LXXXVIII. Pensavo che la situazione con lui fosse risolta

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Sto per andare in camera con l'intento di prendere la copia della chiave quando sento la porta d'ingresso aprirsi.

Ritorno in bagno e rimetto lo specchio nella sua posizione precedente e recupero la scopa così da pulire il caos fatto dal vetro rotto.

«ehi piccol- cos'è successo?» chiede James portando lo sguardo al pavimento.

«dei ragazzi ubriachi hanno buttato qualche pietra contro la finestra e l'hanno spaccata» mento anche se alla fine non è del tutto una bugia.

«okay, vado a levarmi la giacca e ti aiuto» dice uscendo dal bagno per poi tornare un paio di minuti dopo.

«dai faccio io» dice prendendo la scopa dalle mie mani e io gliela lascio sedendomi sul bordo della vasca.

«James mi hai fatto preoccupare, ti ho mandato un sacco di messaggi ma tu non hai risposto neanche ad uno» dico incrociando le braccia al petto.

«scusami piccola, ho rincontrato un amico d'infanzia e mi ha chiesto se volevo andare a bere qualcosa così abbiamo perso tempo» dice e io sospiro annuendo.

Pochi minuti dopo il pavimento del bagno è completamente privo delle schegge di vetro.

«ho bisogno di un bel bagno» dice e io mordo il mio labbro inferiore al pensiero del moro nella vasca.

«okay...io-io vado a...dormire» dico velocemente ma in pochi secondi la mia schiena si ritrova schiacciata contro la porta del bagno.

«sicura di voler andare a dormire?» chiede sciogliendo delicatamente la mia treccia. I capelli mi ricadono leggeri sulle spalle come fossero foglie.

«si io sono...stanca» mormoro deglutendo per la gola secca provocata dalla troppa vicinanza alle sue labbra.

«lo sai cosa amo?» mi chiede e io scuoto la testa mentre le sue mani accarezzano i miei fianchi alzando man mano la maglietta.

«il fatto che basta che ti accarezzi una guancia per farti rabbrividire» dice e io sento quasi le mie guance andare a fuoco.

Abbasso lo sguardo con il cuore che va a una velocità superiore dal normale.

Prende il mio viso tra le sue mani e fa scontrare le nostre labbra ed è qui che tutto scompare.

La frase, le sue possibili bugie, la chiave, la cassaforte...tutto.

La sua mano viaggia al di sotto del tessuto della maglia arrivando al seno destro che sfiora facendomi sospirare.

«amo il fatto che dormi senza reggiseno, mi da libero accesso alle tue tette quando voglio» mi sorride malizioso e io ridacchio scuotendo la testa.

Le sue labbra vanno a lambire la pelle del mio collo e io butto la testa all'indietro per dargli un maggiore accesso.

«James...» gemo appena la sua bocca inizia a lasciare umidi baci sui precedenti succhiotti fatti.

«si babe?» chiede palpandomi il sedere stretto da un paio di mutandine.

«nella vasca...adesso» quasi ordino e lui subito mi fa circondare il suo bacino con le gambe.

È questione di minuti che ci ritroviamo nudi con i corpi che si cercano completandosi.

Non facciamo sesso semplicemente ci stringiamo e ci baciamo come se non l'avessimo mai fatto nella nostra vita.

Innamorata del mio Inferno 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora