ventinove

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Marsiglia,13 novembre 2017

Gionata's point of view

«Smettila di filmarmi e farmi foto!» urlava Tommy cercando di togliermi il cellulare dalle mani. Più lo guardavo più mi faceva ridere.

I miei polsi vennero bloccati dalle sue enormi mani,cercando di togliere il cellulare dalle mani. Mi misi in ginocchio sul sedile di pelle blu,dell'aereo guadagnandomi occhiatacce da parte dell'hostess.

«Ok Tommy,tregua!» mi arresi,sedendomi per poi riprendere a ridere.

Non appena scendemmo dall'aereo ci avviammo all'interno dell'aeroporto per prendere i nostri bagagli.

«Com'è possibile che ogni singola volta,puntualmente voi due,dovete litigare in aereo?» Rebecca richiamò la mia attenzione tanto da farmi girare verso di lei. Più la guardavo e più mi faceva morir dal ridere: quell'enorme pancia non le si addiceva per niente a causa del suo fisico gracile anche se,aveva preso su qualche chilo e non stava male per niente.

«Lo stiamo mica conoscendo adesso?» Charlie mise un braccio attorno alle mie spalle. In risposta alla sua domanda,alzai le spalle in modo buffo facendo ridere tutti.

Ci misimo poco e niente per arrivare in hotel e fra poche ore avrei dovuto avere un'intervista per una radio francese.

Avevo la mia fama anche qui in Francia grazie al rapper SCH che,con solo due canzoni fatte assieme avevamo acquistato il compiacimento da parte di tutti.

L'intervista si sarebbe rivolta a casa sua,nella zona periferica di Marsiglia. Ogni volta che guardavo quella casa ne restavo ammaliato,estasiato. Insomma,potevi trovarci tutto ciò che ti serviva e non solo,era il triplo di quella mia,a Milano.

«Sfera!» mi richiamò lui con quel suo accento francese,venendomi ad abbracciare. Era da tanto tempo che non ci vedevamo e mi faceva sempre piacere passare del tempo con lui.

«Stasera ci sarà una festa a sorpresa per la mia ragazza e siete tutti invitati,ovviamente!» disse entusiasta non appena il giornalista finì di intervistarmi.

«Adesso hai anche una ragazza? E bravo mon frero!» n.a. il termine 'frero' non è altro che l'italianizzazione del termine 'frèr',ovviamente termine francese che vuol dire 'fratello'. Sfera ed SCH lo usano molto tra di loro.

Lui sorrise alla mia frase e mi disse di andare a casa sua per le nove. Poco dopo,tornai in hotel con Tommy dove mi aspettavano Charlie,Rebecca e Lorenzo.

Non appena arrivai in camera mia,aprii la porta,vidi tutti in camera mia a parlottare tra di loro.

«Stasera siete invitati ad una festa assiem-»
«Chi fa il compleanno?» squittì Rebecca sorridente per poi portarsi una mano sulla pancia guadagnandosi un'occhiataccia da pare di Charlie.
«La ragazza di Julien,mi ha detto che sarà una festa a sorpresa..»

Non appena terminai di pronunciare quella frase un velo di preoccupazione cadde sul viso di Rebecca.  «Tutto a posto?»

«Si si,tranquillo. Vado a prendere una boccata d'aria.» disse semplicemente,andando in balcone.

Ci cominciammo a guardare con sguardi interrogativi non capendo il suo comportamento.

La sera non tardò ad arrivare e alle nove dovevamo essere già a casa di Julien,ma come al solito io non ero mai puntuale.

«Cazzo Sfe,muoviti! Sei sempre in ritardo!» urlò Charlie aprendo la porta della stanza,trovandomi in mutande. «Ancora così sei? Peggio di una don-»

«Due minuti e sono sotto,esci rompi cazzo!» gli indicai con il dito la porta,in segno di fare ciò che dicevo.

Mi vestii velocemente,indossando proprio ciò che ero solito mettere. Non sapevo nemmeno chi era perciò non mi interessava più di tanto.

Non appena arrivammo,Julien ci venne ad aprire la porta accogliendoci con un caloroso sorriso.

Mostrò la casa ai restanti invitati che restarono ammaliati tanto quanto me.

«Sta per arrivare» controllò il suo cellulare per vedere che ora fosse,probabilmente. L'aria era tesa e la si percepiva benissimo: più guardavo il viso di Rebecca più l'ansia cresceva in me. Chissà cosa sarebbe accaduto.

Gli altri presenti in casa avevano a che fare sempre con la musica o magari erano parenti della ragazza. Questi francesi avevano della facce simili tra loro che alle volte mi veniva difficile riconoscerli.

Julien spense le luci e ci disse di far silenzio: la sua 'lei' sarebbe entrata dall'ingresso e poi noi avremmo dovuto augurarle buon compleanno,come era solito fare in ogni festa a sorpresa.

Fecimo tutti quanti come ci venne detto e,non appena la luce si accese e cantammo tutti 'buon compleanno' la ragazza guardò tutti i presenti in sala.

La mia ragazza,avrei tanto voluto dire.

I nostri sguardi si incrociarono e sembravano non volersi più staccare. Il mio sguardo,come quello di Charlie,Tommy e Lorenzo cadde su Rebecca che era diventata paonazza in viso.

Mi avvicinai pericolosamente a lei,puntandole un dito. «Tu,proprio tu, sapevi dov'era ed hai preferito nascondermi tutto. Brava la testa di cazzo!» sorrisi amareggiato,incamminandomi verso la sala da pranzo.

La cena andò bene ma l'aria restò ugualmente tesa,specialmente tra me e lei: di tanto in tanto la guardavo e mi scappava un sorriso. In un primo momento sembrava non cedere ma alla fine,sorrideva sotto i baffi.

Sussurrò qualcosa all'orecchio di Julien e in men che non si dica,scomparve.

Chiesi a Julien dove fosse il bagno ed egli mi indicò di andare al piano superiore.

Salii le scale molto velocemente con l'alto rischio di cadere,ma poco mi importava in quel momento.

Arrivai in un lungo corridoio dove vi erano una moltitudine di porte. Cominciai ad aprirle ad una ad una,ma niente. Cercai di abbassare l'ultima,ma non si apriva.

Diedi un pugno alla porta per poi poggiare la testa su essa. «Tanto so che sei qui.» sospirai,in attesa di una risposta.

Sentivo solo dei singhiozzi e di tanto in tanto dei sospiri,corti ed affannati.
Cercai di abbassare velocemente la maniglia sperando che mi aprisse.

«Cazzo Elisa,aprimi!» i pugni diventarono incessanti fin quando la porta non si aprì.
La sua figura si mostrò ai miei occhi.

Restammo fermi a guardarci non so per quanto tempo,forse ore. Magari il tempo aveva deciso di fermarsi.

Sta di fatto che io mi fiondai sulle sue labbra,chiudendomi la porta alle mie spalle.

In quel bacio c'era tutto ciò che non c'eravamo mai detti negli ultimi mesi per colpa della rabbia,della frustrazione,della delusione. Nessuno dei due,in un primo momento ebbe intenzione di staccarsi o forse,fu una mia impressione.

Le sue mani scivolarono giù dalle mie guance e lei si allontanò da me,lasciandomi li come uno stupido.

Si avvicinò intenta ad uscire da quella stanza ma prima di farlo si girò verso di me,per un'ultima volta.

«Non avremmo dovuto farlo.» abbassò lo sguardo ed uscì dalla stanza.

spazio autrice

non sono scomparsa! finalmente sta scuola dimmerdddd è finita ed io finalmente posso aggiornare ogni quanto cazzo mi pare,yayyy

btw capitolo più lungo del solito proiettato sei mesi avanti rispetto al mese in cui siamo qhahahahhaaha

e niente,questo è tutto

alla prossima guys 🔥

ps: allora,questo bel capitolo va ascoltato con una di queste due canzoni Cartine Cartier/ Tu t'è scurdat' 'e me (mi pare si scriva cosi)
poi, passate dai seguenti profili n0champagne,Alexa_Wrong e nurxdiego per leggere le loro storie che meritano davvero tanto

adesso davvero basta,vi amo per le 5.7k 💕💕💕🔌

@/gionatabbst su ig

BACK IN TIME • sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora