Festa pt.3

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James

«Ti amo Evans...»dico io appena ci stacchiamo da questo nostro primo bacio. Anche se è stato solo un breve bacio a stampo è stato tutto così perfetto.

E ora, ora che ho capito di amare Lilian Evans, non so veramente cosa fare ritrovandomela, finalmente, tra le braccia.

«Vieni con me»mi dice guardandomi negli occhi facendo incastrare il loro colore verde smeraldo nel mio nocciola facendomici perdere al loro interno. È la prima volta che mi sento così bene con una ragazza. Forsè il motivo è perchè è la prima volta che mi innamoro seriamente di qualcuno. Perchè innamorarsi non è avere le farfalle nello stomaco quando si vede una persona, innamorarsi è averle continuamente quelle farfalle, ma non riuscendo a spiegarsi il motivo della loro esistenza perchè le si ha sempre avute da quando conosci la persona che ami e ormai ci si è fatta l'abitudine.

Ritorno alla realtà e annuisco. Lei sorride smagliante, un sorriso che fa sorridere anche me, e mi porge la mano che io afferro facendo incastrare le mie dita tra le sue e riscaldandogliele con il mio calore.

Iniziamo a correre fuori la Sala Comune nei corridoi fino ad arrivare fuori la scuola.

«Poooootter non correre così! Sembri una lepretta!»mi dice lei dietro di me mentre sento il suo respiro farsi sempre più affannoso. La cosa mi fa alquanto ridere, dato che è bello aver superato Lily Evans in qualcosa, anche se questa non è una materia e in questo preciso istante è ubriaca e non potrebbe dare il meglio di sè stessa in qualsiasi altra cosa che le avrei proposto.

«Ho un'idea»le annuncio io tirando fuori la mia bacchetta. Lei si avvicina a me e mi abbraccia il braccio senza alcun motivo preciso ma questa azione mi rende felice non so perchè. Forse solo perchè sento il suo corpo a contatto con il mio per la prima volta.

«Accio»dico appellando la mia scopa e afferrandola appena mi arriva in mano. La metto in posizione orizzontale e ci monto sopra.

«Dai vieni!»dico alla Evans porgendole la mano. So perfettamente che se non fosse stata ubriaca se ne sarebbe già andata dato che ha paura dell'altezza, ma se fosse stata sobria non sarebbe nemmeno qui a ridere e scherzare con me dopotutto.

Viene verso di me e si siede dietro agganciando le sue braccia intorno al mio busto facendomi arrivare un'altra scossa che si diverte a scorrere in tutto il mio corpo in meno di tre secondi.

«Pronta?»le domando io girando leggermente la testa, solo per vedere la sua testa che mi fa "si" annuendo. Parto di scatto e inizio a volare con lei che si stringe sempre di più a me come se fossi un orsacchiotto di peluche che la sta proteggendo dall'incubo della realtà.

So già qual è la meta in cui la sto portando ma le voglio mostrare le nuvole. So anche alla perfezione che domani nulla sarà cambiato a parte il fatto che io le correró dietro, questa volta per farle davvero capire che io la amo sul serio e che quella scommessa, quella che avevo fatto anni fa quando ancora ero un bambino, ora non vale più.

Dopo un paio di minuti mi dirigo alla Torre di Grifondoro dove ancora si sente la musica alta della festa. Viro con la scopa un po' più in alto fino ad arrivare ai dormitori maschili, precisamente al mio.

Apro la finestra e noto con piacere che nè i Malandrini nè Frank sono ancora rientrati per dormire.

«Entra dai...»la sprono io facendole cenno con la mano di varcare la finestra prima lei. Annuisce e allunga la gamba entrando nella stanza ridendo a crepapelle come se avesse appena vinto qualche premio speciale. È ancora ubriaca e io me l'ero quasi dimenticato.

Faccio il suo stesso movimento ma sbilanciandomi un po' troppo per non far precipitare la scopa di sotto scivolando addosso a lei e cadendo sopra il mio letto. Continua a ridere e questa volta mi unisco a lei. È una sensazione bellissima sentirla ridere, la sua risata è la mia suoneria preferita.

Ti odiavo, ora non piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora