trentatré

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Elisa's point of view

Dopo che tutti ebbero salutato Rebecca,compreso Gionata che ovviamente non voleva lasciarmi andare e Charlie,che a sua volta,non voleva lasciare andare il figlio e la ragazza,mi appoggiai sulla poltrona di pelle blu e chiusi gli occhi per rilassarmi un momento.

La frase che mi aveva detto poco prima Gionata mi aveva letteralmente spiazzata anche se qualche volta avevo pensato ad una possibile famiglia insieme a lui ma di certo,non dopo che io conobbi Julien.

Posso assicurarvi che questi qui sono stati sei mesi destabilizzanti e strazianti per me. Sono successe davvero così tante cose da non rendermene conto e lasciarmi trascinare dagli avvenimenti,insieme a sensazioni ed emozioni.

Sarò ripetitiva e tutto ciò che volete perché ogni volta vi parlo di Gionata e la nostra relazione ma davvero,lui è il primo pensiero la mattina e l'ultimo prima di dormire.

A volte penso se non l'avessi mai incontrato o se magari non avessimo mai vissuto nella stessa città. Chissà se ci saremmo mai incontrati.

«A che pensi?» la voce di Rebecca mi risvegliò dal mio stato di trance,sbattendo ripetutamente le palpebre.

«Uhm a niente... Solite cose.» la liquidai,senza darle altre spiegazioni anche perché,non avrei saputo spiegarle cosa pensavo realmente in quel momento.

«Solite cose? Sicura? Ti conosco troppo bene e la tua espressione la dice lunga per pensare solamente a cose banali.» rise leggermente per poi concentrarsi sul piccolo che stava allattando.

Ma,per quanto mi costava ammetterlo,era vero. Meglio di lei non mi conosceva nessuno e,nonostante i vari battibecchi e i litigi durante gli anni di liceo è l'unica che è rimasta sempre al mio fianco,appoggiando in tutto e per tutto le mie scelte.

«Si vede tanto?» indicai il mio viso e lei annuii. Mi sedetti con le gambe incrociate sulla poltrona capendo che era davvero arrivato il momento di dirglielo.

«Beh ecco,non so se hai fatto a casa prima quando tutti si sono avvicinati a te... Ed io,beh sono ritornata da Gionat-»

«E quindi?» alzò il braccio di botto e il bambino si agitò cominciando a piangere leggermente.
«Racconta il succo della storia velocemente invece di girarci attorno!» riprese a parlare cullandolo.

«Mi ha detto che vuole una famiglia con me.» dissi semplicemente,guardando il muro di fronte a me con lo sguardo perso.

Un urlo di gioia tuonò alle mie orecchie facendomi riprendere. «Oddio! Non mi sarei immaginata mai una cosa del genere da parte sua!»

Non spostai il mio sguardo dal muro e di tanto in tanto mi accigliavo,chiudendo gli occhi o sbattendo semplicemente le palpebre.

«Eli? Che succede?» la mano di Rebecca toccò improvvisamente la mia spalla,facendomi sussultare leggermente.

«Niente... Solo che ancora non ho ancora metabolizzato per bene questa frase. Tutto qui.» sorrisi rassicurandola,poggiando la mia mano sulla sua. «Adesso dormiamo,che siamo tutti stanchi,eh?» lei annuii e andò sul letto spegnendo le luci.

Inutile dirvi che non chiusi occhio quella notte perché sarei troppo scontata. Dubbi esistenziali sorgevano nella mia mente facendomi trarre,talvolta,conclusioni e pensieri così assurdi da spaventarmi.

Adesso la domanda che mi sorgeva spontanea era: volevo davvero una famiglia con Gionata? E sarei stata in grado di occuparmi di un bambino,essere una brava mamma e contemporaneamente una brava ragazza?

Non seppi darmi una risposta certa perché il sonno prese il sopravvento.

Il mio braccio venne tirato bruscamente,sgranando gli occhi di scatto. «Signorina sono le sette in punto. Deve lasciare la stanza adesso.» disse quest'infermiere poco cortese a mio avviso.
Sorrisi falsamente,raccolsi le mie cose e andai via da li senza nemmeno darmi il tempo di salutarli.

Guardai nuovamente l'orologio e vidi che erano passati solo dieci minuti. Mi resi subito conto di non chiamar Gionata perché sapevo che non si sarebbe mai svegliato. L'unica cosa che potevo fare era prendere l'autobus.

Arrivò molto prima di quanto mi aspettassi e mi sedetti tra gli ultimi posti,con le cuffie messe e la testa sul finestrino. Il bus: l'unico posto dove i miei paranoici pensieri prendevano il sopravvento su me stessa facendomi riflettere più che mai.

Ero proprio sicura di non volere questo da Gionata? In realtà non lo sapevo nemmeno io... Probabilmente la mia era solo paura,incapacità.

Sarei stata in grado di aver ancora una volta,gli occhi di tutti puntati addosso ed essere sempre al centro dell'attenzione?

Alzai gli occhi al cielo richiudendoli poco dopo. Da li a poco sarei dovuta scendere perciò mi avvicinai al pulsante che avrei premuto.

Una volta scesa,mi avviai velocemente a casa intenta ad aprire la porrà,con le chiavi date da Gionata in ospedale.

Posai la borsa con la giacca sull'appendiabiti e mi tolsi tutto restando in intimo. Non appena mi misi sotto le coperte sentii un mugolio da parte sua.

«Sei già qui piccola?» mi disse lui,non aprendo nemmeno gli occhi ma con la voce impastata dal sonno.

Gli diedi un bacio sulla fronte che lo fece sorridere e gli dissi. «Si,ma tu ora dormi.» mi sistemai sotto le coperte con lui abbracciato,provando le stesse sensazioni ma più intense di prima.

La mattina,almeno credo,non tardò ad arrivare e i raggi filtravano dalla tenda color caffè. Mi stiracchiai capendo che al mio fianco non c'era nessuno.

Controllai l'ora e vidi che erano le undici del mattino,quindi sarei stata in tempo a sistemare un po la casa per poi andare da Rebecca nuovamente.

Andai in cucina e un mazzo di rose rosse con un peluche gigantesco colpì la mia attenzione. Sopra di esse,c'era una busta bianca che ovviamente,non esitai ad aprire.

Diceva:

Ciao amore mio,

non ci crederai ma poco dopo che Morfeo ti ha rapita dalle sue braccia la mattina arrivò e così,sono venuto qui,proprio dove adesso ci sei tu a scriverti questa lettera,proprio come mi era solito fare anni indietro.

Ieri non essendo stata per noi una giornata di totale relax a causa della nascita del bambino,avevo pensato che vedendo questi (nonostante tu odi il materialismo) ti sarebbe spuntato un sorriso. Avrei davvero preferito darteli di presenza per sentirmi dire frasi del tipo 'non c'era bisogno di tutto questo' ma poco importa,perché so già che non sei in grado di trattenere le emozioni.

Tutto questo,come io spero che tu sappia,non vale niente in confronto all'amore che provo per te (nonostante gli alti,i bassi e tutto ciò che abbiamo passato insieme).

spero che ti sia spuntato un sorriso sincero leggendo questo,proprio uno come quelli che mi ha fatto innamorare

tuo per sempre,Gionata.

E fu così che la mia giornata,cominciò con un sorriso.

spazio autrice

1.54 am senza nemmeno rileggere il capitolo ma stasera sentivo davvero la necessità di scrivere

hope u enjoy it✨

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