CXVI. Richieste e troppe lacrime

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Due mesi dopo

«James la mia pancia è diventata fottutamente enorme!!» urlo dalla camera da letto mentre mi accarezzo il pancione.

«guarda il lato positivo, le tue tette sono diventate più grandi» mi risponde mentre si fa la barba.

«tanto non te le faccio palpare» sento un'imprecazione da parte sua che mi porta a ridacchiare.

Sono ormai al sesto mese e il mio peso è aumentato, il Dr. Lawrence afferma che è una cosa positiva.

A volte mi incazzo di non poter indossare alcuni vestiti ma poi mi basta guardare le ecografie del nostro bambino per fregarmene di tutto.

«allora piccola adesso vado a lavoro, cerco di finire per le 18 così andiamo a prendere la pittura per la cameretta okay?» chiede James afferrando la sua giacca di pelle e le chiavi della moto.

«okay» dico e lui bacia dolcemente prima le mie labbra e poi il pancione.

È mattina quindi decido di fare un bagno caldo visto che siamo agli inizi di novembre e fa freddo e di mangiare poi qualcosa.

Andrew e Judith non si fanno più sentire da due mesi ormai. La cosa non mi dispiace affatto.

Continuo invece ad uscire con Debbie ed Alexander che sono ormai i miei più cari amici. James cerca sempre di non legarsi troppo a nessuno.

Mentre sono intenta ad ascoltare musica e a preparare un tè caldo il telefono vibra.

È un messaggio da Andrew. Io un giorno brucerò questo telefono. Ormai odio riceve messaggi, non portano mai a niente di buono.

Tra un po' forse riuscirò a farti capire la vera natura della persona con la quale condividi tutto.

So per certo che si sta riferendo a James e forse al suo "lavoro". Se Andrew lo scoprisse, potrebbe mandare James diritto in carcere.

Visualizzo ma non rispondo, non sapendo cosa dire. Perché nessuno lascia che io viva tranquillamente con James?

Forse dovrei studiare il passato di mio padre per capire qualcosa in più visto che due mesi fa non lo feci.

Devo riuscire ad arrivare al computer di Andrew dove ci sono tutte le informazioni che possono servirmi.

E per arrivarci ho bisogno di Judith.
Se la chiamo non mi risponderà quindi decido di andarla a trovare.

*

«Amie...perché sei qui?» chiede aprendomi la porta di casa. Sembra piuttosto colpita dalla mia visita.

«ho bisogno di parlarti» dico e lei annuisce. Mi fa accomodare in casa e mi offre un bicchiere d'acqua.

«Andrew ti ha detto che ha mentito sul fatto che fossi sua figlia?» chiedo.

«si me l'ha detto appena tu sei scappata da casa sua» risponde.

«puoi non dirgli che sono venuta qui?» quasi la prego.

«okay...adesso dimmi» sospira sedendosi meglio sul divano.

«io ho bisogno che tu mi faccia un favore»

Innamorata del mio Inferno 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora