Capitolo 13

57 14 0
                                    

CAPITOLO 13

Chicago, 11 Gennaio 2017


-Quindi mi stai dicendo che sono praticamente obbligata a fare quell'intervista tra due giorni?- domandai a quello che mi avevano presentato come mio manager, guardandolo con un misto tra incredulità e rabbia.

-Esatto, per contratto io posso decidere come e quando farti apparire in tv e credo che questa sia la cosa giusta da fare- disse prima di sporgersi in avanti dalla poltrona su cui era seduto per prendere le mie mani nelle sue. Lo guardai con un sopracciglio alzato e mi affrettai a sottrarmi da quel contatto.
-Senti Brooklyn so che non ti ricordi di me e che non hai idea di quale fosse la tua vita prima ma devi credermi quando ti dico che questo incidente è una benedizione per te- si azzardò a dire guadagnandosi immediatamente un'occhiata di fuoco da parte mia e di Abby.
Eravamo solo io e lei in casa quando era arrivato Jackson. Se ci fosse stato qualcuno dei ragazzi di sicuro non l'avrebbero fatto entrare.
-Adesso spiegami come cazzo fai a dire questo- gli rispose tagliente la mia amica. Io mi portai una mano sulla fronte e scossi il capo. Quella situazione stava davvero diventando assurda.
-I giornali, su internet e persino in tv non si fa altro che parlare di te, 'la modella che non sa di essere una modella', così ti hanno definita. Hai idea di quanta pubblicità ti stanno facendo? Questo è il momento migliore per poter riuscire ad ottenere il successo che desideravi-
-Non ho mai voluto essere famosa- scossi il capo interrompendolo immediatamente.
-Forse tu no ma la Brooke che ho conosciuto io sì- insistette, guardandomi fisso negli occhi.
-Facciamo così, ci sentiamo domani per maggiori dettagli. Sono sicuro che cambierai idea- si alzò e aspettò qualche secondo una mia reazione.
-Te lo puoi anche scordare- mantenni il suo sguardo con aria di sfida.
Roteò gli occhi prima di girarsi e dirigersi verso la porta di ingresso.
Quando finalmente fu fuori dalla mia visuale sentii gli occhi pizzicare, avevo trattenuto le lacrime per fin troppo tempo poiché mi ero costretta di non mostrargli un minimo di debolezza.
Mi sentii di avere le mani legate.
Perché avevo firmato quel maledetto contratto anni prima?
"Ricorda Brooke, ricorda" mi ripetevo nella mente come un mantra.

-Ditemi che non era Hade quello che ho visto uscire poco fa- alzai lo sguardo di scatto quando sentii la voce di Harry. Persa nei miei pensieri com'ero, non l'avevo neanche sentito entrare.
Scacciai immediatamente via con le dita una lacrima che aveva rigato la mia guancia. Vidi Harry guardarmi accigliato ma distolsi subito lo sguardo dal suo.

-Era lui- confermò Abby.

Non avevamo più avuto alcuna conversazione dopo quella volta in ospedale, anche se dopo avevo ricordato ciò che mi aveva detto nei giorni precedenti in ospedale e che quella notte davvero l'avevo chiamato al telefono ma ancora non ricordavo cosa successe dopo e avrei voluto tanto fare più chiarezza nella mia mente. Ed ero sicura che l'unico in grado di aiutarmi più di tutti fosse proprio Harry.
Ma cocciuta e orgogliosa com'ero non sarei mai andata da lui se non avessi visto anche solo un suo piccolo cambiamento nei miei confronti.

-Cosa voleva?- domandò subito dopo. Immaginai dal suo tono che fosse infastidito di dover aver ancora a che fare con Jackson, mi aveva detto lui stesso di detestarlo quando ero in ospedale.

Sentii i suoi occhi su di me ma non accennai a rispondergli o alzare lo sguardo per incontrare il suo. Non volevo dirgli cosa mi aveva detto il mio manager perché sapevo che si sarebbe arrabbiato per quello stupido pezzo di carta con sopra la mia firma che mi rendeva legata a lui in quel modo. Non sapevo effettivamente perché avesse così tanta rabbia nei miei confronti ma una cosa era certa: a quel punto ce l'avevo anche io con me stessa, per essere stata così stupida e infantile da scappare, per aver desiderato di essere famosa e, soprattutto, per aver fatto soffrire così tante persone.

Ricordami di amarti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora