Capitolo 8
Electricity in the air
*ASHTON’S POV*
Un’ora buca.
Di solito a leggere che la lezione è saltata perché il prof non c’è, faccio salti di felicità, ma oggi no: potevano avvisarmi prima magari, no? No, facciamo andare gli studenti in classe, facciamoli svegliare all’alba, arrivare a scuola, ancora mezzi assonnati, e poi annunciamo che il professore è assente per un contrattempo, idioti.
Sono davanti alla macchinetta del caffè, il mio bicchiere fumante mi ustiona la mano, ma ne ho bisogno, sono addormentato, la scorsa notte dovevo andare a dormire prima.. dannazione a me e al mio essere sveglio e attivo fino a notte fonda, devo cominciare a bere camomilla ed eliminare il caffè.
Cammino per il corridoio, deserto, sento le voci dei vari professori intenti a spiegare la lezione quando passo davanti alle porte aperte; non mi fermo a spiare in giro, oggi non ne ho proprio voglia.
Di cosa ho voglia oggi?
Una porta rossa attira la mia attenzione: la porta del teatro, dove si tengono le assemblee scolastiche, dove i ragazzi del coro si esibiscono per le feste, o dove semplicemente, ballerini e attori improvvisati, provano e danno vita al loro spettacolo.
Entro dentro, butto il bicchiere di plastica nel cestino.I posti a sedere, dove c’è il pubblico, sono al buio, l’unica luce accesa è quella del palco: illumina una batteria.
Come preso da una strana ipnosi, mi avvicino: io e le batterie abbiamo un amore che ci lega che è degno di gelosie da parte di Sue, povera piccola.
Che ci posso fare? La batteria è la mia droga, e ora, ho bisogno della mia dose di suoni, ho bisogno di impugnare delle bacchette, sentirne il profumo, sentire come riescano due semplici bastoncini di legno a dar vita a note musicali da brivido.
Salgo i pochi gradini, mi avvicino alla batteria, prendo posto, e come sempre, lascio che le mie mani facciano il loro dovere.
Cominciano a toccare quei tamburi, accompagnate dai miei piedi, la mia testa va a ritmo con quella melodia che sto improvvisando: una melodia lenta, non posso scatenarmi troppo, sono a scuola in fin dei conti, ma che basta a soddisfarmi.
Questo strumento mi regala emozioni che non so descrivere, mi da quel ritmo nel sangue di cui ho bisogno, mi fa sorridere, mi isola da tutto, mi travolge, e tutto questo è meraviglioso.
Fermo le mie mani, decido di creare una melodia ancora più bassa, mi piace davvero tanto cambiare tonalità all’improvviso, mi piace saper riprodurre quello a cui sto pensando con queste semplici bacchette.
Nel farlo, però, qualcosa si unisce a me.
Mi fermo di colpo, come preso da uno spavento, ma quel rumore è scomparso, e riprendo con la mia musica.
Però poi, ecco di nuovo quel rumore.Vado avanti, cercando di non fermarmi, e quel rumore si fa più chiaro alle mie orecchie.
Il rumore è un suono.
Sembrano delle corde.
Corde di una chitarra.
Corde che seguono il mio ritmo, o almeno cercano di seguirlo.
Mi fermo un’altra volta.
Non sono solo qui dentro, e la cosa mi imbarazza.
-Va avanti, ti sto dietro- mi dice una voce, sobbalzo dallo spavento: ma chi può essere?
Mi guardo attorno, cercando di scorgere una figura, ma non vedo nessuno: davanti a me, il pubblico è al buio, non vedo nulla.
Devo sembrare un idiota, perché chiunque sia qui, si lascia scappare una risatina.
Respiro a fondo, e controllando sempre con lo sguardo, riprendo a suonare.
Le note della mia batteria si intrecciano con quelle della chitarra dello sconosciuto, in un modo così perfetto che mi sembra quasi strano: siamo in sintonia tra di noi, come se fossimo fatti per suonare insieme, c’è quella complicità che si cerca tra i membri di una band, e con colui che sta suonando ora, beh, sembro averla.
È bravo, chiunque lui sia, gli è bastato sentirmi per pochi secondi e già capisce come mandare avanti questa melodia, è tutto incredibile, quasi non ci credo.
Sorrido, e continuo a suonare, perdendomi in queste note musicali, che mi travolgono, e mi fanno sentire completo.
La musica finisce, sia io che lo sconosciuto ci fermiamo.
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So Out Of Reach
Fanfic-Mi spieghi chi stai fissando?- continua lui, ma io continuo per la mia strada, fino ad arrivare al mio intento, riavere gli occhi di Luke Hemmings verso i miei. Lo vedo sorridere di nuovo, abbassa lo sguardo solo un secondo, poi lo rialza. Sollev...