diciannove

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Elisa's point of view

Mi svegliai intorpidita da quello che sembrava un sonno infinito: sbarrai gli occhi e sbattei velocemente le palpebre,non capendo dove mi trovassi. Tutto era di un bianco spento che però ti risaltava agli occhi proprio come se ti abbagliasse. Spostai lo sguardo in basso e vidi un ciuffo rosso appoggiato in una piccola parte di letto. La sua mano era appoggiata sul lenzuolo proprio dove si trovava la mia pancia. Dato il fatto che egli stesse dormendo,ne approfittai per sistemarmi meglio cercando di non svegliarlo.

Ma così non fu.

Non appena spostai di poco la gamba,la sua testa si alzò mostrandomi quelle due fessure,comunemente chiamati occhi,assonnate. Alzò il busto in modo da stare eretto sulla sedia,sbarrò gli occhi,incredulo,proprio come avesse visto un mostro. «Finalmente! Aspetta che vado a chiamare un dot-» balzò dalla sedia ma fui capace di fermarlo,tenendolo per un braccio. 

Avevo così tante cose da dirgli,ma proprio tante che un giorno non sarebbe stato sufficiente. Era convinto che io non avessi sentito niente? Beh,si sbagliava e pure di grosso. Mi aveva fatto del male? Bene. Ne avrebbe pagato le conseguenze,tanto da li a poco gli avrei parlato chiaramente e mi sarei fatta spiegare questo 'male' alla quale lui alludeva anche se,in cuor mio,io avevo già capito. 

Ero sempre stata la donna della sua vita? Non si direbbe proprio. A quanto pare non ha avuto i coglioni per giocarseli per una sola tipa,bensì per tante poco di buono. Meglio non aggiungere altro.

 «Non chiamare nessuno,sto bene per adesso. Tu invece,non hai niente da dirmi?» il mio sguardo non si spostò nemmeno un millimetro dal suo. Il suo volto sbiancò: bang,avevo fatto centro. «Dirti cosa?» ribattè lui,agitandosi man mano sempre di più su quella vecchia sedia blu.

«Ho per caso scritto 'scema' in fronte Gionata? A cosa alludevi stanotte quando mi hai parlato?» questa volta,senza mezze misure. In modo diretto avrebbe capito sicuramente molto meglio.

«Ecco,vedi... Io...» incominciò a balbettare cose senza senso,proprio come da copione. Dovevo aspettarmi una cosa del genere e in parte,la colpa,era anche mia. Aveva ragione mia madre a dirmi di stare lontana da un essere del genere. Come se non lo conoscessi.

Nessuno dei due decise di parlare: mentre io volevo sbattergli la testa contro un muro e farlo morire,lui se ne stava in piedi passeggiando per la stanza come un malato mentale.

Ma un'anima pia,proveniente dall'alto dei cieli decise di farmi parlare. «Non mi hai nemmeno chiesto cosa cazzo mia sia successo! Credi sia normale?» lui si voltò verso la finestra,senza dire una parola,ignorandomi del tutto. «Gionata cazzo,rispondimi!» urlai,incominciandomi ad agitare. Il cardofrequenzimetro cominciò ad emettere il fatidico,fastidiosissimo bip che dava ai nervi. Mi portai una mano al petto e Gionata non ci pensò due volte ad uscire dalla camera e chiamare un dottore.

Non appena arrivò il dottore assieme ad altri due infermieri,incominciarono a controllarmi e mi calmai quasi all'istante. La porta restò aperta e vidi in lontananza mia madre,abbastanza sciupata,che parlava con Gionata. «Può per caso entrare mia madre?» chiesi al dottore che,non esitò nemmeno un attimo ad approvare la mia risposta. Non appena l'equipe andò via,mia madre entrò,chiudendosi la porta alle spalle.

Ella si avvicinò a me,incominciai a piangere: un pianto liberatorio,più che altro. Mi accucciai al petto di mia madre. Piangevo per quello stronzo che mi mise le mani addosso,l'ansia,la paura,l'incidente e pure per Gionata che alla fine,si è rivelato lo stesso di ben tre anni fa.

«Mamma,alla fine avevi ragione... Come sempre,d'altronde.» dissi tra i singhiozzi,stringendola un po di più. «Ma lo amo mamma,proprio come la prima volta che l'ho visto.»

spazio autrice

ohohoh,capitolo strappalacrime in corsoooooo,povera Elisa... riuscirà a sopportare anche questa volta? e Gionata?

come ho detto nell'altra mia ff 'tumblr ; s.e.',sceglierò dei giorni in cui aggiornare le mie tre ff in modo da organizzarmi meglio.

@\gionatabbst su ig

BACK IN TIME • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora