*ASHTON'S POV*
Tre settimane dopo.
Sono già passate tre settimane dal nostro ritorno a casa.
Sono tre settimane che dormo nel mio letto, nella mia camera; mi sveglio e vedo mia mamma, vedo Harry, vedo June e la piccola Lune, essere a casa è una cosa bellissima, è una cosa unica e speciale, i miei pensieri non si focalizzano mai sui concerti che dobbiamo fare, non penso al mio lavoro, ma solo alla mia famiglia, ai miei amici, mi comporto come un qualsiasi ragazzo di ventun' anni, che ha voglia di vivere, che ha voglia di essere solo se stesso.
June continua a lavorare e studiare, quando torna a casa alla sera è sempre stanca, ma il suo sorriso è incollato al suo volto, perché ad aspettarla, c'è sempre Luke.
È quasi incredibile rivederli di nuovo insieme, è come se non si fossero mai lasciati per davvero, è come se Luke fosse partito per poco tempo e fosse tornato semplicemente, con lei qui pronta ad aspettarlo.
Fa ancora molto strano credere che siano entrambi genitori, fa strano pensare che questa bambina dai capelli biondi sia figlia di mia sorella e del mio migliore amico: loro sono così giovani, hanno ancora quell'atteggiamento così immaturo nei confronti della vita, eppure, quando si parla di Lune, diventano le persone più serie al mondo.
Lune impara a riconoscere il suo papà giorno dopo giorno, lui è sempre qui che gira per casa nostra, la segue in ogni cosa che fa: ha voluto imparare a cambiarle il pannolino, ha voluto imparare a lavarla, a vestirla, a darle da mangiare, il suo nuovo lavoro è fare il papà perfetto; la piccola gli sorride, tende le mani verso di lui per essere presa in braccio, lui la coccola, la bacia, le canta tante canzoni, soprattutto per farla addormentare: Luke è rinato, è nuovamente il ragazzo che tutti conosciamo, con quel sorriso prezioso, con quegli occhi azzurri che mettono gioia, Luke sta bene, Luke è finalmente tornato.
Sua madre poi, non sembra più mettersi troppo in mezzo a questa storia: Liz non ha ancora messo piede in casa nostra, dal nostro arrivo, Liz deve ancora vedere Lune, e chissà quando lo farà: ma la cosa non turba Luke, che anzi, più sta distante da lei, meglio è.
Di recente gli ho chiesto quando ha intenzione di svelare il tutto alle nostre fan: ci sono state troppe foto in circolo di Luke, mentre passeggia con Lune al parco, foto in cui lui la tiene in braccio, foto dove spinge il passeggino, in presenza di Sue, di Harry, o mia, troppo spesso con June.
Ma lui, come risposta, alza le spalle, non legge quello che chiedono in Twitter, non risponde a nessuno quando qualche fan lo riconosce per strada, si ferma per una foto, due parole e poi riprende la sua passeggiata, trascinando lontane le sue donne da quel mondo così incasinato, nel quale non le vuole portare.
-Questa è la mia vita, a loro non deve importare nulla- dice a volte, ma non può reagire in questo modo, è famoso, non è più un ragazzo qualunque, deve saper affrontare anche il resto.
Io sbuffo a quello che dice, lascio perdere in partenza, perché tanto, lui non mi ascolta e fa sempre di testa sua: la sua mente è avvolta da due soli pensieri, ossia Lune e June; la musica, i concerti, le fan, sembra averli accantonati, per poter recuperare quel tempo che ha perso lontano da loro.
Un'altra persona, che vedo ormai tutti i giorni, è Sue.
June continua a farla venire per badare a Lune, nonostante Luke si sia offerto di prendere il suo posto: ma mia sorella non vuole sentire ragioni, gli ha detto che lui non deve prendersi tutte le responsabilità, lui deve rilassarsi, deve concentrarsi sulla sua carriera e non solo su sua figlia, June gli proibisce di distruggere il lavoro di un intero tour mondiale.
-Mi sentirei in colpa, hai i tuoi doveri, devi rispettarli- gli dice sempre, facendolo sbuffare: possibile che lei non capisca quanto si sente inutile? Ma lei sorride, gli bacia la guancia, lo rassicura dicendo che non è inutile, ma che anzi, sta dando più del dovuto.
E il mio amico, non può far altro che assecondare la sua amata June...
E grazie alla sua amata, la mia ex è sotto i miei occhi ogni giorno: la vedo arrivare con una coda alta, o una treccia, o uno chignon; la vedo arrivare in tuta, o con i jeans, o con quelle felpe che conosco fin troppo bene, soprattutto una, dato che gliel'ho regalata io anni prima; le solite converse, i soliti stivali, ormai conosco l'intero armadio di Sue, neanche quando stavamo insieme la vedevo così spesso.
E mentre io siedo sul divano, la vedo gironzolare per casa, la vedo inseguita da Luke con Lune in braccio, vanno in cucina a preparare da mangiare, vanno in camera per cercare dei vestiti puliti da metterle, li vedo scegliere il cartone animato da guardare, la vedo che mi fissa mentre mette in ordine i giocattoli che Lune si diverte a lanciare.
Ed io, sospiro ogni volta, quando mi ritrovo i suoi occhi puntati su di me, sospiro e non so cosa dirle, le parole da far uscire diminuiscono giorno dopo giorno, facendo crescere l'imbarazzo.
Una volta sola sono uscito con lei e Lune, mentre Luke era da Calum, siamo usciti per fare una passeggiata, io spingevo il passeggino, lei mi affiancava: è stata la cosa più strana del mondo, essere soli, io e lei, con una bambina così piccola.
Il tutto però, è fortunatamente durato meno di un'ora, dato che delle ragazze mi hanno riconosciuto e si sono avvicinate a noi: ho lasciato il passeggino a lei, le ho detto di tornare indietro, Luke non vuole ancora rendere tutto pubblico.
Da quella passeggiata, ho sempre cercato di non uscire più con lei.
Mi fa troppo strano averla al mio fianco, mi fa troppo strano vedermi nuovamente in sua presenza, mi fa troppo strano provare ancora dei sentimenti nei suoi confronti.
Sentimenti contrastanti, sentimenti di mille tipi, che vanno dall'odio e la rabbia, alla nostalgia, alla voglia di abbracciarla e sentire quel suo profumo.
Ho il cuore che batte ogni volta che suona il campanello di casa mia, ho le gambe molli ogni volta che mi sento osservato da lei, sento il rossore salirmi sulle guance ogni volta che la sfioro, anche per sbaglio.
Di notte, prima di dormire, perdo ore in mille pensieri, perdo ore a riflettere, a pensare, a decidere cosa fare di questa situazione, che peggiora sempre di più.
Peggiora perché io sono davanti ad un bivio, peggiora perché c'è anche un'altra persona ad essere coinvolta in tutto questo: Gemma infatti, continua a scrivermi, continua a cercarmi, continua a farmi sentire così stupido.
Messaggio con lei, di notte, ma nello stesso momento penso a Sue, penso a lei e ai giorni passati insieme, penso a lei e a quanto male mi ha fatto lasciandomi, penso a lei e mi chiedo perché non può essere tutto semplice anche per me, come June e Luke: perché io ho la situazione più difficile? Perché non so fare una scelta? Perché non so chiudere il capitolo "Sue" una volta per tutte? Dopo tutto quello che ho passato, sarebbe l'ideale cominciare a puntare a qualcosa di diverso, verso una persona che mi vuole bene, una persona in grado di farmi dimenticare.
Eppure Gemma, non è quella persona, non è lei quello di cui ho bisogno, dato che continuo a guardare Sue con occhi innamorati della sua persona, occhi che fissano quei capelli lunghi e biondi, che tante volte ho accarezzato, che ho preso tra le dita per creare una treccia; occhi che guardano le sue mani così piccole, mani che nelle mie hanno sempre trovato calore, perché quello è il loro posto; occhi che guardano quelle iridi marroni con intensità tale, da perdersi in queste; occhi che fissano quelle labbra, labbra che continuano a tormentare i miei pensieri.
