Capitolo 6

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Però non rallentai, lui mi raggiunse e comincio a correre al mio fianco. Ben presto i nostri passi e il nostro respiro si sincronizzarono.
Non parlammo, né ci guardammo. Correvano e basta. Un chilometro e mezzo, poi un altro, e iniziammo a rallentare. Io aumentai il ritmo è Kyle con me, poi accelerai ancora e rompemmo il fiato. Passammo a rotta di collo davanti al tronco moroso che segnava il quinto chilometro, respirando a pieni polmoni,sudati fradici.
Tenni gli occhi fissi davanti a me, relegando i pensieri in un angolo remoto del cervello, mentre Lady Gaga cantava in sottofondo. Corri. Corri più forte. Respira. Concentrati. Spingi, con quelle braccia. Non fare caso a lui. Non fare caso al luccichio del suo torace, non guardare il Rigoletto di sudore che gli scorre sul petto, non immaginarti mentre glielo lecchi via, prima che lambisca i suoi addominali.
Merda! Da dov'era spuntata , quell'immagine? Datti una calmata, Nell. Datti una bella calmata. Ma non funzionò. Ora ce l'avevo stampata in mete. Kyle, sdraiati sull'erba, il suo fisico abbronzato e sudato.
Io che mi chinavo sul suo petto, premevo le labbra sul suo sterno poi leccavo un goccia salata...
Oddio. Male. Molto male. Non erano bei pensieri. È nemmeno innocenti. Certo non erano pensieri da amici. Ero ancora vergine. Non avevo mai leccato né baciato nessuno. Ovviamente avevo visto qualche film vietato ai minori con Jill e Becca, guardavano sempre True Blood di nascosto. Quindi, sapevo come andavano le cose, mi era capitato di sognare a occhi aperti, ma... con Kyle?
Tornai di colpo alla realtà. Lui era a pochi metri da me e io stavo correndo a perdifiato,le gambe che pompavano a più non posso. Corsi più forte, più veloce, scacciando le immagini a quel desiderio improvviso e ridicolo nei confronti del mio migliore amico per concentrarmi soltanto sulla corsa. Avevo la gola in fiamme, la vista sfuocata, la disperazione nelle vene, la confusione nei polmoni.
Osservai Kyle con la coda dell'occhio, accanto a me, che si costringeva a tenere il passo, poi il suo spirito competitivo prese il soppravento e sfrecciò via veloce, irraggiungibile. Come un campione di football.
Inciampai, rallentai, mi fermai, poi mi chinai in avanti con le mani sulle ginocchia , tentando di riprendere fiato.
Lui era qualche metro più avanti, nella stessa posizione. Eravamo in cima a una collina, la foresta in lontananza, a sinistra, le nostre case alcuni chilometri indietro, il crinale con il nostro albero a destra. Una fresca distesa di fiori di campo ondeggiava dolcemente al vento, dandoci il benvenuto in quella tiepida serata di inizio settembre. Feci qualche passo e , senza pensarci, mi sfilai la canottiera e la usai per asciugarmi il sudore del viso. Buttai la testa all' indietro, cercando di calmare il respiro, poi mi tamponai la fronte con la canottiera, per evitare che il sudore mi colasse sugli occhi.
<<Dovresti fare un po' di stretching>>, mormorò Kyle.
Al suono della sua voce sussultai, improvvisamente consapevole della sua vicinanza. Il cuore prese di nuovo a battermi forte, questa volta più bella era l'agitazione, che per lo sforzo fisico. Che stupida. Era soltanto Kyle. Lui sapeva tutto , di me. Mi aveva visto nuda.
Brava, Nell, proprio un bel pensiero. Spostai la canottiera dagli occhi e vidi che mi stava fissando con un' espressione intensa, ma impenetrabile. Aveva il respiro affannato e sapevo che,se non fossi rimasta lucida, avrei creduto che non dipendesse soltanto dalla corsa.
