Capitolo 12

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CAPITOLO 12

-Louis- sgranai gli occhi guardandolo sorpresa e indietreggiai istintivamente di un passo.
Cosa ci faceva lui a scuola?
-È passato molto tempo...- si portò una mano alla nuca iniziando a parlare ma lo bloccai.
-Perché sei qui?- domandai con voce fredda e distaccata. Lui e il nulla erano la stessa cosa per me.
-Ho accompagnato Briana a scuola e ti ho vista entrare così...- imbarazzato si massaggiò il retro della testa e abbassò lo sguardo.
-Puoi anche andartene- gli rivolsi un ultimo sguardo di ghiaccio e mi voltai per tornare a fare la fila per prendere il foglio con i nostri orari.
La sua mano si avvolse improvvisamente intorno al mio braccio costringendomi a girarmi verso di lui.
-Dobbiamo parlare Brooklyn- la sua voce mi sembrò seria e i suoi occhi erano fissi nei miei.
-Ma che fai, lasciami!- protestai cercando di allontanarmi. La giornata non poteva iniziare meglio, tutto ciò che avevo sperato non succedesse era appena accaduto.
-Brooklyn,- cominciò a dire quando la voce della segretaria risuonò nel corridoio.
"Gli studenti sono pregati di recarsi in palestra per l'inizio del discorso del preside Parker" disse.
-Devo andare- approfittai del suo momento di distrazione per liberarmi della sua presa e avvicinarmi allo sportello della segreteria che nel frattempo si era liberato.
Chiesi i nostri orari e non sentii dei passi alle mie spalle perciò Louis doveva essere ancora lì. La situazione stava iniziando ad innervosirmi. Picchiettai le dita sul piano impaziente di attendere gli orari.
-Ecco a lei- mi sorrise la signora dall'altra parte del vetro passandomi i due fogli, dopo quella che mi era sembrata un'eternità.
-Grazie- ricambiai il sorriso. Evitai di voltarmi verso Louis e non lo degnai neanche di uno sguardo prima di incamminarmi verso la palestra.
-Brooklyn,- iniziò di nuovo a dire e di nuovo lo interruppi. Mi fermai nel bel mezzo del corridoio e ringraziai che fosse vuoto, l'ultima cosa che volevo erano gli spettatori.
-Louis basta, questa situazione è ridicola, vai via- lo fissai freddamente negli occhi mantenendo un tono serio e distaccato di voce.
Vidi la sua mascella irrigidirsi come il suo sguardo che poi si spostò alle mie spalle da dove sentii arrivare le voci di alcuni studenti che entravano in palestra.
-Dobbiamo parlare- ripeté un'ultima volta minaccioso prima di voltarsi e finalmente andare via.
Riuscii a tirare un sospiro di sollievo appena uscì dal mio campo visivo.
Rimasi per qualche secondo immobile in mezzo al corridoio, turbata per quanto successo.
-Brooklyn!- mi girai vedendo Jade arrivare di corsa e con il fiatone.
-Ciao Jade- la salutai mentre mi veniva in contro.
-È già iniziato?- domandò indicando la palestra.
-Non ancora- dissi e vidi le sue spalle rilassarsi. Jade era perennemente in ritardo.
-Beh entriamo allora- mi prese per il polso e praticamente mi trascinò dentro, la palestra era gremita di ragazzi e tra la folla trovammo Abby che ci aveva tenuto il posto.
Il discorso del preside fu la solita palla, l'unica notizia positiva fu quella dei viaggi d'istruzione all'estero ai più meritevoli.
Dopo il discorso guardai il mio orario e per iniziare bene l'anno avevo chimica alla prima ora. Salutai Abby che invece aveva storia e con Jade ci incamminammo verso la nostra aula.
Dopo il primo giorno di scuola le giornate trascorsero tranquille, spesso io e Jade ci davamo appuntamento in biblioteca per studiare insieme e qualche volta ci raggiungevano anche altri compagni di scuola. Con Abby invece era diventata quasi un'abitudine fare colazione in centro anche se a mia madre non andava a genio la cosa ma era riuscita ad accontentarsi dello scambio che le avevo proposto di fare, la cena insieme.
E dopo cena erano diventate un'abitudine anche le chiamate con Zayn, Jeanine e Niall che mi tenevano aggiornata su ciò che succedeva oltre Oceano.
Diventava sempre più difficile stare lontana da Zayn, stavo tenendo il conto dei giorni che ci separavano al Natale, alle vacanze in cui avrei di nuovo preso un aereo per raggiungerlo. Fino a quel momento gli unici a conoscenza delle mie intenzioni erano Niall, Jeanine e Abby. Non avevo ancora trovato il momento giusto per dirlo ai miei ed ero sicura che per mia nonna non sarebbe stato un problema ospitarmi.
Qualche volta dopo cena ero anche uscita con Abby, Liam e gli altri ragazzi della comitiva ma solo quando ero sicura che non ci fossero stati Louis e Briana, il cui pancione cresceva a vista d'occhio, avevo sentito da alcune voci nei corridoi che fosse un maschio.
Una volta a scuola aveva anche provato ad avvicinarsi per scambiare due chiacchiere ma l'avevo respinta freddamente.
Louis invece risultò essere più insistente ed era sempre più difficile evitarlo.
Ormai avevo smesso di frequentare i posti che sapevo frequentasse lui e all'uscita da scuola aspettavo sempre almeno dieci minuti prima di andare via, per assicurarmi che non ci fosse o cercavo di non restare mai da sola quando non potevo aspettare.
Dopo circa un mese la situazione sembrò migliorare, pare che si fosse arreso e anche quando lo incrociavo per strada non mi fermava più per parlare.
Così mi tranquillizzai e mi dedicai interamente alla scuola e alla mia relazione con Zayn, che stranamente nonostante la distanza, procedeva a gonfie vele.
Passarono i mesi e arrivò Dicembre, la mia felicità era alle stelle, pochi giorni mi separavano da lui.
Ero riuscita ad avere il consenso dei miei genitori e mia nonna era felice di rivedermi.
-Sono così contenta per te Brooke- mi confessò Abby sorridendo mentre mi guardava sistemare le ultime cose in valigia, proprio come qualche mese prima avevo fatto con Jenny.
-Anche io lo sono- mi morsi il labbro mentre il mio sguardo sognante si perse nel vuoto, riuscendo già a percepire le sue braccia stringermi e il suo profumo invadermi le narici.
Il giorno dopo sarei partita per l'Inghilterra.
Quella notte non riuscii a dormire, immaginai la faccia di Zayn e la sua espressione quando mi avrebbe rivista e il mio cuore perdeva battiti.
Con la complicità di Jenny e Niall avevamo deciso che con una scusa l'avrebbero portato in aeroporto e lì ci saremmo incontrati.
-Ci vediamo tra due settimane!- salutai i miei genitori raggiante e con un sorriso da un orecchio all'altro.
Le ore in aereo sembrarono non passare mai, fin quando, finalmente lo sentii.
"Avvisiamo i signori passeggeri che stiamo atterrando a Bradford, siete pregati di restare seduti e allacciare le cinture"
Mi morsi il labbro per non gridare dalla gioia.
Appena atterrati mi catapultai giù dall'aereo spingendo anche qualche persona per farmi strada.
Corsi quasi fuori dall'aeroporto per arrivare nel parcheggio dove Jenny mi aveva dato appuntamento.
Mi bloccai a qualche metro di distanza da loro, il cuore mi esplose nel petto e le gambe iniziarono a tremarmi quando lo vidi, appoggiato alla portiera dell'auto di Niall e con gli occhi bendati.
Jenny mi salutò animatamente con la mano riuscendo a mala pena a stare zitta per non rovinare la sorpresa, stessa cosa per Niall. Sorrisi ad entrambi non riuscendo a fare un altro passo verso di loro.
-Giuro che se questo è un altro dei vostri fottuti scherzi m'incazzo- sbottò Zayn verso i due amici.
Ridacchiai vedendolo innervosirsi.
-Ti piacerà, ne sono sicuro- disse Niall facendo un occhiolino verso di me. Arrossii leggermente.
-Bene Zayn adesso ti toglierò la benda, okay?- gli disse Jenny.
-Okay ma fai veloce, non voglio perdere tutta una giornata- continuò a lamentarsi ignaro di cosa sarebbe successo.
-Oh ne perderai di giornate...- sussurrò malizioso Niall beccandosi un'occhiataccia da Jenny.
-Cosa hai detto?- domandò Zayn.
-Niente, niente ti sto togliendo la benda- si affrettò Jeanine a sistemare le cose. Si avvicinò a lui e lentamente mosse le sue mani sul pezzo di stoffa. 
Il mio respiro era irregolare e le mani iniziavano a sudare, nonostante il freddo invernale. Non mi sembrava vero di essere lì.
Quando finalmente i suoi occhi furono liberi di vedermi rimase immobile per qualche secondo a bocca aperta.
-Brooklyn- sussurrò fissandomi intensamente. - Sei tu?- mi domandò non riuscendo a capire se fosse vero o solo un sogno.
Annuii sorridendo con gli occhi lucidi come i suoi.
E fu un secondo.
Corsi verso di lui fregandomene della valigia e delle persone che ci guardavano, per me in quel parcheggio c'eravamo solo noi.
Lui corse verso di me e allungò le abbraccia quando mi fu abbastanza vicino da sollevarmi.
Agganciai automaticamente le mie gambe intorno alla sua vita e le mie braccia intorno al suo collo.
Le sue invece mi stringevano forte, la sua testa nell'incavo del mio collo che lasciava dolci baci sulla mia pelle.
-Mi sei mancato così tanto- riuscii a dire dopo secondi fermi in quella posizione.
