XCI. Una giornata lontana da lui

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«oh è lei signore» sospiro mettendomi una mano sul cuore.

«mi dispiace se l'ho fatta spaventare» ridacchia portando lo sguardo al lago davanti ai nostri occhi.

«non si preoccupi»

«dammi del tu...ormai ci incontriamo quasi tutti i giorni» dice e io annuisco sorridendo. Lo chiamo signore ma alla fine non è tanto vecchio, avrà sui 45 anni.

«allora hai problemi con il tuo ragazzo?» chiede dedicando tutta la sua attenzione a me.

«si» sospiro portandomi le gambe al petto.

«se vuoi parlarne io sono qui...mi piace ascoltare le persone» dice prendendo un piccolo rametto da terra.

«anche a me piace...» dice e sul suo viso si apre un sorriso quasi...triste.

«...comunque ho deciso di allontanarmi per qualche ora dal mio ragazzo» mormoro mentre l'uomo, senza guardarmi, mi ascolta attentamente.

«ha fatto qualcosa per meritarsi la tua assenza?» chiede girandosi tra le mani il piccolo legnetto.

«beh...diciamo che non si è dimostrato la persona che io pensavo fosse» sospiro mordendomi subito dopo l'interno guancia.

«capisco...la sincerità è molto importante in una coppia quindi se lui si è dimostrato diverso vuol dire che forse non è poi così tanto sincero» ha ragione.

«si lo so ma...io lo amo, non potrei mai fare a meno di lui» dico e arrossisco quando mi accorgo di star dicendo queste cose vicino ad un uomo adulto.

«scusa io non volevo fare la figura di una bambina alla sua prima cotta» mi copro le guance ridacchiando e lui mi segue.

«nah...l'amore è una cosa bellissima, non devi vergognarti di mostrare quello che senti» dice e io gli sorrido.

Qualcuno lo chiama così lui scusandosi con me risponde.

«okay...arrivo subito» mormora al telefono.

«il lavoro mi chiama» dice e io annuisco salutandolo con la mano.
Volevo tanto chiedere il suo nome.

Decido di fare quattro passi e, passando davanti al bar grazie al quale incontrai Judith, mi viene l'idea di chiamarla.

«hey Amie» mi saluta allegra.
«ciao Ju, mi chiedevo se volessi uscire a fare un giro»
«certo! Dimmi dove sei e ti raggiungo» gli dico dove sono e circa venti minuti dopo Judith scende dalla sua macchina venendomi incontro.

«ti va se ce ne andiamo a casa mia?» chiede.

«certo» rispondo e lei mi sorride per poi scortami alla sua macchina.

«è successo qualcosa?» mi chiede girando la chiave della macchina accendendola.

«si vede così tanto?» chiedo con una punta di amarezza nella voce.

«nah sei sempre bellissima, semplicemente non hai un sorriso sul viso» dice accarezzandomi una mano velocemente per poi riportare la sua al volante.

«grazie Ju...comunque ho solo avuto una piccola discussione con James» mormoro e lei sussurra un "pff".

«scusa se te l'ho dico ma il tuo ragazzo mi sa tanto di coglione» dice e io ridacchio.

«non posso darti torto»

Visto che non ho intenzione di raccontare a nessuno il perché del nostro piccolo battibecco cerco di farle cambiare argomento riuscendoci.

Innamorata del mio Inferno 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora