Dal tono della voce e dallo sguardo assorto, mi resi conto che stava parlando per esperienza diretta.«Lo sappiamo, mamma Intendevamo proprio questo.» «Bene, allora.» Sparì in casa,già con il telefono all' orecchio.
Restammo soli, sul vialetto. «Non è stato così terribile.»«No, ma quella era mia madre.
Adesso chiamerà mio padre e lui Chiamerà me, e dovrò sorbirmi un bel discorsetto.»«Già, probabilmente è la stessa cosa che dovrò affrontare io tra poco.»Lui scoppiò a ridere. «Non ci siamo già passati da bambini?»«No, direi che quella era una cosa diversa. Sai, la storia delle api, dei fiori eccetera eccetera. Questa volta...» Le parole mi morirono sulle labbra e non terminai la frase.«Questa volta ci consiglieranno di aspettare. E di essere responsabili.»«Esatto.» Ero già enormemente sollevata, all' idea di aver affrontatola questione senza essere costretta a dire cose troppo imbarazzanti.
Ancora una volta, non eravamopronti.
Per niente.
Ma poi sentii le sue mani Scivolare lungo la mia schiena e attirarmi a sé in un abbraccio,all' improvviso la prospettiva dispingerci oltre non mi parve più tanto assurda.
Anzi.Gennaio
KYLE e io vivevamo la nostra relazione in modo rassicurante, ma felice.
Il fatto che le cose non Fossero cambiate granché era significativo. Eravamo quelli di sempre: soltanto che ci prendevamo per mano e ci baciavamo nei corridoi della scuola,nella sua auto, sul divano davanti alla tv.
Alla fine i nostri genitori ci Avevamo fatto il «discorsetto» sul sesso sicuro, cosa terribilmente imbarazzante.
Non ci avevano Nemmeno dato la possibilità di spiegare che ci eravamo limitati a qualche bacio e che il sesso non era previsto, al momento.Almeno, non per me.
Kyle pareva Assecondarmi e io ero appagata dalla nostra routine.
Mi piacevano i nostri baci. Mi piaceva stare accoccolata accanto a lui. Era un po'come non voler passare da un rapporto di semplice amicizia a una relazione sentimentale, per non rinunciare a qualcosa di molto gradevole.
La verità era che avevo paura.
Forse mi ero lasciata influenzare da Tutti quei programmi e film con scene di sesso che avevo visto conBecca e Jill.
Temevo che la realtà Non fosse all'altezza delle mie aspettative.
Cioè, dentro di me sapevo che la tv e i film non Riproducono fedelmente la realtà.
Persino il modo in cui i personaggi si baciavano non era plausibile.
Anche se non riuscivo bene a Comprendere come mai.
Però non potevo parlarne conKyle. Non ero sicura che potesse capirmi, e credevo che avrei fatto la figura della stupida. Ero al corrente di come andavano le cose: la prima volta, per una ragazza, non era sempre un fuoco d'artificio, e poteva essere dolorosa. Avevo un sacco di amiche, a scuola, che avevano già fatto sesso e avevo raccolto le loro confidenze. Becca,per esempio. L'appuntamento conJason era stato il primo di una lunga serie.Da allora facevano coppia fissa e una sera tardi Beccaera venuta a casa mia, emozionata ed eccitata, raggiante e sull'orlo di una crisi di pianto.Mi ero seduta sul letto accanto alei e avevo alzato il volume della tv in modo che l'audio coprisse la nostra conversazione. Avevo atteso,giocherellando con il cordoncino dei pantaloni del pigiama, sicura cheBecca mi avrebbe raccontato cosa lev passava per la testa, una volta trovate dentro di sé le parole giuste. Becca era così: non parlava mai, prima di aver scelto con cura ogni singola espressione. Da bambina aveva lottato contro la balbuzie e gli anni di riabilitazione linguistica le avevano insegnato a riflettere su ogni parola e ogni frase prima di pronunciarle. A volte dava l'impressione di leggere un copione,e non tutti lo capivano.
Io sì, perché la conoscevo sin da Quando era una bambina balbuziente.
Avevo imparato a Superate il suo difetto di pronuncia e ad ascoltarla, e non dovevo metterle fretta.
Anche dopo tanti Esercizi di logopedia diceva ciò che voleva solo quando si sentiva pronta, e non prima.«S-sono andata a letto conJason», aveva esordito. Sì, Beccabalbettava ancora, quando era particolarmente emozionata.Mi ero girata di scatto verso dilei, con un'espressione attonita. Lei mi aveva rivolto un sorriso incerto,il viso nascosto dai riccioli corvini.Era arrossita: impresa quasi impossibile, visto che le sue origini Italo -libanesi le avevano regalato una carnagione scura.«Cosa? Davvero? Quando? Dove?Com'è stato?»
Becca aveva avvolto un ricciolo intorno a un dito e strattonato la ciocca, segno che era agitata. «È proprio come ti raccontano, Nell Meraviglioso, imbarazzante, intenso e un po' doloroso, all'inizio. Senti una fitta leggera, niente di tremendo, e dopo è... è davvero incredibile. Jason è stato attento e premuroso. Era la prima volta anche per lui. È stato dolcissimo.
Però non è durato molto.
Non come In True Blood, questo è certo.Però è stato bello.»«Hai sanguinato?» le avevo chiesto.«Sì, un po'. Avevamo detto ai nostri genitori che saremmo andati al centro commerciale a fare shopping, invece siamo andati in hotel. Nessuna emorragia, niente di tragico.» Mi sorrise. «La seconda volta è andata meglio, è stato meno imbarazzante.»L'avevo guardata preoccupata.«Imbarazzante?»«Ricordi il tuo primo bacio? Cioè,il primo bacio vero? Con la lingua e tutto. Ricordi che è stato naturale,come se fossi consapevole di cosa stavi facendo, ma dovessi anche capire come farlo nel modo giusto?
Tipo, come mettere il naso, le Mani, eccetera? Be', più o meno è così.» Guardò fuori della finestra, ai rami della quercia che oscillavano nel vento invernale, e mi accorsi che era tornata in quella camera d'albergo, insieme a Jason.Ero rimasta accanto a lei, in silenzio. «Ti senti diversa?» le avevo domandato alla fine.«Sì. Molto. È difficile da spiegare,ma vedi le cose in modo diverso. Fisicamente, mi sento sempre la Stessa. Ho un po' di bruciore, ma nient'altro.
Nella testa, invece, mi Sento più grande.
Più saggia.
Anche Se non è la definizione esatta. Non lo so. È la cosa più difficile da spiegare. È come se finalmente avessi capito perché tutti ne parlano come di una tappa molto importante della vita.»«Ti sentivi pronta?»Indugiò qualche istante. « Credo di sì. Non lo so. Insomma, lo volevo. Davvero. Ne abbiamo parlato per settimane, abbiamo deciso quando e dove. Prima siamo andati a cena, ed è stato romantico. Però ero spaventata. E anche Jason, ma non quanto me.»L'avevo guardata e avevo intravisto il dubbio, nei suoi occhi.«Ti ha fatto pressione, Becca?»Lei aveva distolto lo sguardo.«Un po', forse. Ma non avrei detto di sì, se non ne fossi stata convinta.Mi sarei limitata ad aspettare ancora, se fosse dipeso da me.»«Siete stati... attenti, vero?»Becca aveva annuito con convinzione. «Mia cugina Maria ha ventitré anni e mi ha accompagnato in clinica a farmi prescrivere un contraccettivo. Inoltre abbiamo usato u-una, ecco: una protezione.»«Pensi che tua cugina avrebbe voglia di accompagnare anche a me ?»«Se sei convinta, posso chiederglielo. Però aspetta finché non ti senti davvero pronta.»Dopo un paio di respiri profondi,aveva cominciato a tremare, e io l'avevo abbracciata. «Va tutto bene?»
Lei aveva alzato le spalle,turbata, e aveva detto: «Sì, credo di sì.
Sono sopraffatta da tutte queste emozioni.
Insomma, non riesco Nemmeno a credere di averlo fatto.»
Si era ritratta e mi aveva Guardato negli occhi. «Non sono più vergine, Nell. Ora sono una donna.»Poi era scoppiata a ridere, ma nella Sua risata c'era una nota triste.
«Non eri pronta, non è così?»
avevo mormorato.Lei si era abbandonata tra le mie Braccia.«N-no. Però lo amo, Nell.Lo amo.» Aveva fatto un lungo sospiro, poi si era ricomposta,sedendosi e asciugandosi il viso.«Lo amo e non volevo deluderlo. Es-sapevo che prima o poi avremmo oltrepassato il limite, capisci?»«Cosa intendi?»«Oh, avanti, Nell. Un bacio tiral'altro e la situazione si fa sempre più coinvolgente. Alla fine, sai benissimo cosa accadrà e devi continuamente fermarti, prima che sia troppo tardi. Come ti dicevo, lo desideravo davvero. Con tutta me stessa. Ti prego, non pensare cheJason mi abbia forzato. Non è andata così e non l'ho fatto controla mia volontà: al contrario. Solo che... non so come spiegartelo.»«Credo di capire. Mi capita anche con Kyle: ogni giorno che passa diventa sempre più difficile bloccarsi.»Lei mi aveva preso le mani.«Allora fate come noi. Parlatene.Visto che accadrà comunque, tanto vale programmarlo, assicurarsi che proceda tutto secondo i piani.»
Avevo scacciato a fatica quelle sensazioni che continuavano ad accavallarsi nella mia mente. Becca era rimasta un altro po', avevamo finito di guardare il reality delle ragazzine incinte, che ora aveva assunto un nuovo, inaspettato significato, poi era tornata a casa.
Una volta sola, riuscivo a pensare soltanto a quella sera sulla collina, al desiderio travolgente perKyle, al vortice di passione che mi aveva inghiottito. Sarebbe stato così semplice lasciarsi andare,perdersi tra le sue braccia.Però non volevo avere dubbi.Non volevo andare a piangere sulla Spalla di Becca, perché avevo fatto sesso con Kyle senza essere convinta al cento per cento.Ma poi era possibile essere convinti al cento per cento, quandosi trattava di cose simili?
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Sei sempre stata mia
ChickLitNell ha sedici anni e fin da piccola è crescita con Kyle il suo miglior amico oltre che futuro ragazzo. Il loro amore è invincibile e sembra che sia pieno di speranze e promesse. Poi un giorno Kyle muore in un tragico incidente. Ora che Kyle non c'è...