So we can start it all over again

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*LUKE'S POV*

Credo di essere appena rinato.
Credo di esser stato avvolto dall'oscurità per tutto questo tempo e, ora, la luce splende di nuovo nella mia vita, nel mio cuore.
Sto passeggiando per le strade di Sidney e tengo per mano la persona più importante della mia vita.
Mi ritrovo a fissarla più di una volta, per essere sicuro di essere sveglio, per essere sicuro che tutto questo sia reale, non frutto della mia immaginazione: eppure, è tutto vero, è tutto concreto, sto tenendo la mano alla mia June, la persona che ho sempre sognato, la persona che ho sempre cercato tra la folla, la mamma della mia bambina, la ragazza che è riuscita ad entrare nella mia vita per non andarsene più.
Lei si accorge dei miei occhi.
-Che c'è?- chiede, io mi limito ad abbracciarla di più, a tenerla più stretta a me.
-Nulla, sei bellissima- confesso, lei ride.
-È buio, ecco perché dici così: non vedi bene- ecco, la mia solita June.
-Ho la possibilità di vedere al buio, tipo i gatti- ribatto, lei ride ancora: quanto mi è mancata la sua risata, che tanto, troppo, assomiglia a quella di Ashton.
-Sei sempre il solito scemo, quando crescerai?- mi domanda, io sbuffo, sorridendo.
-Fai sempre questa strada da sola?- inarco il sopracciglio, notando, effettivamente, la mancanza di luce in questa via: i pali della luce sono quasi spenti, non servono a tanto, non si vede quasi nulla.
-Già, la macchina serve a mia mamma- mi spiega.
-E quindi vieni a piedi? Dico: sei matta?- sì lo è, mi rispondo da solo: girare da sola non è il massimo.
-Luke, non ho dieci anni, non mi rapisce nessuno posso assicurartelo: chi vorrebbe mai una rompi palle come me?- ride ancora.
-Io- ammetto, baciandole la testa: quanto mi sono mancate le nostre passeggiate, quanto mi è mancata lei, non riesco a crederci, è passato più di un anno dall'ultima volta che l'ho vista, eppure, ora sembra tutto così normale, così naturale, che i miei giorni bui si sono volatilizzati dalla mia mente.
I miei pensieri sono rivolti solo a lei, lei e la nostra bambina.
Credo di essere emozionato, non vedo l'ora di vederla, non vedo l'ora di abbracciarla, non vedo l'ora di sentirla parlare, non vedo l'ora di essere il suo papà.

Arriviamo davanti casa Irwin, June suona il campanello.
-Un momentooo!- urla una voce maschile, una voce che sembra piuttosto... strana.
-Che cos'ha combinato quell'altro...- sospira June, facendomi sorridere: Ash è nei guai, ne siamo quasi certi.
La porta viene aperta da Sue, ancora: ha i capelli scompigliati, il viso rosso, una faccia piuttosto sconvolta, sembra reduce da una corsa, si sistema la maglietta dentro i pantaloni.
-Ciao June! Ciao Luke!- esclama con voce piuttosto acuta.
Ridacchio appena, tento di scacciare un pensiero.
-Che state facendo voi due?!- domanda June, avanzando, portandomi con sé.
Il salotto di casa Irwin è un autentico disastro: coperte, sedie, molette, tutto concentrato in mezzo, un tentativo di costruire capanne venuto piuttosto male.
-Capanne, venute un po' male- sussurra infatti Sue: notiamo un Ashton sbucare dal nulla.
È messo a gattoni, i capelli scompigliati, un viso quasi indemoniato da quanto è rosso, ha un sorriso grande come l'intera casa: gattona fuori e si alza in piedi.
Ha il bottone dei pantaloni slacciato.
Oddio.
-Ashton Fletcher Irwin!- esclama June, gli occhi spalancati, la bocca a "O" dallo stupore: che hanno combinato questi due sotto quell'ammasso di coperte?
-Due cuori... una capanna...- sussurro io, ridacchiando, mentre Ash si avvicina alla sorella, avvolgendola in un abbraccio caloroso: anche lui è da troppo tempo che non la vede.
-June Julie Irwin oddio che bello vederti!- esulta, baciandole la guancia, ma la mia JuJu, sembra piuttosto... turbata.
-Dove hai messo la bambina? Che hai combinato? Perché hai il bottone dei pantaloni aperto?! Pervertito!- e io parto a ridere come non mai: June è una mamma a tutti gli effetti.
I visi di Sue ed Ashton passano dal bianco al rosso, lui la fissa, poi fissa il bottone dei pantaloni, comincia a giustificarsi: non è come pensiamo noi, per nessuna ragione al mondo, è che i pantaloni gli stanno stretti da morire e si è sbottonato un po'...
-Chissà perché erano stretti...- inarca il sopracciglio June, io continuo a ridere, ho male alle guance a forza di ridere, questa situazione è unica e irripetibile.
-June! Pervertita!- la riprende il fratello, mentre Sue comincia a cercare le scarpe e il giubbotto: non vuole stare qui in minuto di più insomma... chissà perché.
-June io... passo domani!- la saluta velocemente, sbattendo la porta.
Ashton è senza parole, sempre rosso in viso, imbarazzato come non mai.
-Vi giuro non è come pensate voi- sussurra, June mi guarda, sorride complice, per poi avvolgerlo in un altro abbraccio –Bentornato Ash- gli bacia la testa.
Nel silenzio di questo momento, una vocina si fa sentire, proviene dall'ammasso di coperte: ed ecco che un esserino minuscolo, gattonando appena, si fa vedere ai miei occhi, la sua vocina urla, è potente, cattura la mia attenzione.
Ed ecco che quell'esserino, mi fa arrossire dall'emozione: un esserino dai capelli biondi, gli occhi blu, il nasino piccolo piccolo, che sorride a noi tre, che urla per farsi notare, che avanza lentamente, ancora un po' incerta, sotto i miei occhi.
-Lune! Vieni qui piccola mia- la chiama Ashton, la bambina batte i piedi al sentirlo parlare e quando lui la prende in braccio, si porta le mani in bocca.
Mia figlia.
-Saluta il papà Lune, fagli "ciao"- la incita, mi sento le gambe molli e il cuore a mille.
La mano di June afferra la mia, come se avesse capito il mio stato, la sento baciarmi la guancia, la sento portarmi più vicino alla bambina: Ashton me la porge, le mie mani tremano come non mai, lei mi sorride e si lascia avvolgere.
-Luke siediti, sei bianco da far paura- mi dice il mio amico, io mi lascio guidare, sono sotto ipnosi, sono catturato dal colore degli occhi di mia figlia.
Appoggio la schiena sul cuscino del divano, tengo stretto la mia bambina, la quale si appoggia alla mia spalla, mentre con la manina mi tocca il mento: il suo profumo da bambina mi avvolge, potrei pure mettermi a piangere, perché quello che sto provando adesso è qualcosa di unico e speciale, è qualcosa che non scorderò mai.
-Lune, non dormire, parla al papà dai- la incita lo zio, che si siede vicino a me, mentre June, resta in piedi, a fissarci, gli occhi lucidi e la mano chiusa a pugno sulle labbra.
La guardo, la imploro con lo sguardo di venire vicino a me, ho bisogno di lei in questo momento, mi sento così strano, mi sento così impacciato.
Lei mi si avvicina, si siede alla mia destra, mi bacia la guancia nuovamente: la bambina, vedendola, lascia uscire un urletto dalla sua bocca.
-Ecco, è già gelosa di te, Luke- annuncia la mia June, che le accarezza il naso, la mano, mentre lei sorride, ride, quanto è bella la mia bambina.
-Credo sia uguale a te June, è più Irwin che Hemmings- sussurro, fissandola, beandomi della bellezza delle due donne più importanti della mia vita.
-Quando dorme, fidati, è una piccola Luke, ha i lineamenti dolci...- arrossisce June, Ashton, sentendosi giusto un po' il quarto incomodo, si fa avanti.
-Invece è uguale allo zio: pigra, di talento, è una piccola Ashton- fa la linguaccia, tutti ridiamo, pure la piccola Lune, che si volta verso lo zio, e notando il suo viso quasi imbronciato, tende le mani verso di lui, si fa avvolgere dalle sue braccia.
-Sapevo che ti piacevo più del papà, stellina dello zio- la stringe, le bacia la fronte e sollevandola, tornano a giocare sotto l'ammasso di coperte.
Porto il braccio attorno al collo di June, lei si appoggia alla mia spalla, appoggia la mano sul mio petto.
Le bacio la testa, le accarezzo la mano, lei mi rivolge lo sguardo, le bacio le labbra e la mia vita non potrebbe essere più perfetta di così...
-Che schifo! Lune non guardare- esclama Ashton, facendole il solletico, la flebile risata di nostra figlia mi fa balzare il cuore in gola.

Anne Marie Irwin, la mamma di June ed Ashton, fortunatamente, non mi ha cacciato fuori casa quando mi ha visto: mi ha ospitato per la cena, ricordandomi che lei mi doveva ancora quella vecchia pizza che ho saltato; una volta finito, si è offerta lei di mettere a dormire Lune e un contrariato Harry, assicurandomi, che il divano potevo usarlo come letto: almeno lei è riuscita ad accettare tutto questo, il mio ritorno, la mia "ricominciata" relazione con June, ringrazio il cielo perché esistono persone come lei.
Io, June ed Ash sediamo sul divano: abbiamo tante cosa da raccontarle, abbiamo così tanto da confessare, lei ascolta, dice anche lei qualcosa, parla del lavoro, parla di Lune... parla di Sue e di quanto le sia affezionata.
Sue si è presa cura della piccola Lune da quando è nata, non è mai mancata un giorno, ha seguito la piccola in ogni cosa, si è comportata sempre molto bene con loro, si è sempre offerta per ogni cosa, per una passeggiata, per una giornata al Luna Park, si è offerta di tenere pure Harry, di aiutare June, quando mamma Irwin è venuta a Londra: Sue si è rivelata un angelo, un aiuto indispensabile per la loro famiglia, nonostante lei, fosse la ex di Ashton, nonostante lei fosse il motivo della distruzione del povero Ashton.
-E io vi lascio soli un pomeriggio... e voi fate del sesso in presenza di mia figlia! Come ti giustifichi ora, Fletcher?- domanda dal nulla, facendo sbiancare il fratello.
-Non abbiamo fatto del sesso!- esclama, mentre io gli dico di abbassare i toni: al piano di sopra tentano di dormire.
-Come lo vuoi chiamare allora? Oh aspetta... avete fatto l'amore in presenza di mia figlia!- cambia parole June, ma Ashton diventa rossissimo, distoglie lo sguardo, non l'ho mai visto così tanto imbarazzato.
-Non abbiamo... fatto l'amore. Stavamo giocando- balbetta.
-Giocavate a dottore per caso?- intervengo io, facendo ridere June, che si appoggia alla mia spalla.
-Dai smettetela, tutti e due: non abbiamo fatto nulla!- da quanto rosso è potrebbe essere usato come faro per le navi.
-Avevate delle facce da manicomio, capelli disastrosi, tu con il bottone slacciato e lei con la maglietta fuori: dimmi cosa dobbiamo pensare- spiega June, lui sospira.
-Stavamo giocando con Lune, giuro, abbiamo fatto anche una battaglia con i cuscini, solo io e lei, la piccola non merita di essere presa a cuscinate; il bottone te l'ho detto, questi jeans sono stretti da morire- sua sorella gli sorride maliziosa, intervengo io.
-Povera Gemma... manchi da poche ore da Londra e già la dimentichi, Harry ti uccide- annuncio, mentre June mi rivolge lo sguardo, sbalordita.
-Gemma chi?!- domanda, mi sento fulminare da Ashton.
-Grazie Hemmings, è bello poterti considerare un mio amico- mi dice a denti stretti.
-Gemma chi?! Rispondete!- continua June, io fisso Ash: è lui a dover spiegare, non io, anche perché noi della band sappiamo ancora meno.
-Ma niente...- annuncia, facendo spallucce.
-Chi è Gemma? La conosco? Di dov'è? Quanti anni ha? Parla Fletcher- l'interrogatorio di June può avere inizio, sorrido divertito, abbracciandola, portando le mani sulla sua pancia.
Ma suo fratello non sembra voler parlare.
Le bisbiglio all'orecchio –Sorella di Harry Styles amore, hai presente?- e June parte in quarta.
-Tu Ashton Irwin sei andato a letto con la sorella di Harry Styles?!- io rido di fronte al suo stupore.
-Gemma Styles non è del 91?!- domanda, lui annuisce, volgendole lo sguardo –E allora?- chiede.
-E allora?! Ha tre anni più di te! Quella: depravata, poco di buono, che se la fa con uno più piccolo, la pervertita di tutta Londra!- lo prende in giro, perché non lo pensa davvero, ma usa su di lui tutte le cose che le sono state dette per troppe volte.
-Beh... ma lei è Gemma Styles, non c'è proprio paragone tra voi due: lei bella, simpatica, dolce... tu... una vipera, acida zitella, sessualmente frustrata- Ash scoppia in una risata, June sta per partire all'attacco, ma la tengo ferma, potrebbe ucciderlo: le bacio la guancia, le sussurro di stare calma, mentre la risata di Ashton invade la stanza.
-Luke mollami! Mi ha appena insultato!- mi dice, ma io fermo le sue parole, baciandola, ridendo, facendo sentire Ashton in più.
-Le camere sono di sopra eh- propone infatti, per poi fissare il vuoto, pensieroso.
Non appena June si calma un po', gli si rivolge tenera –Ma è una cosa seria per davvero Ash?- lui scrolla le spalle.
-Non lo so- sibila, la stessa cosa che dice a noi.
-Dai Ash parla, non farti pregare- insite June, lui sembra pensarci un po'.
-Non lo so JuJu, siamo usciti qualche volta... ci teniamo per mano... viene ai nostri concerti... ma non lo so...- sospira –a me non manca lei- e tutti sappiamo a chi sta alludendo.
-Fa male ancora, Ash?- June mi si allontana, per accoglierlo in un abbraccio affettuoso.
-Troppo- sibila, io sospiro: lo sapevo che c'era ancora di mezzo Sue, ma ci voleva June per riuscire a farglielo ammettere.
-Poi sono io quella sessualmente frustrata- lo deride ancora, baciandogli la testa: Ashton non l'ascolta neanche, si limita a stringerla, si limita a godersi sua sorella, si limita a lasciarsi avvolgere dal suo calore.
-Ti voglio bene JuJu- le dice, mentre lei gli accarezza i capelli e gli sussurra qualcosa di tenero per rassicurarlo.
-Però sappi che i tuoi bellissimi complimenti me li ricorderò- gli pizzica un po' la pelle, ricevendo un lamento flebile da parte di lui.
-Mi farò perdonare- risponde e notando che June sbadiglia appena, la incita ad andare a dormire, facendo cenno anche a me di seguirla –Il letto è grande, ci state- mi fa l'occhiolino, io sorrido imbarazzato come non mai.

Saliamo le scale in silenzio, entrambi un po' turbati per Ashton, entrambi ancora un po' preoccupati per lui: fa male vederlo così, fa male non poter fare nulla, fa male davvero, perché è una persona importante per entrambi.
Entriamo in camera di June, lei chiude la porta: mi avvicino al lettino di Lune, la osservo dormire, mi chino per baciarle la testa.
June fa lo stesso, per poi prendermi la mano e guidarmi verso il letto.
Ci abbracciamo forte, sotto le coperte, ci abbracciamo come se avessimo paura di perderci, ci stringiamo cercando di scacciare il viso triste di Ashton dalle nostre menti, ci baciamo, lei mi accarezza il viso.
-Sono felice che tu sia qui, ho avuto paura quando ti ho inviato la mail- sussurra sulle mie labbra.
-Paura di cosa June? Che ti lasciassi per davvero? Sciocca a pensarlo- la bacio ancora, lei mi stringe forte.
-Perdonami per ogni cosa Luke-
-Ti perdonerò sempre June, sei nata per stare con me- ancora un bacio.
E ci addormentiamo così, l'uno vicino all'altra, consapevoli che d'ora in poi, più nulla ci dividerà, perché io sono il suo Luke, lei è la mia June, perché l'importante siamo solo noi...
Noi e la piccola Lune.


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