CAPITOLO 29
Chicago, giugno 2015
Uscii di casa ignorando tutte le persone presenti che continuavano a godersi la festa, mi sentivo di mancare l'aria ed ero accaldata dalla rabbia.
Mi sedetti sulla panchina del piccolo giardino antistante l'ingresso, il quale era ricoperto di bicchieri e altri rifiuti lasciati lì, mentre qualche ragazzo parlava sotto il portico.
Presi dei respiri profondi, non dovevo permettergli di avere tutto quel potere su di me, di riuscire a farmi alterare in quel modo e di rovinarmi la serata.
Ma soprattutto non dovevo lasciare che le sue parole mi scalfissero, non avevano nessun peso pronunciate dalla sua bocca.
Eppure, mi sentivo male.
-Ehi- si avvicinò Finn facendomi sollevare lo sguardo verso di lui, lo vidi sedersi al mio fianco titubante ma non imbarazzato, dopo i momenti passati poco prima insieme non c'era più molto di cui potessimo vergognarci l'uno con l'altro.
-Ehi- lo salutai accennando un mezzo sorriso. -Scusami per prima- dissi sinceramente. Mi ritrovai a scusarmi per qualcosa di cui non avevo neanche la colpa in realtà, doveva essere Louis a sentirsi mortificato ma sapevo che non si sarebbe mai abbassato per chiedere scusa.
-Beh spero solo che non faccia un'altra scenata anche adesso- ridacchiò cercando di sdrammatizzare ma non riuscii nemmeno a sorridere ricordandomi della sua presa sulle mie braccia e del dolore lungo la mia schiena.
-Già- dissi soltanto, abbassando lo sguardo sui miei piedi che giocavano con la ghiaia del piccolo sentiero che collegava gli scalini del portico al cancello, in quel momento aperto.
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che prendessi la parola, tagliando quell'aria tesa che si era creata.
-Sono stata bene prima- ammisi riuscendo a guardarlo negli occhi.
Un sorriso nacque sul suo viso quando incatenò il suo sguardo al mio.
-Anche io- disse. Ricambiai il suo sorriso e calò di nuovo il silenzio tra di noi, io mi guardavo intorno, era una serata così bella, si iniziava a sentire l'arrivo dell'estate, il cielo era stellato e soffiava un po' di vento, abbastanza da non farci morire di caldo.
-Magari un giorno potremmo...- iniziò a dire ma lo fermai prima che continuasse.
Non volevo prenderlo in giro, ero stata davvero bene con lui ma sentivo che non ci sarebbe potuto essere altro tra di noi in quel momento.
-Non credo, non adesso- dissi cercando di rifiutare il suo invito senza essere troppo diretta per non ferire i suoi sentimenti.
Non sembrò poi prendersela tanto e annuì.
-Hai ragione, forse un giorno arriverà anche il nostro momento- concordò con un sorriso malinconico sul viso.
Mi accorsi di un paio di occhi alle sue spalle, una ragazza della nostra scuola stava seguendo attentamente tutta la scena e capii subito chi fosse il soggetto del suo interesse. Quando però vide il mio sguardo su di lei, focalizzò la sua attenzione altrove.
-Lì c'è qualcuno che ti sta guardando- gli feci un cenno verso la ragazza che in quel momento stava facendo di tutto per non portare gli occhi su di noi.
-Kate- ridacchiò scuotendo la testa. -È da un po' che ho notato che i suoi occhi siano troppo spesso fissi su di me- disse.
-Già, sembra davvero interessata- lo punzecchiai dandogli una leggera gomitata nel fianco.
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Ricordami di amarti. || H.S.
FanfictionLa prima cosa che vidi furono i suoi occhi verdi e brillanti che mi fecero arrossire e sentire in imbarazzo per l'espressione volgare che mi ero lasciata sfuggire. Era un ragazzo alto con i capelli ricci e molto sicuro di se ma come potevo biasimarl...