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Cinisello Balsamo,10 febbraio 2017

Solita giornata uggiosa,accompagnata da un venticello in grado di scompigliarti i capelli. Però tutto sommato,la vista era bella.

Le strade di mattina erano poco affollate. "Che fortuna" mi ritrovai a pensare,in quanto non volevo che nessuno si accorgesse di me.

Più camminavo,più i ricordi riaffioravano nella mia mente. Il parco sempre sporco e cupo,a qualsiasi ora andavi. E poi, pure i muri imbrattati di scritte,che ti risaltavano agli occhi ti ricollegavano al passato. Sospirai e ripresi a camminare.
Credo che l'idea di rivenire qui non sia stata una delle migliori.


Fortunatamente presi il bus alle prime luci del mattino e speravo con tutto il cuore che nessuno mi vedesse. Dovevo solo riprendere la roba di mia madre e portarla con me,nella nostra nuova casa a Milano.

Accellerai il passo e mi soffermai nella mia,oramai vecchia porta di casa intenta ad aprirla. Fu difficile,poiché litigai un po con la serratura,ma alla fine entrai.

Posai la mia grande borsa per terra,accesi la luce a tolsi gli occhiali dal mio viso. Era tutto come avevamo lasciato prima o meglio dire,come lasciai: tutto ciò che mi circondava era un mucchio di cellophane che a sua volta,racchiudeva la mia infanzia.

Mi avviai al grande comò in sala e lo spogliai da quest'ultimo: nonostante il mobile fosse sporco era intatto,nessun graffio o altro; successivamente,dopo aver ispezionato la mia vecchia,ma pur sempre amata casa decisi di ritornare nella mia stanza.


Mi avvicinai alla porta e presi un bel respiro. La mia mano sfiorava la maniglia,indecisa se abbassarla o meno. Avevo paura nel rientrare nella mia stanza dopo tutto quel tempo,però mi feci coraggio ed entrai.

Anche lei era come prima: il letto a baldacchino di legno al centro della stanza,spoglio di lenzuola e cuscini ma l'intonaco era sempre di quel verde acceso che decisi di dipingere tre anni fa.

Che decidemmo di dipingere. Respiravo a fatica e mi sedetti a terra con la testa fra le mani.

"Era meglio far venire mamma." mi ero ostinata a pensare quasi sul punto di piangere. Ne ero cosciente fin dall'inzio che,se fossi venuta qui,i miei pensieri non l'avrebbero passata liscia.

Restai a terra a fissare il vuoto per un bel po di tempo,non so quanto di preciso,a riflettere. Avevo i pensieri affollati e confusi tanto che per la frustrazione,alla fine,mi misi a piangere. A distogliermi dai pensieri fu la suoneria del mio cellulare,segno che mia madre mi stava chiamando.


Dopo aver chiuso la chiamata con mia madre,decisi di andarmene. Perciò,mi alzai e mi avviai sicura verso la porta ma qualcosa mi fece inciampare. Mi sostenni poggiando le mani sulla porta ma allo stesso tempo mi soffermai a guardare ciò che mi stava facendo cadere poco prima: una carpetta.

La presi e la portai con me sul letto. Accesi la luce e la aprii: varie foto e fogli volanti e spiegazzati captarono il mio sguardo. Guardai tutto ciò che avevo davanti con un po di riluttanza anche perchè,non solo bei ricordi riaffiorarono nella mia mente. Anzi,preferirei dire,soprattutto quelli brutti invasero la mia mente.

Una busta semi-aperta catturò la mia attenzione ma non volendo perdere altro tempo,decisi di chiudere tutto e portare la carpetta con me,richiudere casa e tornare a Milano.

Il mio passo divenne una corsa sfrenata verso la fermata del bus,perchè erano già le nove del mattino e non volevo che nessuno si accorgesse di me ma anche per il fatto che la mia super mega borsa scoppiava di roba.


Arrivata in stazione,trovai il bus e ci salii su. Nell'attesa di partire,mi presi coraggio e aprii la busta.


spazio autrice

ciao raga,non so cosa dirvi ma sta di fatto che la ff è su Gionata

e niente,vvb

@\gionatabbst su ig

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