-Ash? Sveglia fratello!- mi richiama una voce, mentre un mano mi si sbandiera davanti al viso: June, mi sono incantato di nuovo.
-Dimmi sorella- quasi sibilo.
-Ti ho chiesto: vieni anche tu in discoteca con me, Abby, Luke, Mike e Calum?- ripete lei, ridacchiando appena sul mio stato di rincoglionito cronico.
-Discoteca?? Ma... e Lune? La porti con te?- chiedo confuso.
Lei alza gli occhi al cielo: devo essermi perso mezza conversazione.
-La tiene Sue, rimbambito, è per divertirsi un po', ne ho bisogno- dichiara, per poi incitarmi ad andare al piano di sopra con la bambina, senza neanche aspettare una mia risposta.
In camera sua, mi siedo sul letto, con Lune in braccio che si diverte a giocare con il mio orecchio; davanti a noi, June, in mutande e maglietta da casa, armadio aperto, circa tutti i vestiti lanciati fuori, scarpe sparse sul pavimento: un autentico casino.
-Ash allora? Meglio il vestito blu o quello nero? Dici che mi sta bene? Santi numi devo andare a nuotare, ho perso i miei muscoli!- mi chiede con quella voce fin troppo acuta.
-June, ma ti sembro la persona adatta per queste cose? Mettiti quello che vuoi- che palle, a me deve chiedere consiglio? Io che di abbinamenti ne so meno di zero?
-Dai Ash, guarda: se tu non fossi mio fratello, se mi mettessi questo vestito rosa, cosa diresti?- e si porta il vestito davanti a sé.
-Mmm, confetto- annuncio, ridendo da solo, ma accompagnato in seguito dalla piccola Lune.
June sbuffa, mette via il vestito rosa; si posiziona davanti un vestito nero, fin troppo corto.
-Sai che i One Direction mi hanno confessato, che una loro canzone, si intitolerà "Little Black Dress"? ecco, questo vestito dice One Direction!- continuo a ridere da solo alle mie battute.
-Questo vestito, una volta, urlava "sesso estremo", caro Irwin- si vanta mia sorella, mentre io continuo a riderle in faccia.
-E lo sfigato che lo ha urlato chi è? No, aspetta, non dirmelo, per piacere- mi metto la mano davanti agli occhi –Stai pur certa comunque, che Luke vuole sesso estremo anche senza bisogno di vestiti- la rassicuro, mentre lei mi rimprovera: abbiamo una bambina piccola che ci ascolta, solita scusa.
-Che dici di questo? È nuovo, più o meno- e mi sbandiera davanti un vestito verde acido.
-Ma eri ubriaca quando lo hai comprato? Questo urla "che schifo!"- dico inorridito, mentre mia sorella diventa rossa in faccia, giustificandosi che era in saldo, che era carino, per poi passare ad insultarmi e a dirmi che di moda non so un accidenti.
-Cosa mi metto allora? Sono in alto mare! Non voglio sembrare... poco carina, almeno decente non sarebbe male- mette un'espressione triste, che non appena è captata dalla piccola Lune, questa si mette a frignare, a tendere le mani verso la sua mamma.
June la prende in braccio, le sussurra di non piangere, le sorride, la piccola si rifugia nel suo petto, balbetta la parola "Ma-ma" come fa sempre.
-Se piangi lei piange, quindi sorridi June: a Luke piaci anche con un sacchetto in testa, non farti troppe pare- la incoraggio, mentre lei mi passa di nuovo la bambina, e sospirando, ricomincia a cercare qualcosa di adatto.
-Tu vieni quindi, Ash?- mi chiede di nuovo.
-Sono... un po' stanco ad essere sincero, posso tenere io Lune, non ho problemi- propongo, ma l'indice di mia sorella mi fa segno di "no".
-Sue non si sostituisce, è in grado di far addormentare la mia stellina, cosa che a te non riesce troppo bene, Zio giocherellone- ride, condannandomi a una scelta: andare con loro, o passare nuovamente la serata con Sue?
Alle dieci e mezza in punto, June esce di casa: ad aspettarla fuori c'è Abby, insieme vanno verso casa di Michael, dove tutti si trovano per andare a divertirsi.
Alle dieci e mezza in punto, Sue fa il suo ingresso a casa nostra.
Alle dieci e mezza in punto, inizia la mia serata con mia nipote... e la mia ex.
Mi do dello stupido ad essere rimasto, mi do dello stupido per la pessima scelta, ma la mia voglia è sotto i piedi, non ho voglia di ballare, non ho voglia di andare in mezzo a troppe persone, non ho voglia di scatenarmi, ho solo voglia del mio divano e di un cartone della Disney.
La piccola Lune opta per "La Bella e la Bestia", il vestito dorato di Belle la fa sorridere tantissimo: la scelta si basa sui suoi sorrisi; la sistemo in braccio a me, mentre Sue fa partire il tutto, per poi raggiungerci sul divano, con un sorriso raggiante che mi fa arrossire.
Deglutisco a fatica, perché ho Sue al mio fianco.
La piccola Lune sta tranquilla e silenziosa, incantata da quelle immagini.
Mi ritrovo spesso a spiare Sue con la coda dell'occhio, arrossisco ogni volta che vedo il suo viso.
Tiene una mano appoggiata al bracciolo del divano, mentre l'altra sta vicino al suo fianco, sola, bisognosa di riparo, quella mano così piccola, così bella, così morbida...
Che cos'ho appena combinato?
Merda.
Cazzo.
Stupido idiota!
Senza neanche rendermene conto, ho appena appoggiato la mia mano su quella di Sue, l'ho appoggiata e ho intrecciato le mie dita con le sue, ed ora, quella vecchia sensazione che provavo quando stavamo insieme, si fa viva, ancora: quel battito del cuore che accelera, quella sensazione strana sul petto, sullo stomaco, il rossore che aumenta ogni secondo di più, il respiro che quasi mi manca, quelle dita, così piccole, così familiari al mio tatto, solo il cielo sa quanto mi sono mancate.
La spio ancora con la coda dell'occhio e lei mi becca, fissandomi a sua volta, con lo sguardo serio, non lascia trasparire la minima emozione, la cosa mi spaventa, mi agita.
A metà cartone, la piccola Lune si lascia cullare dal sonno, ed io, delicatamente, la metto a dormire sul divano, mettendo per bene i cuscini, non voglio portarla di sopra, non voglio allontanarmi da Sue ora, ora che forse, qualcosa sarà più chiaro.
Continuiamo a fissare lo schermo della televisione, come se fosse l'unico modo per non guardarci negli occhi.
Ma lei cede, la sento voltarsi verso di me e io non posso che fare lo stesso, girandomi verso di lei, notando quanto siano vicini i nostri visi, notando quanto sia bello starle di nuovo a questa distanza minima, a osservare ogni lineamento del suo viso, ogni singolo lineamento che mi è mancato da morire.
I nostri nasi si sfiorano, c'è un respiro a dividerci, c'è dentro di me la pazzia necessaria a compiere questo gesto: avvicinarmi ancora a lei, appoggiare le mie labbra alle sue, toccarle la guancia con la mano.
Sono disperato, sono bisognoso di lei come non mai, sono dipendente dalle sue labbra così morbide, sono dipendente da questo suo profumo che mi avvolge; la sua mano mi spinge più vicino, il mio corpo avanza ancora, fino a toccare il suo petto, fino ad essere finalmente così vicini; la sua lingua poi, sfiora la mia, questo contatto mi procura una lacrima, che non voglio far scendere, ma è qui, pronta a tradirmi da momento all'altro, perché sono così... completo in questo momento, sto così bene in questo bacio, è come se la metà di me si fosse nuovamente riempita; ma per quanto perfetto possa essere, mi rendo conto dell'idiozia del mio gesto.
Mi separo da lei, le bisbiglio sulle labbra –Che sto facendo Sue? Sono... un idiota- e mi rimetto lontano, porto le mani sul volto, sto per scoppiare, dentro di me c'è troppa confusione.
-Non... non è successo nulla Ash... tranquillo- bisbiglia lei, e neanche sa quanto mi fa arrabbiare.
-Lo chiami niente questo?!- la aggredisco, ma lei non sembra spaventata dal mio tono, anzi, sul suo viso c'è rabbia, c'è tensione.
-Sì, nulla. Non è niente di grave, stai pur certo che non andrò a dire a Gemma Styles dell'accaduto, non sono così stronza come puoi pensare tu- ecco la fonte di tanto astio: Gemma.
-Gemma non c'entra nulla- tento di dirle, ma lei ribatte ancora, con gli occhi che perdono sicurezza, con gli occhi che tremano e io so che significa: è sull'orlo di un pianto.
-Lo so che ti vedi con lei, non sono così addormentata, ho Twitter anche io. Dimenticati tutto, non è così difficile- sbotta ancora e in queste parole, io scorgo un altro messaggio: dimenticati di tutto, ma io non lo farò, io non ci riesco.
-Proprio non lo vuoi capire Sue? Proprio non capisci che tutta questa mia confusione è dovuta al fatto che sono ancora innamorato di te? Te ne rendi almeno conto? Ti accorgi che arrossisco come un bambino davanti ai tuoi occhi? Ti accorgi che balbetto ancora quando ti rivolgo la parola? Ti rendi conto che ti ho appena baciata perché mi manchi da morire?- ecco, complimenti a me, sputtaniamoci per bene, mostriamoci deboli davanti ai suoi occhi, mostriamoci ancora dipendenti da lei, stupido idiota che non sono altro.
-E tu non ti accorgi che ho continuato ad aiutare la tua famiglia, solo perché volevo rimediare al mio errore? Cosa credi Ashton? Che sia semplice stare in casa tua con tua madre che mi guarda male per quello che ti ho fatto? Credi che ti abbia dimenticat...- si blocca –Ma perché sto anche qui a parlare- si alza dal divano, ha il viso rosso, i suoi occhi non osano rivolgersi a me, scappa via da me, scappa via prendendo il suo giubbotto, uscendo di casa senza rivolgermi più la parola.
E nel silenzio che mi circonda, avrei voglia di urlare, avrei voglia di scoppiare davvero, ma il leggero pianto di Lune mi richiama: la bambina urla appena, i suoi occhi fanno scendere quelle lacrime così piccole, lacrime che le rigano le guance morbide.
La prendo in braccio, cullandola, cercando di farla sentire al sicuro, perché lo zio è qui con lei, non deve avere paura di nulla, ci sono io, non deve piangere.
-Non essere triste Lune, sono qui... sono qui- sussurro, facendole appoggiare la testa sulla mia spalla, mentre mi alzo in piedi per cullarla meglio, canticchiando piano le note di "Beside you".
La sento calmarsi un po', mentre dentro di me, si scatena la mia tristezza.
Cullo mia nipote, mentre i miei occhi lasciano scivolare quelle lacrime che ho trattenuto.
Lacrime piene di odio per me stesso, lacrime piene di amore per lei.
Possibile che io non possa avere un lieto fine?
Possibile che io sia destinato ai punti interrogativi e alle cose irrisolte?
Possibile che per me e Sue non possa essere tutto più semplice?
Possibile che dentro di me, sono certo di amarla, ma poi i ricordi del male che mi ha fatto, si fanno più vivi che mai e mi conducono ad allontanarla?
Come posso continuare così?
Come posso dichiararmi innamorato di lei, se dopo pochi secondi ricomincio ad odiarla?
Possibile che non possa prendere una decisione una volta per tutte?
Perdonarla o no?
Ricominciare o dimenticare?
Qual è la via da prendere?
Qual è la via più facile?
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So Out Of Reach
Fanfiction-Mi spieghi chi stai fissando?- continua lui, ma io continuo per la mia strada, fino ad arrivare al mio intento, riavere gli occhi di Luke Hemmings verso i miei. Lo vedo sorridere di nuovo, abbassa lo sguardo solo un secondo, poi lo rialza. Sollev...