LXXIV. Non stai ragionando con la tua testa

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«è stato trovato il corpo di Eduard Callen, il capo di una delle gang mafiose più famose della zona, si dice sia stato colpito al petto con un solo colpo di pistola che si è rivelato fatale» la voce della giornalista si espande nella stanza d'albergo di me e James.

Io quasi mi strozzo con la mia stessa saliva al sentire 'capo di una delle gang' perché James, al contrario mio, non sa il vero lavoro del padre.

Sento i suoi occhi su di me e io faccio di tutto per non farli incontrare con i miei.

«tu sapevi quello che faceva?» mi chiede con voce lieve, quasi un sussurro.

«io...no, cosa potevo saperne» mormoro guardandomi le mani che si muovono nervosamente sui jeans.

James prende il mio mento originando un contatto tra i nostri sguardi.

«tu lo sapevi che mio padre era un fottuto mafioso?» chiede a denti stretti ed è palpabile la delusione nei suoi occhi.

«si okay? Io l'ho scoperto quando-» mi fermo quando mi accorgo di star per dire 'quando mi ha rapito e quasi stuprata'.

«quando...?» mi incita a continuare e io adesso ho una voglia matta di tagliarmi la lingua.

«niente...di importante» dico distogliendo lo sguardo.

«niente di importante? Tu sapevi che mio padre faceva parte di tutta quella gente di merda e non me l'hai mai detto??» chiede scuotendo la testa con fare scioccato e deluso.

«James io...non potevo dirtelo» sussurro ingoiando il groppo che mi si è formato in gola.

Vedo James alzarsi dal letto e come d'istinto anche il mio corpo si stacca dal morbido materasso.

«James» lo chiamo lievemente appena lo vedo prendere il giubbotto poggiato sulla sedia.

«lasciami stare» mormora lui con fare contrariato quando cerco di afferrare il suo avambraccio.

«perché adesso fai così?» chiedo con gli occhi che iniziano a riempirsi di lacrime.

«Amie mi fidavo ciecamente di te tanto da mettere a rischio la mia vita ma adesso non so se crederti neanche quando dici di amarmi» dice e una lacrima scivola solitaria sulla mia pelle.

«non dire così...ti prego non andartene» dico quasi supplicante ma lui mi ignora e esce dalla stanza sbattendo la porta.

Porto le mani alle tempie, troppi dolori insieme e non so se sono capace di sopportarli tutti o almeno di non farmi buttare giù.

*

Sono rimasto seduto con gli occhi aperti dietro queste quattro mura, sperando che tu chiamassi.
Sto impazzendo, sveglio tutta la notte, tutta la notte e tutto il giorno.
Non voglio vivere per sempre, perché so che vivrò invano.
Voglio solo continuare a richiamare il tuo nome finché non torni a casa.

-I don't wanna live forever di Zayn Malik e Taylor Swift- viene trasmessa alla radio e le parole sembrano riassumere la mia situazione attuale.

Sono le quattro del mattino e James non è ancora tornato, sono quasi sette ore che è fuori.

Il mio corpo è rannicchiato in posizione fetale sul letto mentre spero che ritorni.

Innamorata del mio Inferno 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora