Thinking of you

76 4 0
                                    

*JUNE'S POV*

Diversi mesi dopo: Agosto 2015.

Luke, oh Luke, sei davvero qui?
Io, oddio, devo correre verso di te.
Luke, Luke! Luke guardami!
Sto urlando come una pazza, lo spaventerò, ma non mi importa.
Luke! Luke!
Luke perché non ti volti?
Luke! Luke!
Sono qui!
Sto correndo verso di lui, lo riconoscerei tra mille: quei pantaloni stretti, quella camicia azzurra, i capelli biondi, quel profilo perfetto, quel nasino all'insù che amo toccare, quanto mi sei mancato Luke.
Luke! Luke!
Continuo ad urlare, ma lui non si volta, non si muove.
Luke! Sono io! Sono June! Voltati!
Le braccia che mi fanno male a sforza di sbandierarle all'aria, pur di farmi vedere.
Luke! Luke!
Possibile che lui non mi senta?
Continuo a correre verso di lui.
Però lo vedo allontanarsi sempre di più.
Ecco che si volta, ecco, mi sta guardando!
Luke! Luke! Sono qui amore mio!
Oddio, mi sta sorridendo, oddio quanto sei bello Luke, quanto mi sei mancato.
I tuoi occhi, le tue fossette, voglio accarezzarti, voglio toccarti Luke, è da più di un anno che non ti tocco, non sai cos'ho passato in tutto questo tempo.
Luke?
Luke perché hai voltato lo sguardo oltre a me?
Vedo al mio fianco una ragazza, non la conosco, ha i capelli castani, scuri e lunghissimi, gli occhi verdi smeraldo, e sta correndo anche lei verso di te.
E tu, perché le stai sorridendo?
Luke chi è lei?
Luke cosa stai facendo?
La ragazza al mio fianco mi supera, corre troppo veloce, io non riesco a seguirla, non riesco a riprendere il passo, mi sento debole, mi sento le gambe pesanti, sono senza fiato.
La ragazza ti arriva vicinissima, e tu, l'avvolgi in un abbraccio.
Le sorridi, lei ti avvolge a sua volta, vi guardate negli occhi.
Tu appoggi le labbra sulle sue.
Non riesco più a correre.
Non riesco più a fare nulla.
Sento le lacrime scendermi lungo le guance.
Le prendi la mano, e ti volti, camminate lontani da me.
La ragazza però, mi guarda, lei mi vede.
Mi sorride maligna, un sorriso bastardo, e sento le sue parole, sento che mi dice qualcosa.
"Acacia vince sempre, vecchia June!"
No, no, no.
Cos'è questa cosa?
Luke!
Luke ti prego voltati!
Amore mio ti prego guardami!
Luke!
La ragazza ride di me, si gira anche lei, e avanza con te, attaccandosi ancora di più al tuo braccio.
Luke!
Luke ti prego!
Luke guardami!
Luke..

-June? Svegliati amore, sono le sette- una voce mi entra nell'orecchio, svegliandomi.
Spalanco gli occhi, ho il fiatone, il cuore che batte a mille, davanti a me, la figura di mia madre, che mi sorride, accarezzandomi i capelli.
-Mamma, oddio, che incubo- confesso di getto, alzandomi dal letto, mettendomi a gambe incrociate.
-Ti dimenavi tutta amore, stai bene?- mi mette la mano sulla fronte.
-Sto bene mamma, devo solo smetterla di interessarmi di gossip prima di addormentarmi- sospiro.
-Gossip riguardanti Luke Hemmings e una certa Acacia?- ridacchia appena.
-Ho nuovamente parlato nel sonno?- mia mamma annuisce, devo imparare a tacere.
Volgo lo sguardo verso il letto che sta nella mia stessa stanza.
-Non ho svegliato nessuno vero?- chiedo ancora, allarmata: se si sveglia è la fine.
-No, dorme come un angioletto, tranquilla- sorride ancora mia mamma, dicendomi di alzarmi, devo vestirmi, devo andare all'Università, e poi andare a lavoro, la settimana è cominciata, devo darmi nuovamente da fare.

Cammino per le vie di Sidney, lo zaino pieno di libri in spalla, il sonno che ancora mi invade, ma l'ansia causata dall'incubo, è finalmente sparita del tutto, che spavento.
Devo smetterla di dare retta a tutti i pettegolezzi riguardanti Luke, devo smetterla di farmi gli affari suoi, lui non deve più interessarmi: come se fosse vero.
Devo dire che, tranne questo piccolo tormento, la mia vita è ricominciata piuttosto bene, dopo che ho svelato il mio segreto ad Ashton.
Da quella conversazione, tutto ha cominciato a girare per il verso giusto, in qualche modo.
Ho ripreso l'Università, i miei esami non sono andati persi, ho ancora una possibilità di vincere la borsa di studio, e cosa ancora più meravigliosa: ho trovato lavoro, non come barista in una discoteca, dato che a casa ho un bel po' da fare, e di notte devo dormire, ma come "ragazza delle ripetizioni".
Ringrazio la mia professoressa per questo, perché lei, ha portato alle persone giuste, i miei buoni risultati: mi hanno notata, e ora, ogni pomeriggio dalle quattro alle sei, aiuto gli studenti del liceo con la matematica, o con lo spagnolo, con qualsiasi cosa, e la scuola, mi paga come insegnante, è stata una manna dal cielo questa cosa, non la credevo possibile quando sono tornata dalla Spagna, eppure, qualcuno mi ha voluto molto bene insomma.
Sono felice, sono davvero felice.
Il mio futuro ha di nuovo una luce potente che riesco a vedere, riesco ad immaginarmi qualcosa di bello, riesco finalmente a dire: i miei sogni possono ancora realizzarsi.
Poi la mia laurea non è troppo lontana, manca un anno, solo uno, e poi avrò concluso tutto, non sarò più una studentessa, e avrò ancora più tempo da dedicare alle mie aspettative.
Arrivo al cancello dell'Università, e il cellulare squilla, mi affretto a rispondere.
-Dimmi tutto cara- la saluto, la voce di lei, ancora mezza addormentata, mi fa quasi ridere.

So Out Of ReachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora