Capitolo 48

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                 *70 anni dopo*
                  Emma'spovv

Metto i pancake sul piatto di Jace che sorride debolmente mentre prende forchetta e coltello.
Io:"Non fare quella faccia. Te le ho fatte solo perché oggi facciamo 70 anni di matrimonio."

                      Jace'spovv

Emma:"Non fare quella faccia. Te le ho fatte so perché oggi facciamo 70 anni di matrimonio."

In realtà non sono felice per questo, ma perché ieri ho trovato due posti liberi sull'aereo per Parigi. Sò bene che Emma vuole andarci da quando aveva 13 anni.

Dopo la colazione si apre la porta principale. Si sentono immediatamente delle risate.
Henry:"Sean, non dare fastidio a tua sorella."
Non si sentiva solo la piccola Diana che aveva in braccio con un ciuccio in bocca.

Io:"Ciao Henry. Dov'è tua sorella?"
Henry:"Ancora a Firenze."
Io:"Perché sei venuto?"
Mi siedo nella poltrona con la schiena dolorante ed Emma fa lo stesso con la poltrona accanto alla mia.
Henry:"Ho saputo che fate 70 anni di matrimonio."
Emma:"Che tesoro."

Restiamo a parlare per un oretta, dopodiché se ne va insieme ai suoi tre bambini. Io ed Emma prepariamo il cestino da picnic. Ogni anno facciamo un picnic per il nostro anniversario di matrimonio.

Qualche volta ci piace mettere un po' di musica. Appena accendo lo stereo, allungo la mano verso Emma per invitarla a ballare. Lei ride un po' e poi mi dà la sua mano.

La faccio alzare dalla poltrona e l'avvicino a me tenendola per il fianco. Ahah non c'è male per dei vecchietti di 82 e 86 anni. Oscilliamo a destra e a sinistra e nel frattempo giriamo su noi stessi. E ridiamo e ridiamo.

Quando Emma non guarda, infilo i due biglietti per Parigi dentro il cestino.

Usciamo di casa e lei mette le sue braccia attorno al mio braccio.

Arriviamo alla solita collina. Io cammino molto più velocemente di lei arrivando subito in cima, sotto l'albero.
Io:"Dai Emma, sbrigati."
Dico saltellando sul posto tutto contento.

Lei non risponde. A metà della salita cade e si mette a quattro zampe tossendo. Mi affretto a raggiungerla e mentre lo faccio rovescio il cestino che ho in mano.
Io:"Emma? Che cos'hai? Parlami!"

Chiamo l'ambulanza che dopo 10 minuti arriva. La caricano sul veicolo ed io salgo anche. Le tengo la mano mentre lei è priva di sensi.

Arrivati all'ospedale ci separiamo. La portano nel sua stanza ed io aspetto che possa entrare per vederla.

Al momento sono seduto su una sedia difronte alla sua camera da cui dopo poco esce il dottore.
Dottore:"Signor Norman?"
Io:"Si. Che cos'ha?"
Dottore:"Ha solo un rene e la sfortuna ha voluto che gli venisse...un cancro proprio lì..."

Sento una fitta.

Io:"Io potrò darle il mio. Glielo darò io."
Dottore:"Non si può fare più niente. Questa cosa va avanti, probabilmente, da qualche mese."

Non c'è niente di peggio: vedere una persona che ami stare male e non poter fare nulla.

Dottore:"Può entrare. È sveglia."
Rimango per qualche minuto a guardare la porta, ancora incredulo. Dopo decido di alzarmi.

Appena apro la porta la trovo sul lettino più debole di prima. Appena chiusi la porta alle mie spalle lei aprì leggermente gli occhi. 

Senza dire niente io le diedi un libro. Era un album con tutte le nostre foto e c'erano anche quelle in cui eravamo giovani.

Quando finiamo l'album e il respiro per le risate, ci riguardiamo negli occhi per quella che fu l'ultima volta.

Infatti, mi accarezzò la guancia e scese fino al mio petto, sorridendomi. Sembra piuttosto felice. Anche io sorrido per non preoccuparla, ma dentro sto morendo.

Rimango con la sua mano nella mia. Accenna un ultimo sorriso e chiude gli occhi. Questa volta per sempre. Abbasso lo sguardo e rimango a stringere sempre la sua mano su cui scende una lacrima.

Due giorni dopo fui l'ultimo ad andarmene da quella chiesa. E fui l'ultimo anche a dare un ultimo sguardo alla sua tomba. Non riesco proprio ad abbandonarla.

Prendo il cappuccino, la bibita che abbiamo bevuto quando ci siamo incontrati la prima volta, e torno a casa.

Appena arrivato entro e mi chiudo la porta dietro, isolandomi dal mondo intero.





Heyyy!! Quindi, questa è la fine della storia. Mi stava per scendere una lacrima mentre lo scrivevo. Quando questo capitolo avrà un bel pò di visualizzazioni posterò il primo capitolo di cinquanta sfumature di Jace :)

Tu mio, io tua. (Jace Norman)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora