*JUNE'S POV*
Due settimane dopo.
-Come sta Ash?-
Chiede Luke, mentre passeggiamo mano nella mano verso casa mia.
-Diciamo che, queste due settimane senza Sue, non sono andate troppo bene- rispondo io, rattristandomi un po' all'immagine di Ash sempre chiuso in casa, a fissare il cellulare, in attesa che Sue torni indietro.
-Mi spiace davvero che sia finita, tra di loro- commenta triste Luke.
-Già, anche a noi.. ormai Sue era di famiglia- continuo, per poi sfoggiare un sorriso –Ma adesso entrerai in famiglia pure tu! Non sei contento?- gli chiedo, e lo sento ridere appena.
Questo è il momento tanto atteso, questa sera, presenterò a mia mamma Luke, il mio adorato Luke; una cena tranquilla, solo Irwin e il nuovo acquisto Hemmings, sono emozionata.
Luke invece, è nervoso come non mai, da quando ci siamo trovati a metà strada, non ha più staccato la sua mano dalla mia, continua a sospirare, a chiedermi se i capelli gli stanno bene, se la camicia azzurra è troppo elegante, se i jeans strappati non lo fanno sembrare un teppistello.
Io rido alle sue domande, perché io lo trovo semplicemente adorabile, e semplicemente bellissimo: mia madre lo accoglierà a braccia aperte, gli vorrà bene, ne sono sicura, la mia mamma è una persona dolcissima, ed ha sempre accolto bene i miei ragazzi.
-Eccoci, pronto?- chiedo, appena arriviamo al portone di casa.
-Un bacio per calmarmi?- chiede lui, chinandosi su di me, intrecciando le sue labbra alle mie, lentamente, come se volesse perdere tempo.
-Dai respira, andrà tutto bene, si mangia pizza sta sera, meglio di così- cerco di calmarlo, non lasciando la sua mano e aprendo il portone.
Le luci di casa mia ci avvolgono, il profumo di pizza appena sfornata entra nelle nostre narici e quasi fa brontolare il mio stomaco.
Ad accoglierci: Ashton.
Gli sorrido, salutandolo, ma lui, non ricambia il mio sorriso.
-June, ti prego, non pensare che sia colpa mia- dice a denti stretti, e io inarco il sopracciglio.
-June, respira a fondo e non lasciarti intimorire, ma ti giuro, non è colpa mia, è venuta qui da sola, non l'ho invitata io- dice ancora, e Luke lo guarda con fare curioso.
È venuta da sola, ma chi?
Non lasciarti intimorire?
Ma da chi?
Ashton mi dice di andare in cucina, e io avanzo, non lasciando mai la mano di Luke, che mi segue ancora più nervoso.
Non appena arrivo in cucina, i miei occhi si spalancano al trovarla qui, e il mio istinto, mi porta a lasciare la mano di Luke, di colpo, e indietreggio, andando contro il suo petto.
Di fronte a me, c'è mia madre, il grembiule indossato, si mordicchia le unghie, nervosa, e vicina a lei, in piedi, c'è niente meno che una donna bionda, gli occhi color del ghiaccio, l'espressione fin troppo uguale a quella di suo figlio, le braccia conserte, l'aria arrabbiata, che appena mi vede, quasi mi uccide con lo sguardo.
Niente meno che Liz Hemmings, la mamma di Luke, è nella mia cucina.
-Mamma? Che cosa.. perché sei qui?- chiede Luke, incredulo.
Sua madre non ci pensa di volte ad avvicinarsi a noi, e io, presa da una paura assurda, mi scanso, mettendomi il più lontana possibile da loro, mi avvicino a mia mamma, come se potesse proteggermi.
Liz abbraccia Luke, gli tocca la faccia, le guance, lo scruta per bene, come se a suo figlio mancasse un pezzo; lui diventa color pomodoro, e con le mani, cerca di divincolarsi dalla sua presa.
-Cosa ti ha fatto questa depravata? Oddio Luke, ma cosa combini?- gli domanda infine, e io, al sentire quelle parole, sbianco, e Luke con me, che mi rivolge lo sguardo, sconvolto, confuso, non capisce.
-Luke, amore mio, perché vuoi fare un dispiacere così grande a tua mamma?- continua a chiedere Liz, e io, passo lo sguardo da Luke a mia madre, e poi, cade su Ashton, che ci ha raggiunto, e che mi mima di stare calma, di respirare.
-Mamma? Mi spieghi che ci fai qui? Non avevi una riunione o che so io..?- chiede Luke, e Liz con aria ancora più arrabbiata, si affretta a rispondere.
