XCVIII. Ed è qui che sorge il problema

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Io e James siamo arrivati a casa verso le 6 del mattino e subito ci siamo buttati tra le lenzuola calde del nostro letto.

Verso le 10 lui si è alzato dicendomi di dover andare a lavoro e di rimanere un altro paio di ore a letto.

Infatti è questo quello che ho fatto fino alle due. A svegliarmi è stato Uragano con il suo abbaiare.

Mi sono alzata e ho trovata i suoi bisognini sul pavimento così ho dovuto anche pulire mezza casa.

«forza andiamo a mangiare» dico al cagnolino dirigendomi in cucina.

Metto dei croccantini a lui per poi andare a lavarmi le mani e preparare un piatto di spaghetti al sugo.

Oggi pomeriggio ho intenzione di andare in commissariato, devo sapere di più sul perché c'era una mia foto nella cartella di mio padre.

Vado a fare una doccia dopo aver guardato un po' di TV e mi preparo. Porto prima il cane a fare una passeggiata poi alle 5 lo riporto a casa e mi dirigo al commissariato.

Entro e una poliziotta mi ferma.

«ha bisogno di qualcosa signorina?» mi chiede sorridendo in modo cordiale.

«in verità avrei un urgente bisogno di parlare con il commissario» dico.

«in questo momento lui è occupato ma può attendere lì» mi indica delle sedie blu.

Io annuisco e proprio in quel momento esce il commissario dal suo ufficio con un paio di uomini in divisa.

Si scambiano due parole e poi si salutano.
Come se avesse sentito i miei occhi sulla sua figura, l'uomo punta i suoi nella mia direzione.

Lo vedo farmi un cenno con la testa per poi entrare in ufficio lasciando la porta aperta.

Mi giro per vedere se la poliziotta di prima è nei paraggi ma non la vedo quindi entro nella stanza trovandomi il commissario.

«sapevo che un giorno di questi saresti venuta» sospira e io rimango in piedi come una cogliona senza muovermi.

«siediti Amie» dice e io annuisco dirigendomi verso la sedia di fronte alla sua.

«allora...deduco tu abbia qualcosa da dirmi» dice poggiando i gomiti sul legno della scrivania.

«in verità è lei che deve chiarire qualche cosa a me» dico e lui sorride quasi nostalgicamente.

«sono a tua disposizione, fammi tutte le domande che vuoi» dice.

«non chiedetemi come ma sono venuta a sapere che voi conoscete mio padre...» inizio e lui mi interrompe.

«Luke Tyson, lo conosco molto bene» dice.

«si ehm io ho anche scoperto che in una cartella...»

«ehi stai calma, parla piano e non preoccuparti, non ti chiederò come sei venuta a sapere di queste cose» mi incoraggia e io gli sorrido debolmente.

«nella cartella di mio padre ho trovato una mia foto e vorrei sapere cosa ci faceva lì visto che non era una cartella contenente belle informazioni» dico.

«Amie c'è una sola risposta a tutte le tue domande, ti basta sapere io chi sono» dice e lo vedo deglutire.

«...se noti non ti ho mai detto il mio nome» dice e io annuisco.

Innamorata del mio Inferno 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora