2.

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Entrammo a scuola quasi correndo, ma non appena vedemmo tutta la gente fuori dalle aule, capimmo di essere in orario se non in anticipo di qualche minuto.
Come avevamo fatto rimaneva un mistero.
Notai però che c'era qualcosa di strano tra la massa di studenti, c'era quasi silenzio.

"Kate, che hanno da fissare tutti?" mi chiese Alexa cominciando ad agitarsi.

"Non lo so." le risposi.

"Che diavolo volete?!" urlò rivolgendosi a tutti.

Kristen, la stronza della scuola, si avvicinò a noi tenendo tra le mani un telefono cellulare.

"Ecco a te." disse ridacchiando mentre porgeva il telefono ad Alexa.

Alexa ad un tratto sbiancò.

"C-c-ome è pos-possibile?" balbettò.

"È possibilissimo visto che sei una..oh, già lo sai cosa sei." disse Kristen con aria da prepotente.

Nel frattempo tutti gli studenti osservavano silenziosi la scena, qualcuno rideva e qualcun altro filmava il tutto.

"Alex, fammi vedere." dissi.

Ma non mi rispose.

Così strappai dalle mani di Kristen il telefono e vidi qualcosa che mi lasciò senza parole.

La foto mostrava Alexa, nuda, sopra un ragazzo biondo.

Merda.

Mi accorsi che nel frattempo Alexa stava fissando tutti gli altri, poi all'improvviso mi guardò e scappò via correndo.

"Alexa!!" gridai.

"Bell'amica che hai." disse la stronza.

"Chi cavolo è stato?!" le chiesi.

"Non lo so, ma so che tutta la scuola l'ha vista."

"Fate schifo." dissi, e corsi via in cerca di Alexa.

Chi cavolo aveva potuto fare una cosa del genere?

Uscii dalla scuola e fortunatamente la vidi che stava correndo via, scavalcando il cancello che ormai era chiuso.

"Aspetta!!" gridai, ma non mi sentiva, era lontana ormai.

La rincorsi gridando di fermarsi finché ad un certo punto lo fece, si fermò e cadde a terra in lacrime.

"Sono una stupida. Sono una puttana." disse più a sé stessa che a me.

La abbracciai forte.

"Sta'tranquilla Alex. Tra pochi giorni tutti si saranno dimenticati, lo sai come funziona."

"Sono una puttana." continuò a ripetere singhiozzante.

"No! Semplicemente ti piacciono i ragazzi. Respira, vieni che ci facciamo una passeggiata."

Si alzò e mi seguì.

"Ti devo dire la verità Kate." disse ad un tratto.

Cosa non sapevo di lei?

"Prima del liceo, ero una sfigata. Tutti mi prendevano in giro perché amavo leggere e starmene da sola. Così un giorno ho deciso di cambiare: volevo diventare una ragazza popolare, con tanti ragazzi, e invidiata da tutti. Ho nascosto me stessa per tutto questo tempo, ma non ho fatto altro che peggiorare le cose." e cadde in un pianto profondo.

Rimasi interdetta.
Ma finalmente avevo capito il motivo per cui eravamo diventate amiche: eravamo uguali.

"Devi essere forte, non ti devi nascondere e cambiare per piacere agli altri. Devi essere te stessa, sempre. Mi prometti che lo sarai?"

"Hai ragione. Sì, te lo prometto." e accennò un piccolo sorriso.

"Torniamo a scuola?" le chiesi.

"Tu vai, io mi prendo un giorno per starmene da sola."

"Allora vai a casa e non pensare a niente. Risolveremo questa faccenda."

"Grazie, Kate."

Le diedi un bacio sulla guancia e tornai a scuola.

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