-Io che pensavo fossero solo voci. Me l'hanno detto sai, i miei colleghi, che questa depravata passa troppo tempo con te! Io non ci volevo credere, invece tu sei qui! Luke, perché? Perché?- domanda esasperata, e io sospiro.
-Mamma, lei è June, non è una depravata, lei è la mia ragazza- risponde lui secco, e Liz sbianca, quasi percepisco il suo sudare fretto, quasi la vedo svenire, ma si affretta a sedersi su una sedia, portando le mani sulla faccia, per poi rivolgermi la parola.
-Tu! Che hai fatto al mio bambino? Ma non ti vergogni neanche un po'? Un minorenne! Ma non ti senti un po' ridicola? Perché proprio Luke eh?- e io non oso rispondere.
-Signora Hemmings, le ricordo che questa è casa mia, questa è mia figlia, e lei, come minimo, dovrebbe portare un po' di rispetto- interviene la voce di mia madre, accanto a me, che mi accarezza il braccio.
-Sua figlia è una depravata! Il mio Luke è sulla bocca di tutti per colpa sua!- esclama ancora Liz.
-Lei invece è una gran maleducata, ma come si permette? Mia figlia non è una depravata, è la ragazza più buona del mondo, e suo figlio, dovrebbe solo baciare dove cammina!-
Mamma, sempre ad esagerare.
-Per colpa di sua figlia, mio figlio viene deriso da tutto il quartiere!-
-Ma mamma! Non è vero! Ma chi dice queste puttanate? Io sto benissimo con June- interviene Luke, facendo spalancare gli occhi alla madre.
-Figlio mio ma che ti ha fatto questa qui? Senti come parli! Come ti rivolgi a me!- Liz è fuori di testa.
-Questa qui, ha un nome, si chiama June, June Julie Irwin, se lo ficchi in quella testa da idiota bionda- ribatte mia madre, e io trattengo una risata di disperazione.
Non bastava la gente, ma pure la mamma di Luke a mettersi in mezzo.
-Ma come si permette?!- risponde Liz.
-Mi permetto eccome! È mia figlia! E lei si crede chissà chi per poterla additare come più le piace! Ma si guardi allo specchio!- mamma, ti prego non urlare così.
-Mio figlio, da quando esce con sua figlia non è più lo stesso! Sua figlia è un impedimento per mio figlio! Mio figlio ha un tour mondiale a cui pensare, e sua figlia lo distrae, lo porta lontano da quello che lui vuole davvero!- ma, cosa?!
-Ma non è vero!- urliamo all'unisono io e Luke.
-Beh, mia figlia vincerà la borsa di studio, e secondo me, è suo figlio che la trattiene qui, June punta in alto, a girare il mondo, e suo figlio è il motivo per cui June è ancora qui!-
-Mamma! Non dire idiozie! Luke non è questo! Per piacere, non diciamo idiozie, Luke è importante per me, lui è il primo a spingermi verso i miei sogni- quasi bisbiglio, ma questa mia confessione, se fa sorridere dolcemente Luke, fa imbestialire ancora di più Liz.
La vedo rivolgersi a Luke.
-Tu, questa qui, non la devi più vedere, chiaro il concetto Luke? Non la devi più vedere. Rovina la tua immagine- e io sbianco, al sentire quelle parole.
-E tu June, vale lo stesso per te, questo cretino biondo, guai se lo frequenti ancora, rovina la tua carriera, la tua vita- dice una voce accanto a me.
No mamma, no.
-E tu credi che io ti dia ascolto mamma?- domanda Luke, guardando sua madre, con aria di sfida –Io rinuncio pure al tour, solo per June, e tu non mi ostacolerai, né ora, né mai, io la amo-
-La ami, cosa vuoi saperne tu, di amore, hai solo diciassette anni!- lo rimprovera Liz, e dentro di me, succede qualcosa, come un impulso, come una scossa elettrica, che mi porta a scappare, fuori da quella cucina, abbandonando Luke, lasciandolo lì, corro su per le scale, e mi chiudo in camera, sbattendo la porta.
Sento la voce di Luke che mi chiama, mi chiama esasperato, ma quella di Liz lo sovrasta, fino a non sentirli più, se ne sono andati via, e quasi sento dalla finestra le loro voci, mentre brontolano qualcosa.
Presa da una strana sensazione, scoppio a piangere, e mi rendo conto, che sto piangendo per esasperazione, per stanchezza.
Sono sempre stata quella forte, sono sempre stata quella che non si faceva fermare da niente e nessuno.
Ho sempre lottato, per le persone che amo.
Ho sempre lottato, per la mia storia con Luke.
Ho lottato contro mio fratello.
Ho lottato contro l'opinione della gente.
Eppure ora, su questo letto, mi sento esausta.
Davanti a Liz, non riesco a reagire, non riesco ad essere forte.
Non so spiegarmi questa sensazione, non so darmi un motivo preciso, ma so, che sono stanca.
Sono stanca di dover lottare, sono stanca di dover sempre difendere il mio rapporto dalle opinioni altrui, sono stanca di dover sempre stare sull'attenti ed esser distrutta dalla tensione di questa vita, che non appena mi distraggo un secondo, sembra sempre volermi pugnalare alle spalle, voltarmisi contro.
E questa sera, io non trovo un motivo valido pronto a dirmi "è questa la ragione per cui devi avere la forza di lottare".
Ho esaurito tutti i miei motivi, li ho consumati, ho consumato me stessa, mi sento distrutta, mi sento fragile, mi sento fuori posto.
Con gli occhi che lacrimano ancora, prendo il mio computer.
Mentre si accende, cerco la mia carta di credito.
Piango, mentre digito quelle parole sul motore di ricerca.
Piango, mentre inserisco la data di domani.
Piango, mentre prenoto un bagaglio in stiva.
Piango, quando vedo che il volo è alle due di pomeriggio.
Piango, quando clicco sul tasto di prenotazione.
Piango, mentre digito i numeri della carta.
E piango ancora, quando vedo che la mia prenotazione è stata confermata, e i biglietti sono solo da stampare.
Nell'istante in cui Ash riesce ad entrare in camera mia, usando la chiave di riserva, io sto piangendo, mentre metto nei miei due bagagli tutti i miei vestiti.
-June? Che stai facendo?!- mi domanda, cercando di svuotare la valigia.
-Me ne vado- rispondo secca, rimettendo dentro la roba, senza neanche piegarla, senza darci troppa importanza.
-Te ne vai?! Ma dico sei scema?! June per favore, perché? Perché fai questo?- mi assilla di domande, e quasi sento la sua voce tremare sempre di più.
-Perché sono stufa Ashton! Sono stufa! Non ho motivo di stare qui! Tutti mi danno contro, tutti! Sono stufa di questa vita che mi opprime e cerca solo di farmi del male! Io sono stanca Ash, io devo andare via- un singhiozzo mi blocca.
Ash mi guarda incredulo.
-Ma non puoi andartene! Abbiamo ancora così poco tempo da passare insieme! E poi.. Luke! Che ne sarà di Luke? Lo lasci così? Dal nulla? A lui non ci pensi?- dannazione a te Ashton, questo colpo basso te lo potevi risparmiare.
-Luke merita di stare senza di me, lui.. ha bisogno di pace, io non sono la sua pace, sono solo colei che lo mette contro la sua famiglia, non se lo merita, lui.. si merita di più- mi asciugo le lacrime con la mano.
-Non dire sciocchezze June! Luke ti ama, non sei nulla di quello che hai appena detto! Per favore June, non lo fare, ti prego- e mio fratello, per la prima volta, mi avvolge in un abbraccio, sussurrandomi di non andarmene.
-Ti prego JuJu, c'è sempre una soluzione- quasi singhiozza, tenendomi stretta a lui, nascondendo il viso sulla mia spalla.
-Ash, per favore, non rendere tutto più.. difficile- gli accarezzo i capelli, e lo sento stringermi ancora di più.
-Luke ti ama davvero- singhiozza.
-Anche io lo amo davvero, ed è per questo, che me ne vado- concludo, per poi ricominciare a preparare le mie cose.
Mia madre, ci raggiuge poco dopo, e quando nota i miei bagagli, non osa commentare, non osa dire nulla, si sente quasi in colpa, si sente la causa della mia partenza, e non osa chiedermi di restare.
Avvolge me ed Ashton in un abbraccio, un abbraccio triste e silenzioso, interrotto dai bisbigli di mio fratello, che dice che non è giusto, che dice che non devo andare via.
Mi addormento quasi all'alba, ormai esausta di piangere e singhiozzare da sola, prendo sonno, senza neanche pensare a Luke, penso solo al fatto che in poche ore sarò in un aereo, che mi porterà lontana, distante da questo posto, che mi sta stretto, e che non mi rende felice.
Non penso a Luke, non penso alla sua sofferenza, non mi sforzo neanche di avvisarlo, voglio solo sparire, voglio solo andarmene.
Solo così facendo, la vita delle persone, la vita di Luke, tornerà ad essere perfetta.
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So Out Of Reach
Fanfiction-Mi spieghi chi stai fissando?- continua lui, ma io continuo per la mia strada, fino ad arrivare al mio intento, riavere gli occhi di Luke Hemmings verso i miei. Lo vedo sorridere di nuovo, abbassa lo sguardo solo un secondo, poi lo rialza. Sollev...