trentacinque 🌹 + epilogo e ringraziamenti

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Gionata's point of view

Scossi velocemente la testa verso lo schermo del computer. «No no e no,questo beat non mi convince più di tanto.» dubbioso mi portai una mano sul mento,picchiettando il piede sul pavimento.

La testa di Charlie si inclinò,portandosi il ginocchio al petto e cingendolo con la mano. Nel frattempo il mio telefono continuava a vibrare ma non avevo di certo intenzione a rispondere.

La pubblicazione dell'album era alle porte. Tra meno di un mese sarebbe uscito il mio terzo disco (secondo sotto major) ed ancora mancava l'editing finale di alcuni beat.

Ero più impanicato e indeciso che mai... Tutto questo sotto vibrazione del mio cellulare.

«Secondo me dovremmo farlo più lento,anche perché rappare velocemente con l'autotune con una base così martellante non so se sia il massimo.» sentenziò Charlie,cliccando svariate volte sul computer cose di cui non capivo.

«Io sono d'accordo con Charlie... Anche perché è un testo un po particolare e non puoi rappare così velocemente come pensi tu. La melodia deve essere lenta e scandita.» concluse Mirko che,poco tempo prima,aveva insistito per venire con noi a rettificare le tracce dell'album.

Cedetti. «Okay... Ma prima di passare alla versione definitiva la proviamo alcune volt-» non finì nemmeno la frase che i cellulari di Mirko e Charlie suonarono all'unisono.

Entrambe le ragazze stavano chiamando i rispettivi fidanzati e subito mi precipitai ad estrarre il mio telefono dalla tasca.

Avevo ventitré chiamate perse da parte di Elisa. Senza pensarci due volte mi alzai dalla sedia e,provai a chiamarla... Ma niente.

«E quindi?» sentii dire a Mirko queste parole mentre stava al telefono. «State in ospedale perché Elisa è entrata in travaglio? Arriviamo.»

Andai nel panico più totale portandomi le mani alla testa.

«Sei un emerito coglione amore mio,fattelo dire!» mi rimproverò Charlie dandomi un coppino sulla nuca.

Sbuffai innervosendomi mentre mettevo la giacca. «Pure coglione devo prendermi! Ma se stavamo provando in stud-»

Mirko mi interruppe,tirandomi leggermente un orecchio. «Ma se sai che la tua ragazza poteva partorire da un momento all'altro,tu... Perché non ti sei messo quel cazzo di cellulare a portata di mano?» urlò infine,facendomi comparire sia una smorfia per il dolore che per il tono di voce alto.

«Non è il momento di fare ramanzine.» avanzai e li indicai con un dito. «Adesso andiamo che è tardi!»

Uscimmo dallo studio e ci precipitammo nella mia auto diretti in ospedale. Dovevo avvisare i nostri genitori o no?

C'era più traffico del previsto e cominciavo ad essere sempre più tranquillo. Il traffico era rasserenante in quel momento e forse era meglio essere sicuri e lucidi anziché il contrario.

Il tempo sembrava non passare mai ed io,insieme agli altri due moschettieri,eravamo rimasti imbottigliati nel traffico. Le dita della mia mano picchiettavano pericolosamente il cruscotto dell'auto e,a dire la verità... Più che picchiare era martellare.

Alessia continuava a mandare messaggi a Mirko per aggiornarci sulla situazione. Elisa era ancora in sala travaglio a sopportare tutti quei dolori ed io ero ancora lì,bloccato tra il traffico.

Dovevo inventarmi qualcosa. Non potevo restare con le mani in mano.

«Ragazzi io vado. Non posso di certo restare qui come un coglione imbottigliato nel traffico.»

BACK IN TIME • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora