LXXXIX. Benvenuto Uragano

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«stavo per spaccarle la faccia a quella troia» mormoro incrociando le braccia al petto.

«ed è per questo che ho cercato di farti mangiare il più velocemente possibile» dice James e io lo mando a fanculo.

Sento un verso provenire dal cespuglio dietro di noi.

«James lo senti?» chiedo e lui aggrotta le sopracciglia avvicinandosi al cespuglio.

«adesso si» sussurra e lo vedo scostare le foglie per poi farmi segno di avvicinarmi.

Vedo una scatola di cartone con una zampetta che fuoriesce. La prendiamo e vediamo un bellissimo cucciolo di cane.

«povero piccolo, l'hanno abbandonato» dico accarezzando la testolina dell'animale.

«che bastardi» sento James mormorare.

«non possiamo lasciarlo qui» dico intenerita dal cucciolo che cerca di leccarmi la mano.

«infatti da oggi questo piccolo verrà a stare da noi» dice James e sul mio viso si apre un sorriso a 32 denti.

Abbraccio di slancio il moro stando attenta a non far male al cagnolino.

Lasciamo la scatola lì portando in braccio il nostro nuovo amico.

«adesso dobbiamo andare dal veterinario a farle una visita, a comprarle del cibo e dei giochi» mormoro accarezzando il cucciolo sotto l'orecchio.

«chi te l'ha detto che è una femmina?» chiede James accigliando le sopracciglia.

«si vede, è dolce e poi...» inizio a parlare ma lui mi interrompe con fare divertito.

«ed ha un piccolo pene» ridacchia guardando il basso ventre del cane.
Porto anche io il mio sguardo lì constatando che è vero.

«ookay...hai ragione» ridacchio.

Quella mattina dedicammo tutta la giornata al cucciolo.

«come lo chiamiamo?» chiedo e James fa spallucce aprendo la porta di casa.

Mi viene un'improvvisa illuminazione ma James sembra subito aver capito infatti inizia a scuotere la testa.

«non lo chiameremo ne Larry, ne Ziam, Evak o qualunque coppia gay shippi» dice mettendosi sulla difensiva.

«daai...eh va bene ma il nome deve rappresentare il suo carattere» mormoro e pochi secondi dopo davanti ai nostri occhi il cagnolino rompe un vaso, fa cadere un tavolino e fa pipì su un tappeto.

«lo chiamiamo rompicoglioni?» chiede il moro al mio fianco e io mi mordo il labbro per poi scuotere la testa ridendo.

«lo chiameremo...Uragano» dico.

«il nome è appropriato...ah e comunque la pipì la pulisci tu» dice salendo velocemente le scale.

«fanculo stronzo! Come spero che faccia i suoi bisogni sulle tue scarpe» gli urlo dietro e lo sento ridere.

«allora piccolo Uragano mi sa che dobbiamo dare una ripulita sia al soggiorno che a te» dico ad Uragano che mi si avvicina scodinzolando.

*

Visto che è sabato decidiamo di ordinare una pizza.

Innamorata del mio Inferno 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora