CAPITOLO 26
Ci sono certi momenti nella vita, in cui ti ritrovi solo.
Ti guardi intorno e nulla, nessuno sembra accorgersi di te, nessuno che ti cerca, nessuno che si domanda dove sei, semplicemente nessuno.
Ecco, io mi sentivo così.
E non lamentarti, caro lettore, perché certe volte è la gioia più grande che ti potesse capitare.
Pochi giorni dopo la scomparsa.La prima cosa che feci dopo essermi chiusa definitivamente la porta di casa alle spalle?
Tornai a respirare.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Come mi sentivo ad aver abbandonato la mia vecchia vita? Felice, come non lo ricordavo da tanto.
Cosa provavo ad aver abbandonato Brooklyn? Un senso di libertà, come quella che si prova l'ultimo giorno di scuola.
Iniziare una nuova vita come Evelyne Thyng mi rendeva euforica.
Nella mia mente non c'era nemmeno l'ombra di rimpianto e senso di colpa.
Non inizialmente, almeno.
Sorrisi aprendo la portiera di quel auto, sicura di avere le spalle coperte da quella targa falsamente vera e misi in moto.
Durante le prime ore di viaggio non facevo altro che cantare a squarcia gola qualsiasi cosa passasse per la radio, agitando il dito medio a chiunque mi guardasse male credendomi una pazza per poi dargli la conferma di esserlo sul serio quando scoppiavo subito dopo a ridere quasi istericamente.
Me ne poteva importare qualcosa? Assolutamente NO.
La libertà era l'unica cosa che mi mancava di quel periodo della mia vita.**
Mi svegliai con un sorriso da ebete sul viso.
Stavo iniziando a ricordare?
Viglio dire, non era una novità che i ricordi mi stessero tornando in mente, ricordavo tutto tranne alcuni momenti degli ultimi due anni circa e soprattutto, ricordavo davvero poco riguardo Harry.
Ma quella volta, quel ricordo, era molto di più rispetto agli altri.
Forse finalmente sarei arrivata a capire il senso di tutto quello che avvenne dopo.
Ero così felice, nonostante per altre persone sarebbe potuto sembrare solo uno stupido e alquanto inutile ricordo, che non riuscii più a prendere sonno.
Per mia fortuna, tutto stava andando per il verso giusto, come avevo programmato.
Dopo le scoperte di quella sera, sapevo che non sarebbe passato molto tempo prima che anche il resto della verità fosse entrata in mio possesso.Qualche ora prima
-Harry!- un signore abbastanza alto, sulla quarantina, dalla carnagione scura e senza capelli ma con i baffi più lunghi che avessi mai visto, ci accolse dopo qualche passo dentro il locale.
-Come va amico?- gli diede una pacca sulla spalla dopo il parziale abbraccio con il quale lo aveva salutato.
-Brooklyn bella!- si voltò verso di me, senza attendere la risposta di Harry, e poco dopo mi ritrovai avvolta dalle sue possenti braccia.
Imbarazzata, ricambiai quel suo gesto mentre Harry mi fece capire di stare tranquilla, che fosse tutto ok.
"Il proprietario" mimò con le labbra.
Sollevai le sopracciglia mentre una piccola 'o' si formò sulla mia bocca.
-Sempre più bella tu, eh?- ammicò scherzosamente osservandomi dalla testa ai piedi, con tanto di occhiolino.-Non farmi arrossire, sei sempre troppo buono- gli dissi cercando di scacciare via l'imbarazzo e fingere di avere confidenza con una persona che in realtà era un perfetto sconosciuto.
"Ma Brooklyn lo conosce"
Mi ricordò la mia mente.
Già, la vecchia Brooke lo conosce e se si fidava lei...-Allora ragazzi, è da un po' che non ci si vede, come state?- ci domandò poggiando una mano sulla spalla di entrambi e alternando lo sguardo da me ad Harry e viceversa.
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Ricordami di amarti. || H.S.
FanfictionLa prima cosa che vidi furono i suoi occhi verdi e brillanti che mi fecero arrossire e sentire in imbarazzo per l'espressione volgare che mi ero lasciata sfuggire. Era un ragazzo alto con i capelli ricci e molto sicuro di se ma come potevo biasimarl...