Mi leccai le braccia e lui seguì con lo sguardo i movimenti della mia lingua. Male. Molto male.
<<Kyle...>> dissi, poi mi resi conto che non avevo idea di come proseguire.
<<Nell.>> Sembrava calmo, sicuro di sé. Indifferente. Ma i suoi occhi...i suoi occhi lo tradivano.
Poi si spiegò in avanti con i piedi uniti e cominciò a fare stretching. L' incanto si era spezzato, così mi voltai e lo imitai. Una volta terminato, ci sedemmo sull'erba e a quel punto capii che non potevamo più rimandare la discussione. Per mascherare la tensione, mi sciolsi la coda di cavallo.
Lui fece un respiro profondo, poi chiude gli occhi.
<<Nell, ascolta. Quando ti ho detto "Perché no" sono stato uno... sono stato uno stupido. Non mi sono spiegato bene. Mi dispiace. Deve essere stato orribile. Ero sconvolto è molto confuso...>>
<<Confuso?>>
<<Si, confuso!>> esclamò Kyle. <<Questa cosa che ci è successa oggi, mi sta confondendo. Quando mi hai detto di Jason è come se fosse scattato qualcosa, dentro di me. Vi ho immaginato insieme, mentre vi baciavate, e non...No>>.
Si sfrego il viso, poi si sdraiò sull'erba, scrutando il cielo azzurro punteggiato di bianco e screziato di arancione dal sole al tramonto. <<Ti sembrerà strano, ma...quando ho pensato a Jason che ti abbracciava, che ti baciava... non c'è lo fatta. Mi sono detto: Cristo no! Nell è mia. Poi sono così via. Non riuscivo a capire perché ero diventato così possessivo, tutto a un tratto. È anche adesso... non capisco cosa mi è preso.>>
<<Nemmeno io. Insomma, la tua reazione mi ha colto di sorpresa, ma poi sono tornata a casa e mi sono chiesta come sarebbe stato uscire con lui e... non avrebbe funzionato. Non riuscivo neanche a immaginarmelo.>>
<<Quindi hai sempre intenzione di vederlo, stasera?>>
Feci una pausa. <<Non lo so. Credo di no.>>
Kyle mi guardò, poi tirò fuori l' iPhone, con gli auricolari ancora attaccati. <<E lui lo sa?>>
Trasalii. Non lo avevo chiamato per annullare l' appuntamento. <<Cavoli, no,non lo sa.>>
Le labbra di Kyle si incresparono in un sorriso. << Faresti bene a telefonargli, allora,no? Si starà chiedendo dove sei finita, a quest'ora.>>
Guardai l'iPhone:erano le 18:45. <<Posso usare il tuo telefono?>>
Lui andò in rubrica e me lo porse. Premetti il pulsante e inoltrai la chiamata, stringendo la custodia di gomma ancora umida e calda.
<<Ciao, Kyle, amico! Cosa c'è>> rispose la voce squillante di Jason.
Esitai, trattenendo il respiro.<<Ciao,Jason,sono Nell. Ti chiamo con il telefono di Kyle... Ho dimenticato a casa il mio.>>
<<Dimenticato? Dove sei ? Sono appena arrivato da te.>> La sua voce cordiale ed euforica assunse una sfumatura perplessa.
<< Ascolta, mi dispiace, ma non posso uscire con te.>>
Un lungo silenzio. <<Oh. Capito.>> Dal suo tono capii che era deluso. <<Va tutto bene? Insomma...>>
<< È solo che... forse sono stata un po' precipitosa, Jason. Mi dispiace. Non credo che...non credo che funzionerebbe.>>
<<Quindi non ci sarà un prossima volta, giusto?>>

Eccomi! Scusate l'inattività,spero che il capito vi piaccia vi invito a vedere anche l'altra storia(My favorite bad boy) vi invito sempre a commentare sono curiosa di sapere cosa vi suscita questa storia...siamo solo all inizio e c'è tanto, davvero tanto ,ancora da scrivere,quindi vi lascio 😂
Ciaoo!!

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