Lily
Mi trovo a lezione, come sempre del resto, e sento due occhi puntati sulla mia testa.
«Alice la vuoi finire di fissarmi?!»esclamo io girando la testa di scatto verso di lei, attirando l'attenzione dei ragazzi più vicini a noi.
«Che avete da guardare? Pensate ai fatti vostri»dico io osservandoli e facendogli cenno con la mano di voltarsi da un'altra parte, invece che pensare a quello che le due ragazze Grifondoro più famose del loro anno(questo è quello che pensa Alice, non io)hanno da dire tra di loro. Ora che ci penso, se la mia migliore amica ha ragione nel pensare che siamo popolari, hanno tutta la curiosità di sapere quello che abbiamo da dire.
«Perchè il Patronus tuo e di Potter sono identici?»mi chiede lei sottovoce, dopo essersi beccata un'occhiataccia dalla McGranitt che sta spiegando qualcosa di cui, per la prima volta, non prendo appunti.
«Non sono identici, il mio è una cerva e il suo è un cervo, sono solo...»ma lei mi interrompe, sicuramente perchè sa cosa sto per dire.
«Coincidenze»mi precede lei per poi aggiungere«Io non credo»mi rivolge un sorriso che sembra quasi un ghigno...ma chi voglio prendere in giro? È un ghigno degno dei Malandrini e, anche se non lo vorrei mai ammettere, Alice ultimamente sta passando troppo tempo con Black, Remus e Minus. Dice che è per una buona causa. Convinta lei, convinti tutti.
«Senti, non è che se solo abbiamo i Patronus che combaciano ora siamo "perfetti l'uno per l'altra" e tutte quelle cavolo di smancerie di cui mi parli sempre. A casa mia, i Patronus sono degli incantesimi protettivi, non dei Cupido portatili»spiego io mentre sbuffo e inizio a prendere appunti. Mi manca il fatto di non sentire la penna sul foglio che scrive ogni parola che la prof dice. Sono talmente abituata a farlo che ora mi sembra troppo strano.
«Si ma non capita tutti i giorni trovare chi ha il Patronus che combacia con il proprio. Guarda me e Frank, non ce lo abbiamo uguale e ci amiamo. Il vostro invece è uguale! Vorrà dire qualcosa no?»mi dice lei prendendo la mia matita dalla mano per poi spezzarla davanti ai miei occhi e buttare un pezzo all'aria e l'altro sbatterlo sul legno del banco, creando un rumore che attira la prof, anche se non dice nulla. A volte mi fa paura quella donna...
Non riesco nemmeno a ribattere questa cosa perchè la campanella suona, vuol dire che ora dobbiamo mangiare. Sentivo lo stomaco brontolare da non so quando. Forse perchè stamattina non ho mangiato nulla per colazione.
Mi alzo di scatto dalla sedia e esco senza nemmeno dire una parola ad Alice, che mi guarda stranita mentre cammino fuori dall'aula.
«Evans!»mi richiama una voce che, purtroppo, mi sono dovuta sorbire per gli ultimi sei anni e mezzo della mia povera vita.
«Cosa vuoi Black?»dico io mentre sento lui sfilarmi a fianco, stranamente rigido. Di solito è sempre con le mani in tasca, oppure con una tra i capelli, mentre cammina sfacciato. Invece sta volta lo sento piuttosto...serio?
«Parlare Evans. Solo parlare. Ti va?»mi chiede lui, anche se so che se gli diró di no lui mi parlerà lo stesso. Perchè è così cocciuto?
«Veramente no. Vorrei solo mangiare qualcosa. Sto morendo di fame»specifico io aumentando il passo per superarlo e dirigermi alla Sala Grande, dove sono sicura che dell'ottimo cibo mi stia aspettando di fronte al mio solito piatto...ok, il cibo sta prendendo il sopravvento delle mie emozioni.
Poi, per colpa della mia amica che non mi abbandona mai, cioè la sfortuna, sento una mano avvolgersi intorno al mio polso e bloccarmi nel corridoio, per poi attaccarmi alla parete di roccia.
«Senti, io te lo devo dire. James sta soffrendo e...»ma lo blocco sporgendomi in avanti per ribattere.
«Bene, io no. È lui che si è messo a sbaciucchiare Rosmerta al Tre Manici di Scopa, dopo avermi più volte ripetuto di amarmi»mi guarda negli occhi mentre gli dico queste cose. Sicuramente sta provando a farmi sentire in colpa, come fa con tutti gli altri del resto, ma lui non sa che io faccio la stessa cosa con la gente.
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Ti odiavo, ora non più
Fanfiction«Sul serio Evans, cosa vuoi che faccia? Sono in punizione»dice lui facendo un tiro e poi sputare il fumo che si sparge nel piccolo angolo della biblioteca. «Vuoi fare qualcosa? Sparisci dalla mia vita»dico io guardandolo negli occhi. Il fumo li fa...