James
E ormai anche ottobre era passato facendo arrivare un novembre freddo e spoglio. Dal giorno in cui io e la Evans abbiamo litigato con lei non ci parlo più. Ma non le parlo non solo perchè credo sia una psicopatica maniaca e rompi pluffe ma perchè rimarrei in imbarazzo. Si perchè quella sera, Silente le aveva detto che i suoi genitori erano morti. E io avevo promesso a lui e a me stesso che non lo avrei detto a nessuno. E non volevo nemmeno farglielo pesare, ricordandoglielo. Peró, dovrei proprio parlarle.
«Ramoso pensa a bassa voce, mi infastidisci...»mugugna Sirius mettendosi il cuscino sopra la testa. Oggi mi sono svegliato molto più presto del solito anche se è un giorno di lezioni.
«SVEGLIATEVI OGGI C'È LA PARTITA!!»grido a tutto spiano sbattendo due scarpe per fare più rumore possibile. Ovviamente Remus sbuffa, ma si alza, Peter continua a russare e Sirius mi rilancia il cuscino che, grazie ai miei riflessi da cercatore nato, evito facendolo andare verso la testa di Peter che, con questo contatto, balza in piedi e brontola dirigendosi al bagno.
«Sirius alzati! Devi fare la telecronaca dei miei perfetti movimenti! Alzati dai! Muoviti!»inizio a gridargli nell'orecchio mentre lo tiro dal colletto cercando di strozzarlo in qualche modo.
«Va bene, l'hai voluto tu»dico io per poi passargli una mano distrattamente sui capelli scompigliandogleli ancora di più di quanto lo siano già. Lui si alza di scatto dandomi una testata che mi fa cadere proprio sopra Remus che stava passando insieme a Peter che, spaventandosi, casca sopra di me. In questo modo siamo io sopra a Remus e Peter sopra di me. Non è una bella sensazione.
«Mpf...Pete...spost...ahhhh! No, ferm...SIRIUS!»grido io mentre vedo quel brutto cagnaccio rotolarsi dalle risate sul suo letto mentre un bel montarozzo gli si sta formando sulla testa.
«Sirius aiut...mmmm»dice Remus che sta praticamente soffocando. A quel punto il Black si alza e tende la mano a Peter che, dopo averla afferrata e che il tentativo di Sirius di tirarlo su, si ritrova quest'ultimo sopra, aumentando in questo modo il peso.
«FRANK!»chiamiamo il nostro compagno di stanza, il povero ragazzo di Alice che, per nostra sfortuna, è già uscito. Questo significa che dobbiamo fare tutto da soli.
Non si sa come, ma dopo una mezz'oretta circa ci ritroviamo in Sala Grande a fare colazione, Peter con un occhio nero dato che, mentre Sirius cadeva, "accidentalmente" gli ha dato un pugno, Remus che ha una fascia che gli copre tutto il busto, Sirius che ha la caviglia slogata e che, come me, ha un cerotto in fronte. Bell'inizio della giornata con una partita.
«Sei un'idiota»mi sussurra Sirius toccandosi il Monte della Fronte mentre io mangio la pasta.
«E tu un dormiglione!»ribatto io sperando in qualche modo che si azzittisca. Al tavolo siamo seduti io, Sirius e Peter da un lato e Remus, Frank, la Evans e la Prewett dall'altra parte e "guarda caso" la rossa si trova proprio di fronte a me.
«Siete due idioti, ecco cosa siete»grida Remus che poi si massaggia la cassa toracica gemendo.
«Concordo»dicono all'unisono le due ragazze mettendosi un boccoletto di pasta contemporaneamente come se fossero due macchine telecomandate.
«E ora come faccio a giocare con questo mal di testa? Se perdiamo è tutta colpa tua Sir...»biascico io bevendo il succo di zucca.
«No, se perdiamo è colpa tua e della tua ossessione di svegliarti presto quando c'è una partita!»mi risponde a tono lui girandosi verso di me.
«Ma cosa siete una coppia di neo-sposini? Ma finitevela e alzatevi che dobbiamo andare a lezione»ci disse la Prewett alzandosi e prendendo per mano Frank per poi allontanarsi da noi. La Evans la guardó sfilare via e poi guardó verso il basso come se i suoi piedi fossero molto più interessanti del mondo intorno a lei.
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Ti odiavo, ora non più
Fanfic«Sul serio Evans, cosa vuoi che faccia? Sono in punizione»dice lui facendo un tiro e poi sputare il fumo che si sparge nel piccolo angolo della biblioteca. «Vuoi fare qualcosa? Sparisci dalla mia vita»dico io guardandolo negli occhi. Il fumo li fa...