ventisette

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Gionata's point of view

«Oh ma mi stai ascoltando?» la voce di Alessia tuonò alle mie orecchie facendomi sobbalzare. Vi giuro che non la sopporto.

«Si Alessia,io ti sto ascoltando ma tu non hai chiuso bocca nemmeno per un secondo.» sentenziai e lei alzò gli occhi al cielo. Le veniva difficile non parlare anche solo per cinque minuti? Probabilmente si.

«Ma perché lo devi stressare? Già ha i problemi suoi...» parlò Side ed il silenzio cadde in auto. Abbassai lo sguardo verso le mie scarpe che tutt'un tratto divennero più interessanti.

«Comunque» riprese lei,ed io sbuffai facendoli ridere,«stasera andremo tutti in discoteca e non accetto un 'no' come risposta. Detto questo,non parlo più.» entrambi la guardammo con un mezzo sorriso sul volto,coscienti che non sarebbe mai accaduta una cosa del genere.

«Giuro!» mise una mano sul petto,ridendo.

Questi giorni qui a Roma sembravano essere infiniti data la mia monotona routine. Non sapevo più nulla di Elisa,chissà cosa faceva a Milano...
Di tanto in tanto parlavo con Charlie che,dopo la magnifica notizia che mi diede,sembrò cambiare radicalmente.

Ieri mi disse che aveva deciso di smontare lo studio per farsi un'abitazione temporanea; ma avrebbe comunque continuato a produrre.

Tutti sembravano essere felici con la propria vita,tranne io. Di certo,non dovevo essere così codardo da pormi la domanda 'cosa ho fatto di male per meritarmi questo?' perché il male l'ho voluto far io,soprattutto a lei.

Non appena arrivammo a casa,morti di fame e secchi di sete,corremmo a pranzare,per poi dirigerci ognuno nelle nostre camere.

Stavo per addormentarmi ma il mio telefono vibrò: il contatto non era salvato,ma risposi ugualmente.

"Pronto?"
"Ciao Gionata. Disturbo?" una voce stridente parlò dall'altra parte ma non capii chi fosse.
"No,non disturba. Ma lei ch-"
"Sono Rosalba,la mamma di Elisa e spero tu abbia capito il motivo di questa chiamata." corrugai la fronte. A cosa alludeva?
"In realtà no,ma potrebbe spiegarmi,no?"
"Tanto lo so che è li con te,controvoglia per giunta!" urlò facendomi spostare il cellulare dall'orecchio e nel frattempo,facendomi capire a chi alludesse.
"Ma sta scherzando? Non la sento da giorni e sa benissimo cosa è succ-"
"Non è lì con te?" il suo tono di voce si calò in men che non si dica risultando preoccupato.
Mi alzai dal letto,cominciando a camminare per la stanza. "Perché dovrebbe essere qui con me? Piuttosto dovrebbe essere a casa con lei!" cominciai a buttare pugni al muro,disperandomi per lebbesima volta. Chiusi la chiamata e gettai il cellulare per terra.

Era scappata,di nuovo. Come tanto tempo fa e il dolore cominciò a farsi spazio,nuovamente,dentro di me.

Tutto sembrava essere un déjà-vu.

La mia schiena scivolò contro il muro fino a farmi sedere per terra,facendomi piangere disperatamente. Quante volte l'avevo fatto per lei? E soprattutto,quante volte l'aveva fatto lei per me?

La sera non tardò ad arrivare ed io avevo un estremo bisogno di sentirla ma,essendo bloccato ovunque,non potevo di certo farlo con il mio cellulare.

«Ale,che me lo presteresti un attimo?» chiesi entrando in bagno e la vidi intenta a truccarsi. Indicai il cellulare e lei annuì.

Uscii fuori in balcone e composi il suo numero.

Uno,due,tre squilli...

Elisa's point of view

Stavo tranquillamente scherzando con Julien nella mia camera d'albergo: non smetteva di farmi il solletico forse da mezz'ora ed io non avevo più fiato.

Non mi sentivo così da non so quanto tempo. Julien mi faceva stare bene come pochi ed aveva acquisito sin da subito la mia fiducia.

Il mio telefono cominciò a vibrare e lui sbuffò,triste per il fatto di non potermi continuare a torturarmi.

Mi alzai e vidi che non era un contatto salvato nella mia rubrica ma risposi ugualmente.

"Pronto?"
"Elisa..." la sua voce spezzata riportò la mia mente nella tristezza più assoluta. Il mio sorriso stanco mutò in un cipiglio.
"Che vuoi?"
"Dove se-"
"Sono dove cazzo mi pare e non credo sia affar tuo saperlo!" sbottai,alzando gli occhi al cielo.
Ripresi a parlare,cercando di restare calma. "Perché cazzo mi chiami ancora? Non voglio avere più niente a che fare con te,capito? A mai più!" dissi tutto d'un fiato. Chiusi velocemente la chiamata e gettai il cellulare sul tavolo.

Il mio sguardo andò verso la finestra,andando in uno stato di trance.

Ad un tratto,i miei fianchi furono cinti da due braccia e sorrisi istintivamente.

Gionata's point of view

Avevo risentito la sua voce e sembrava essere felice senza me ma,ci restai ugualmente male. Si era già dimenticata di me?

Forse dovevo farlo anch'io,non eravamo destinati a stare assieme o magari,era meglio intraprendere strade diverse.

Entrai in casa cercando di essere il più normale possibile.

«Tutto a posto Sfe?» richiamò la mia attenzione Side ed io annuii.

In discoteca non mi sentivo a mio agio: tutte le ragazze erano intente a fissarmi e l'effetto dell'alcool cominciava a farsi sentire.
Sembravo un cazzo di ragazzino alle prime armi con le cotte ma nonostante io avessi bevuto,il mio pensiero era sempre rivolto a lei tanto da farmi venire gli occhi lucidi.

spazio autrice

dunque,ecco qui il capitolo dopo un'infinità di giorni btw ho deciso di mettere il punto di vista di entrambi in questo capitolo

comunque,per chi non l'avesse capito l'uomo in questione con Elisa è SCH,il rapper che canta con Sfera in Balenciaga e Cartine Cartier 😝

e questo è tutto,alla prossimaaa

@/gionatabbst su ig


BACK IN TIME • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora