capitolo 9

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  Finalmente, mi guardònegli occhi, mentre le sue ditagiocherellavano con una ciocca deimiei capelli. «Anche adesso, inquesto preciso momento, vorreibaciarti. Ma ho paura che nonriuscirei più a fermarmi.»

«E chi ha detto che devi farlo? Ho ricambiato il tuo bacio. Non so cosa significa, per noi; cosa siamo diventati.
Mi chiedo, stiamo insieme, adesso? Non lo so.
Cosa Diranno i nostri genitori? In fondo è quello che hanno sempre pensato tutti, giusto?»

Kyle si inumidì le labbra e capii che stava per baciarmi di nuovo.
Lo anticipai.
Mi chinai su di lui, mentre i miei capelli scendevano come una cortina sui nostri visi separandoci dal resto del mondo, escludendo ogni altra cosa. La mano di Kyle mi sfiorò il braccio, esitò incerta sulla mia spalla, poi scivolò lungo la mia schiena. Era titubante, e anch'io.
Il bacio si interruppe, ma le nostre Labbra continuarono a sfiorarsi. Ci guardammo, e vidi ogni sfumatura di emozione nei suoi occhi: il dubbio, il desiderio, l'insicurezza. Mi spostai appena, in modo che il mio corpo fosse sopra il suo, e appoggiai le mani sul suo petto.Avevo visto i protagonisti di un film in quella posizione, una volta, e ora compresi. Era molto intima.
Rassicurante, ma al contempo Allusiva.
Mi sentii matura. Adulta. Cresciuta. Travolta da un desiderioche non riuscivo ancora a spiegarmi, a gestire. Avvertivo la sua eccitazione e il suo sguardo esitante, la stessa dolorosa consapevolezza.
Cosa dovevo fare?Ritrarmi?
Nei film, questo era L'attimo in cui dai baci si passava naturalmente ad altre cose. In TrueBlood, Eric avrebbe spogliatoSookie, poi lui sarebbe stato sopradi lei, in un'apoteosi di virile mascolinità e corpi avvinghiati, eavrebbero fatto l'amore...avrebbero scopato... ed entrambi sarebbero stati consapevoli di ciò che stava accadendo.
Io invece non ne ero così sicura.
Arrossivo alla sola vista del suo Torace nudo. Sentire la sua pelle, le sue mani sulla mia schiena, che si insinuavano sotto il mio reggiseno,mi scatenava un fremito in tutto il corpo. Ma... il resto?Non ero pronta.Kyle doveva aver intuito il mio tormento, oppure si era accorto che il cuore mi batteva all' impazzata. Si ritrasse e si mise seduto, io lo imitai.«Dovremmo andarci piano, Nell.»«Sì... hai ragione.» Balzai in piedie raccolsi la canottiera dall' erba.
Era fradicia, quindi non la Indossai. Avevo i muscoli contratti,la schiena dolorante.
Mi allungai, inarcandomi  all'indietro, tenendo le braccia sopra la testa e i palmi rivolti al cielo. Mi accorsi di avere gli occhi di Kyle addosso.
Gli occhi di un ragazzo che guarda una ragazza.
Perlustrando ogni centimetro delmio corpo, con desiderio. Avvampai.«Cosa c'è?» gli chiesi, anche sesapevo già la risposta.«Niente.»
Distolse in fretta lo Sguardo e non potei fare a meno di indugiare sui suoi muscoli luccicanti di sudore, sul rigonfiamento inequivocabile dei suoi pantaloncini,che mi fece imbarazzare ancora di più.
Ripensai all'unica volta in cui Jille e io avevamo visto un film porno suInternet: per pura curiosità,esaltate dal fascino del proibito. Mi tornarono in mente quegli uomini,grandi e grossi, nerboruti e pelosi...brrr. Non era stato divertente, ne eccitante. Non era stato bello per niente . Le donne non sembravano nemmeno vere. Era stato orribile è sconvolgente e persino un po'spaventoso. Avevamo spento a metà, giurando di non tornare mai più sull'argomento. Poi ci eravamo sintonizzate su una replica di JerseyShore, cercando di non pensare a quelle immagini schifose.E adesso, sei mesi dopo quell'esperienza deludente, l'unica cosa che mi domandavo, mentre mi sforzavo di staccare gli occhi dall'inguine di Kyle, era se assomigliasse a quegli uomini, se vedere il suo corpo nudo mi avrebbe eccitato, se insieme saremmo mai stati protagonisti discene simili.«Sarà meglio tornare a casa»,disse Kyle
. «Si chiederanno tutti dove siamo finiti.»
Attraversammo il campo nel sole del tramonto. Incominciai a correre Giù per la ripida collina, e sentii di nuovo addosso lo sguardo di Kyle,solo che questa volta mi stava fissando il fondoschiena. Ignorai il disagio e gli lanciai un'occhiata,tentando di apparire timida e allusiva. Ai piedi della collina rallentai, muovendo i fianchi in modo sensuale
.«Mi stavi fissando, Kyle»,sussurrai quando lui mi raggiunse
.«Non è vero.» Stava trattenendoun sorriso, ma il rossore delle sue Guance era evidente.«E invece sì. Mi stavi guardando il culo.»«Io...» Abbassò la testa e si massaggiò la nuca, poi abbozzò un sorriso
.«Sai cosa ti dico? Sì, è vero. Vabene? Ti stavo guardando il culo. È un problema?»
.«Non ho mai detto che lo fosse.»Non avrei ammesso che mi piacevanemmeno sotto tortura.
Camminammo in silenzio, vicini,confusi. Poi Kyle ruppe il silenzio.«È da tutta la vita che cerco di non guardarti in quel modo. Ogni volta che ci alleniamo sono costretto a correre davanti a te, per non fissarti il sedere. Per non parlare delle tette. Anche se porti quel reggiseno, ballano un bel po',ed è una cosa che mi distrae in modo assurdo.»«Kyle!» Avrei voluto sprofondare poi scoppiai a ridere.«Cosa c'è? È la verità. In fondo sei la mia migliore amica e mi sembrava sbagliato guardarti come faccio con le altre. Però... accidenti,Nell. È praticamente impossibile staccarti gli occhi di dosso. Sei uno schianto.»Mi fermai di colpo. «Dici sul serio?»«Lo sai benissimo, NellHawthorne, quindi smetti di andare a caccia di complimenti», mi prese in giro lui stavolta. Il suo sorriso si sciolse, virando in un'espressione intensa, seria e carica di emozione.«Ma 'schianto' non è la parola giusta. Certo, a scuola lo pensano tutti: a parte Thomas Avery, ma lui è gay. Io invece ti trovo bellissima.E meravigliosa.»Il suo esame minuzioso e il desiderio pungente che leggevo sul suo viso mi misero leggermente a disagio. «Grazie...»Pensa che sia... meravigliosa? Sapere che per Kyle non ero soltanto sexy, ma meravigliosa, mi provocò una fitta al cuore. Qualcosa Di simile alla paura, una pressione forte dentro il petto.Tornammo a casa, e a un certo punto mi prese per mano,intrecciando le dita alle mie comese fosse la cosa più naturale. Raggiungemmo il vialetto della sua Villa, dove trovammo sua madre che stava ritirando la posta, il cellulare incastrato tra orecchio e spalla, forse al telefono con mia mamma.Ci vide attraversare il cancello in ferro battuto, mano nella mano. Ci guardò sbalordita e smise di parlare, la bocca spalancata. I miei capelli erano una matassa arruffata e sudata, ero senza canottiera eKyle era a torso nudo...All'improvviso le mie labbra bruciarono, al ricordo del nostro bacio, e mi domandai se fosse così lampante, se sua madre avesse capito tutto, e magari credesse che...«Rachel, ti richiamo. I ragazzi sono appena tornati... mano nella mano. Sì. Lo so. Di già.» OliviaCalloway riagganciò e si voltò verso di noi. «Allora. Dov'eravate finiti?»I suoi occhi si posarono sulle nostre mani. Noi ci scambiammo un lungo sguardo, carico di significato.Gli strinsi la mano, per fargli capire che non l'avrei abbandonato. Non mi vergognavo né avevo intenzione di nascondermi.«Be', siamo andati a correre, poi ci siamo fermati a parlare in cima alla collina», rispose Kyle.La signora Calloway ci squadro sospettosa, soffermandosi sul nostro aspetto, sui miei capelli scarmigliati. «A parlare, dici? E quelle?» Indicò le nostre mani.Kyle sollevò il mento, fiero.«Stiamo insieme.»
In realtà non lo avevamo deciso,visto che ci eravamo baciati prima Ancora di affrontare l'argomento.Ma non era il caso di dirglielo; non li, non adesso. E comunque stavamo insieme, anche se non lo avevamo «ufficializzato».«Capisco», fece la signoraCalloway. «Sicuri che sia una buona idea? Siete così giovani.»
Kyle lanciò un'occhiata accigliataa sua madre. «Stai parlando sul Serio? Colt a sedici anni aveva già la ragazza e non ricordo che voi gli abbiate mai rotto le scatole.»«Modera il linguaggio,giovanotto», ribatté lei severa. «Per tua informazione, gli abbiamo rotto le scatole un bel po'. Il fatto che tu non abbia assistito alla discussione, non significa che non sia avvenuta. Avrai avuto sì e no undici anni. Tuo padre e io non ci saremmo mai sognati di affrontare simili questioni di fronte a te.»Lui sospirò. «Be', immagino che tu non abbia tutti i torti. Però...»«Vi chiedo soltanto di stare attenti, intesi?» Lo interruppe la signora Calloway.«Mamma, cosa... non stavamo...insomma, non abbiamo...»«Non ho alcuna intenzione di parlarne con te. Specialmente non davanti a Nell. L'unica cosa che vi chiedo, e poi chiudiamo il discorso,è di stare attenti, qualunque cosa facciate.» Si girò, infilando la corrispondenza sotto il braccio, poi ci ripensò e si voltò. «E guarda che sto parlando di sentimenti, non di sesso. Siete amici da una vita. E una volta superato il confine... non potrete più tornare indietro.»

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