43.

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Mi svegliai di colpo ansimante.
Mi ritrovai in un letto in una stanza semi buia.
Non so per quale motivo, ma mi prese il panico e cominciai ad urlare.
All'improvviso la porta si spalancò ed entrò la luce che mi abbagliò per un momento.
"Ehi, ehi, Kate calmati. Sono qui." mi disse una voce bellissima.
"Sei il mio angelo? Sono morta?"
"Ma che dici! Tu sei qui con me amore."
Lo riconobbi subito e lo abbracciai stringendolo forte fin da soffocare tra il suo petto. Andrew era il mio angelo.
"Come ti senti?" mi chiese.
"Che vuoi dire?" 
Perché questa domanda?
"Voglio sapere se ti senti bene o se sei ancora scossa dopo quello che ti è successo."
"Cosa mi è successo?"
"Kate, stai facendo sul serio?"
Mi presi un attimo per pensare.
Cos'avevo fatto prima di ritrovarmi in questa stanza?
Provai a cercare i ricordi ma era come se fossero annebbiati, non ricordavo nulla.
"Kate, dobbiamo andare da un medico."
Mentre stavo per replicare qualcuno bussò alla porta della stanza.
"Posso entrare?" era Clement.
"Certo." gli dissi.
"Come stai Kate?"
"Sto.." cercai di dire, ma venni interrotta da Andrew.
"Clement, lei non ricorda nulla."
"È normale-disse tranquillo- Tutte le persone che subiscono un trauma eliminano i ricordi perché sono troppo negativi ma vedrai che col tempo si ricorderà. Dobbiamo solo starle vicino e aspettare."
"Posso sapere cosa diavolo mi è successo?!" sbottai.
"Col tempo lo saprai." mi disse Clement.
"Fratello, non resisto. Avevo fatto una promessa e la voglio mantenere, se aspetto peggiorerà." disse Andrew.
Promessa?
"Andrew no!" gli gridò.
"Sei stata stuprata da quel bastardo di Charlie, il mio ex spacciatore. Mi dispiace così tanto Kate." mi disse diretto.
All'improvviso tutti i ricordi vennero a galla, uno dopo l'altro, ma il peggiore era quando quell'uomo mi aveva penetrato.
Feci uno scatto e mi alzai dal letto e cominciai a vomitare e a tremare.
"Sei un cretino!" gridò Clement al fratello.
"Kate. Scusami." mi disse avvicinandosi.
Ma le loro voci erano lontane, nella mia testa era vivo il ricordo dello stupro.

"Non mi toccare!" gridai ad Andrew.
Non volevo che mi toccasse, avevo quasi paura, una sensazione che non avevo mai provato prima.
"Kate.."
"Non ti avvicinare ho detto! Esci da questa stanza! Uscite tutti!" urlai.
Intanto continuavo a tremare e a pensare a tutto.
"Kate perfavore smettila!" mi disse Andrew.
Si avvicinò a me e mi prese tra le sue braccia.
"Lasciami!" piangevo e urlavo piena di dolore e di paura.
"Sono qui. Con te. Non ti lascio." mi disse continuando a stringermi contro il suo petto.
Il cuore accelerava e il respiro si faceva più affannoso.
"Ricordi quando siamo scappati da tutti? Quanto eravamo felici." mi disse calmo.
Aveva ragione. Non avevo motivo per cui avere paura di lui, mi aveva sempre protetta da ogni cosa.
Cercai di ricordarmi dei nostri momenti e notai che erano stati i più belli della mia vita.
"Andrew.." dissi con le lacrime agli occhi.
"Tranquilla, non piangere. Non devi avere paura di niente, ci sono io con te. Il peggio è passato."
"Ti prego-gli dissi tra i singhiozzi- Resta con me per sempre."
"Sssh. Stendiamoci a letto, abbiamo entrambi bisogno di riposo."
Ci coricammo e ci mettemmo sotto le coperte il più vicino possibile.
La sua spalla era sotto la mia testa e la sua mano mi accarezzava la guancia, avanti e indietro.
Proprio grazie a questa melodia mi addormentai, con la speranza che al mio risveglio l'avrei trovato ancora qui vicino a me.

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