo tu possa..- mi dice, per poi mostrarmi la fonte di tutte le sue preoccupazioni, la causa della sua assenza, la causa di tutto questo silenzio tra noi.
Spalanco gli occhi, incredulo, quando lei accende anche la luce grande, e la camera è illuminata: la camera di June, a casa nostra, in Australia; la luce illumina il buio del nostro silenzio, e io, con gli occhi fermi e sorpresi, ascolto quello che mia sorella ha da dire.
Dice che è tutto difficile, complicato, dice che non è rimasta in Spagna per troppo tempo, perché, non appena la notizia le è arrivata, ha avuto paura, si è sentita sola, e stare così lontana da casa, non è il massimo, per quella situazione.
Mi dice che ha chiesto a nostra madre di coprirla, di non farmi sapere niente, quel segreto doveva svelarmelo lei stessa, quando sarebbe stato il momento giusto.
Mi dice che trovare lavoro è difficile, mi dice che deve anche riprendere gli studi, e che non sa come fare: i suoi sogni sono in bilico, sono incerti, sono più difficili da raggiungere con questo nuovo "ostacolo", e lei si sente persa.
Attorno a lei non riesce a vedere uno spiraglio di luce, si sente inerme e senza speranza di successo, si sente sola, e di notte, resta sveglia a pensare a lui, lui che è l'unico a farla sentire protetta, lui che le manca da morire, lui che era il mondo per lei, e che ora, è così lontano.
Mi confessa di essere esausta, di avere gli occhi sempre troppo rossi per le numerose lacrime versate per lui, mi dice che la voglia di chiamarlo è tanta, eppure, non osa farlo, anche perché lei sa, che Liz è con noi, che Liz, non le permetterebbe mai di riavvicinarsi a suo figlio.
Mi dice che sa benissimo che molte canzoni sono frecciatine per lei, perché non è stupida, lo capisce, le parole non sono mai state così dirette a lei, ma non può farci niente, se non ascoltarle e addormentarsi con la voce di Luke nell'orecchio, per avere un po' di quella felicità che sembra aver perso del tutto.
Mi dice che io non posso fare niente per cambiare le cose, mi dice che nessuno potrebbe davvero fare qualcosa di utile.
-Devi dirglielo June- dico di getto io, quando lei smette di parlare, e fissa il vuoto.
-Devi dirglielo, non puoi vivere il tutto da sola- continuo, e June, scuote la testa.
-No, non posso- sussurra, alzando lo sguardo verso lo schermo –lui, voi, state vivendo il vostro sogno, e io.. non sono più nessuno per obbligarlo a sottostare a tale responsabilità- sentenzia.
-Ma io spero tu stia scherzando! June lui è parte di te! Non lo vedi che continua a essere un depresso cronico?! Lui deve saperlo- esplodo, di fronte a tale idiozia.
-Non devi dirglielo Ashton, non sono affari tuoi- mi dice seria, e io sospiro rumorosamente.
-Quando sarà il momento, glielo dirò io, non tu- continua lei, e sbadiglia appena.
-Devi dormire June, o domani non ti reggi in piedi- le dico, e lei annuisce.
-Mi canti una canzone?- mi chiede, e io sussurro un "sì".
June posiziona il computer sul comodino, la guardo spegnere le luci, distendersi sul fianco, il viso rivolto verso lo schermo, gli occhi blu, gonfi, pieni di lacrime ancora da versare.
Riempio la sua camera con le note di "Beside you", e la vedo quasi sorridere, non appena chiude gli occhi.
Guardo il suo viso, mentre l'accompagno nel sonno, vedo i suoi lineamenti rilassarsi, la bocca che si apre leggermente, un respiro più profondo: la mia June che dorme, davanti ai miei occhi.
La mia June, che tanto vorrei abbracciare.
La mia June, che vorrei accarezzare, vorrei toccare quelle guance rosse che ho davanti agli occhi, sussurrarle che andrà tutto bene, che si risolverà tutto, cercare di rassicurarla e non farla sentire sola.
Odio vedere mia sorella in queste condizioni, odio averla così distante, odio essere lontano da casa quando lei sta male.
-Buonanotte JuJu- le sussurro, prima di chiudere la chiamata, per poi distendermi sul letto, sospirando profondamente.
Chi se l'aspettava una cosa del genere?
Come faccio ora a tenere nascosta una cosa così importante?
Come faccio a mentire a Luke?
Come faccio a vivere tranquillo, sapendo che lei, dall'altra parte del mondo, sta cercando in tutti i modi di non crollare, sta cercando di non far svanire tutti i suoi sogni, sogni per il suo futuro?
Come faccio a stare così distante?
E quando lo dirà a Luke?
Tra un mese? Un anno?
Quanto tempo dovrà aspettare, prima che lei prenda il coraggio necessario a confessare una cosa simile?
E cosa succederà quando lui saprà tutto?
Si arrabbierà con me?
Quello è certo.
Si incazzerà come una bestia, ne sono sicuro.
Ma cosa farà con June?
Ritornerà da lei?
E su questo pensiero, tuttavia, sorrido.
Non è neanche da chiedere una cosa del genere.
Lui la ama.
Lui tornerà da lei.
Ora, e sempre.
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So Out Of Reach
Fanfic-Mi spieghi chi stai fissando?- continua lui, ma io continuo per la mia strada, fino ad arrivare al mio intento, riavere gli occhi di Luke Hemmings verso i miei. Lo vedo sorridere di nuovo, abbassa lo sguardo solo un secondo, poi lo rialza. Sollev...