28.

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"Vuoi che scenda?" mi chiese Alexa.
"No, faccio da sola. Grazie lo stesso."
"Meglio, sennò gli spaccherei la faccia ." mi disse alzando la voce.
"A domani." le dissi, e scesi dall'auto.

Appena mi vide, Andrew si alzò in piedi.
"Che ci fai qui?" gli dissi, cercando di mantenere la calma.
"Ho bisogno di parlarti."
"Vattene via!" scoppiai, il dolore era più forte.
"Ti prego! Ascoltami!"
"Ti ho detto di andartene! Non ti voglio più vedere!" gli urlai.
Mi si avvicinò e mi prese per il braccio.
"Non mi toccare Andrew! Vattene!"
"Voglio solo che mi ascolti! Ero ubriaco e mi hanno fatto fare un gioco! Mi hanno costretto a farlo!"
Gioco o no, l'aveva fatto.
"Potevi rifiutare! E comunque sei un fottuto bugiardo, mi hai mentito fin da subito! Quindi vattene via! Non ti voglio più vedere!"
Lo dissi con dolore, in realtà non è quello che volevo, avrei voluto stare con lui e avrei voluto che lui scegliesse me.
"Non è quello che vuoi." mi disse calmo.
"Tu non sai cosa cazzo voglio! Tu non mi consoci!" gli gridai.
"So che vuoi me. E ti prego, scusami Kate.  Scusami se ti ho ferita."
Non resistetti e le lacrime cominciarono a scendermi lungo il viso.
Andrew mi si avvicinò e allargò le braccia.
"Non mi toccare.." dissi.
Ma mi ritrovai tra le sue braccia.
"Scusami piccola. Ti prometto che non lo farò mai più."
Non sapevo se fidarmi, mi aveva fatto molto male.
"Mi dai un'altra possibilità?" mi chiese.
Ne valeva la pena? Si, ne valeva la pena.
Con la testa feci cenno di sì e lui mi prese il viso con la mano e lo avvicinò a sé.
"Sei un fottuto bastardo." gli dissi.
Mi asciugò le lacrime e mi guardò.
"E tu sei bellissima." e mi baciò.
Dio, quanto mi mancava.
Il suo sapore era come un veleno, come una droga. Ne avevo bisogno sempre, nonostante sapessi che facesse male.
"Mi vuoi?" mi chiese.
"Si.."
Mi prese per mano e mi portò in casa.
Mi trascinò in camera mia e mi buttò sul letto.
Mi desiderava.
E io volevo lui.

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