-Anche tu- si spostò per guardami negli occhi, entrambi commossi. Sorrisi avendolo finalmente tra le mie braccia.
-Dio! Non mi sembra vero- sorrise felice come non l'avevo mai visto mentre iniziò a girare su se stesso facendomi ridere. I miei capelli svolazzavano insieme al vento, neanche l'aria fredda di Dicembre poteva darmi fastidio in alcun modo.
Quando mi fece scendere portò le sue mani sul mio collo e lentamente si avvicinò per baciarmi.
Le sue labbra morbide sulle mie avevano il sapore di casa, sentire di nuovo il suo profumo... Non avrei permesso a nessuno di allontanarci.
Dopo minuti che sembrarono un'eternità ci separammo per riprendere fiato.
La sua fronte poggiata alla mia, le mie braccia intorno al suo collo mentre le sue mi cingevano la vita.
-Ti amo- mi disse guardandomi intensamente negli occhi. Sorrisi piegando leggermente la testa di lato mentre portavo una mano sulla sua guancia accarezzandolo.
-Ti amo anche io- gli risposi e le farfalle nel mio stomaco ripresero a svolazzare quando le sue labbra si unirono di nuovo alle mie.
Mi sentivo felice con lui, ero completa.
Restammo ancora per qualche altro minuto a scambiarci parole dolci e carezze poi mi voltai verso Niall e Jenny che, per non disturbarci, erano rimasti vicino alla macchina a parlare, abbracciati.
Mi fecero tenerezza insieme, ero così felice per loro, per noi.
Tutto stava andando per il verso giusto, la mia vita non poteva essere più bella di come lo fosse già.
I giorni seguenti mi sembrarono un sogno, stavo vivendo una favola e avevo paura che prima o poi sarei dovuta tornare alla realtà.
Trascorsi il Natale con mia nonna e alcuni parenti che non vedevo da anni e la sera andai a casa di Zayn. Mi presentò i suoi genitori e le sue sorelle che mi accolsero subito come una di loro.
Sua madre era davvero dolcissima e adoravo le sue sorelle.
Restammo tutto il pomeriggio seduti sul divano a parlare, mi mostrarono anche le foto di famiglia e quelle di Zayn da piccolo. Inutile dire quanto fosse bello già allora.
Arrossivo quando mi abbracciava, sentendomi in imbarazzo per la presenza dei suoi genitori che invece ci guardavano con sguardo dolce.
Quel Natale fu davvero perfetto.
Così come lo furono i giorni seguenti.
La vigilia di Capodanno la passammo insieme, dalla mattina fino al giorno dopo.
Mia nonna era fuori Bradford con le amiche del circolo di cucito e mi aveva lasciato casa libera così trascorremmo la giornata tutti insieme da me.
C'eravamo davvero tutti: Io, Zayn, Niall, Jeanine, Margot, Josh, Luke e Lucy.
Ci divertimmo molto a cucinare insieme anche se il risultato non fu dei migliori e sporcammo tutta la cucina ma fu divertente anche pulire tutto insieme, tra scherzi e risate.
Zayn approfittava di ogni momento per abbracciarmi o darmi un bacio.
Poi verso le otto iniziammo a prepararci per la festa a cui saremmo andati, a casa di Jeff. Le feste a casa sua erano sempre le più belle e da quello che mi avevano detto quella di Capodanno tra tutte era la migliore. Quasi tutti i ragazzi di Bradford erano lì, tutti in città sapevano della festa diventata ormai un evento di tradizione e persino la strada di casa sua veniva occupata per la festa.
All'esterno venivano allestiti dei gazebo con le stufe per riscaldare l'ambiente, due angoli bar, uno all'esterno e uno all'interno, la piscina idromassaggio che per l'occasione veniva accesa e riscaldata, le lanterne sparse per il giardino rendevano il tutto più magico e all'interno della casa la musica ad alto volume riempiva l'aria tanto che si poteva sentirla già a qualche isolato di distanza.
Non sembrava neanche di essere a Bradford.
Per prepararci alla festa tutte le ragazze restarono da me mentre i ragazzi si trasferirono a casa di Niall, poco distante da casa di mia nonna, per prepararsi insieme.
A turno ci facemmo la doccia e i capelli, ci aiutammo a vicenda e ci scambiammo consigli per il trucco e l'abbinamento dei vestiti e degli accessori.
Io indossai un vestito nero con lo scollo a cuore ma con le maniche a tre quarti di pizzo e la gonna ampia che mi copriva fino a metà coscia. Viste le temperature basse decisi di mettere dei collant neri a fantasia e degli stivaletti neri con il tacco non molto alto. Non volevo rovinarmi la serata per il dolore a causa delle scarpe alte.
I capelli mi aiutò Jenny a farli mossi e cercai di non esagerare con il trucco. Per questo misi solo un rossetto scuro sulle labbra e il mascara.

Ricordami di amarti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora