54.

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Appena mi svegliai feci tutto di fretta, prima di tutto ero in ritardo, non avevo sentito la sveglia, poi dovevo assolutamente trovare Andrew prima dell'inizio delle lezioni.
"Come mai così di corsa tesoro?" mi chiese papà.
"Sono in ritardo, devo anche andare a prendere Alexa." mentii meglio che potessi.
"Ok, ma vai piano in macchina."
"Certo." dissi uscendo velocemente da casa, mentre ancora sgranocchiavo una pasta alla crema.
Salii poi in macchina, e non appena voltai l'angolo sfrecciai via.

Arrivai a scuola che erano le 7:50 , di solito prima di arrivare ci mettevo 10 minuti, oggi ce ne avevo messi solo 5. Record dei record.
Entrai e aguzzai lo sguardo, dovevo trovarlo.
Improvvisamente mi apparve davanti Eva, così decisi di chiederle se sapeva dove fosse Andrew.
"Eva, ciao. Hai visto Andrew in giro?"
"Ciao Kate, no non l'ho visto mi dispiace. Va tutto bene?"
"Si, dovevo solo parlargli."
"Prova a chiedere a Will, sono molto amici magari lui lo sa."
"E dov'è questo Will?"
"È quello con la maglia blu, laggiù in fondo all'atrio." disse indicandolo.
"Ok grazie!" e mi diressi verso di lui.

"Ciao Will."
Lui si girò e cominciò a squadrarmi da capo a piedi.
"Sono Kate, un'amica di Andrew." continuai.
"Oh ma certo! Ciao Kate, piacere sono Will."
"Ti volevo chiedere, hai visto Andrew in giro?"
"In effetti no. È da qualche giorno che non si fa vivo, sarà ammalato."
"Ma non ti ha detto perché non viene a scuola?" gli chiesi.
"No. Ma oggi sarei dovuto andare da lui a fare una ricerca di biologia, ma non credo sia il caso visto che è ammalato."
All'improvviso mi venne un'idea.
"Su che argomento è la ricerca?"
"La genetica mendeliana e l'ampliamento."
"Cavolo, è quello che sto studiando anche io!" esclamai mentendo.
"Si? Vero che è noiosa quella roba?"
"Oh si, un sacco. Proprio per questo fatico a studiarla."
"Ma se vuoi puoi venire con noi oggi pomeriggio."
Il mio ego mi sorrise: era proprio a questo che volevo arrivare.
"Davvero? Grazie mille sarebbe fantastico!"
"Facciamo alle 14.30. Ci troviamo da casa di Andrew, tu sai dove abita?"
"Si certo."
"Perfetto. A più tardi Kate."
"Ciao Will."

Ce l'avevo finalmente fatta, oggi avrei visto Andrew, mi sarei tranquillizzata vedendolo felice, e poi sarei uscita dalla sua vita per sempre.

Dopo le lezioni mi fermai ad un bar per pranzare, non avevo voglia di andare a casa anche perché per arrivare a casa di Andrew ci avrei messo più tempo.
Ad un tratto mi arrivò una chiamata.
Guardai lo schermo, era Alexa.
"Pronto?"
"Kate, dove sei?"
"Al bar della scuola?"
"Arrivo."
E mise giù.
Neanche 5 minuti dopo arrivò.
"Ciao Alex."
"Ciao Kate. Cosa ci fai qua da sola, al bar della scuola oltretutto?"
"Niente, oggi devo andare a casa di una mia compagna di classe per fare una ricerca, quindi sono rimasta qua a mangiare."
Le mentii perché non volevo che si preoccupasse ancora per me.
"Che roba noiosa. Io invece oggi esco con un ragazzo."
"Wow. Chi è?" le chiesi.
"È Eric."
"Il tipo della tua classe? Quello iper abbronzato?"
"Si, ma questa volta è una cosa seria. Mi è sempre piaciuto, sai?"
"E perché non me lo hai mai detto?"
"Perché ancora non lo sapevo."
"Voglio che stasera mi chiami e mi racconti tutto, ma TUTTO."
"Certo." disse ridendo.
L'ora successiva parlammo del più e del meno, e quando guardai l'ora erano già le 14.15.
"Cavolo, ora devo andare altrimenti farò tardi, a stasera Alex." le diedi un bacio sulla guancia e mi diressi verso il parcheggio.

Arrivai davanti a casa di Andrew puntuale come mai, erano le 14.30 spaccate.
Aspettai in macchina che arrivasse Will, nel frattempo osservai la casa. Mi dava una sensazione cupa, come se dietro a quelle pareti si celasse qualcosa di oscuro.
Che strana impressione.
Mentre contestavo i miei pensieri, arrivò Will, così scesi dall'auto.
"Hey Will."
"Ciao Kate. Sei pronta per un'intensa giornata di studio?"
"Ovviamente." dissi ironica.
"Spero però che Andrew sia in casa."
Lo speravo anche io.
Will bussò alla porta e qualche secondo dopo questa si aprì.
"Hey amico, come stai? Non hai una bella cera."
Andrew aveva ancora la mano appoggiata alla maniglia e mi osservava.
Era pallido, con le occhiaie quasi violacee sotto gli occhi e con la barba non fatta.
"Che cazzo ci fai qua?" disse con un tono grezzo, rivolgendosi a me.
"Volevo vedere come stavi, ma non sembra che tu stia bene." gli dissi cercando di mantenere la calma.
"Vattene da casa mia. Mi fai schifo."
Il cuore mi batteva a mille, quelle parole mi ferirono dentro.
Una fitta.
"Will, dimmi una cosa. Te la scopi adesso eh?" disse con un tono alto.
"Ma che cazzo dici. Dai, facci entrare che hai bisogno di aiuto." gli disse Will.
"Andatevene a fanculo tutti e due." disse e ci chiuse la porta in faccia.
Io e Will ci guardammo un attimo, increduli.
"Kate, lui non sta bene. Dobbiamo aiutarlo, ho paura che possa ritornare al suo passato."
E sapevo bene di cosa parlava.
"Entriamo in questa maledetta casa."
Bussammo ancora, più e più volte, ma lui non ci apriva.
"Come facciamo?" gli chiesi.
"Continuiamo a bussare. Prima o poi si stancherà del nostro rumore."
Così continuammo a bussare per un'ora intera, ma Andrew non ci aprì.
"Kate, non c'è niente da fare. Io me ne torno a casa."
Will sembrava sconfitto e triste, teneva molto ad Andrew, si vedeva.
"Io sto qui ancora un po'. A domani."
Mi fece un cenno di saluto con la testa bassa e se ne andò.
Non appena se ne andò decisi di agire diversamente.
Presi carta e penna dallo zaino e cominciai a scrivere una lettera per Andrew, una lettera d'addio.

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