Capitolo 1

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CAPITOLO UNO

-Brooklyn Thompson- sentii il mio nome risuonare dagli altoparlanti e diffondersi nell'aria circostante ma l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era il suono incessante del mio cuore. Presi un respiro profondo e mi alzai in piedi nervosa e con mani tremanti.
Di fronte a me il palco dove il preside Brown mi aspettava per consegnarmi il diploma.
L'applauso della mia famiglia dalle gradinate mi fece sorridere.
Erano tutti qui per me: mio padre e mia madre, mio fratello Jake, i miei zii e cugini arrivati direttamente dalla Florida.
I miei genitori in piedi, con le lacrime agli occhi mi sorridevano orgogliosi.
Salii gli scalini pregando di non inciampare nella lunga toga rossa che indossavo, sarebbe stato imbarazzante cadere davanti a tutte quelle persone e non avevo abbastanza disinvoltura da continuare per la mia strada come se niente fosse.
Al sol pensiero sentii le guance riscaldarsi.
Arrivata sul palco, il preside mi sorrise congratulandosi per i miei ottimi voti e mi consegnò il diploma.
Avevo appena raggiunto il mio primo traguardo.

**
-Andiamo Tommo, non avrai paura della polizia?- lo provocai guardandolo con aria di sfida.
-C-cosa? Macché! Ora ti faccio vedere-
Risi mentre schiacciava sempre di più il piede sull'acceleratore e le cose fuori dal finestrino non sembravano altro che sfuggenti macchie di colore.
-Vado ancora troppo piano?- si girò a guardarmi con un ghigno divertito sul viso. Nonostante fosse buio riuscivo a vedere l'azzurro scintillante dei suoi occhi.
-Resti sempre un fifone- scoppiai a ridere di fronte alla sua faccia sorpresa e delusa.
Accostò ai lati della strada e spense il motore, io lo guardavo curiosa.
-Mi hai dato del fifone?- si slacciò la cintura di sicurezza.
-Mh mh...- tolsi anche la mia di cintura intanto lui mi guardava con occhi maliziosi. -Sì, lo sei-
-Stai rischiando grosso piccola Brooke- chiuse i finestrini e si avvicinò lentamente a me.
-Amo rischiare- sorrisi.
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-Tesoro! Congratulazioni!-
L'abbraccio stritolante di mia madre non mi lasciò scampo. Non che mi dispiacesse, ma con l'afa estiva e la lunga toga non era proprio ciò di cui avevo bisogno.
-Oh Candice, così la soffochi!-
Mio padre arrivò in mio aiuto seguito dal resto della famiglia.
-Lasciate che saluti mia sorella, spostatevi- l'inconfondibile voce di mio fratello giunse alle mie orecchie prima che un altro paio di braccia si aggiungesse all'abbraccio.
-Jake, non respiro- alzai la testa cercando di inalare più aria possibile.
Nonostante fossi più grande di lui di 4 anni era così alto che a malapena gli arrivavo all'altezza del suo mento.
Quando finalmente mi liberarono dall'abbraccio ripresi fiato. Nel frattempo anche i miei cugini e zii si erano avvicinati. A turno mi baciarono entrambe le guance congratulandosi.
Ce l'avevo fatta. Contro tutto e tutti.

**
-Tu non capisci, cazzo! Non sai quello che abbiamo condiviso- gli gridai contro mentre portavo una mano sul mio viso per la frustrazione.
I suoi occhi si scurirono e con un solo passo riuscì ad annullare la distanza tra di noi.
Afferrò i miei polsi non molto delicatamente e li spostò per guardarmi negli occhi.
-Se c'è una sola cosa so è che tu, Brooklyn Thompson, sei e sarai sempre MIA-

**

Sospirai entrando nella mia camera. Mi tolsi il vestito e i tacchi che mia madre mi aveva costretta ad indossare e mi infilai sotto le coperte, stanca per la giornata trascorsa.
-Aubrey is here bitch!-
Aprii gli occhi e la mia coinquilina con il solito tempismo perfetto entrò nella stanza.
-Oh scusa stavi dormendo?- si sedette sul mio letto e si tolse le scarpe.
-No ma vorrei- mi girai dall'altro lato del materasso e lei si sdraiò affianco a me.
-Com'è andata la tua giornata?- le domandai.
-Bene, siamo andati a pranzo a casa dei genitori di Liam. Tu, come hai festeggiato?- si sistemò meglio sul materasso occupando la metà dello spazio.
-Niente di particolare, pranzo in famiglia- risposi alzando le spalle.
-Uhm, molto interessante..- sbadigliò e mi cinse la vita in un abbraccio.
-Abby cosa stai facendo?- mi accigliai a quel contatto improvviso.
-Sto dormendo-
Sorrisi arrendendomi di fronte alla sua stupidità e poco dopo eravamo entrambe tra le braccia di Morfeo.

**
-Brooke ti presento Louis, un caro amico di Liam-
Mi voltai verso il ragazzo. Alto, moro e occhi azzurri che catturarono da subito la mia attenzione.
-Piacere, Louis Tomlinson- mi tese la mano.
-Brooklyn Thompson- gli strinsi la mano e sorrisi pensando a quanto i nostri cognomi risuonassero simili.
-Bene, ora che avete fatto conoscenza, vado dal mio fidanzato- Vidi la mia amica correre incontro a Liam lasciandoci soli e in imbarazzo.
-Allora.. Liam mi diceva che vieni dalla Florida?- ruppe il silenzio creatosi iniziando a camminare sul sentiero che portava al giardino sul retro della gigantesca villa dei Payne.
-Esatto, da Orlando precisamente. E tu?- lo guardai affascinata dai suoi occhi che al sole sembravano pietre preziose.
-South Yorkshire, Doncaster- sorrise.
-E cosa ci fa un inglesino qui a Chicago?-
-Ancora non lo so- alzò le spalle con aria spensierata.
Sorrisi, era l'inizio di una lunga amicizia.
**

-Andiamo pigrona! I bagagli non si portano fuori da soli, muovi le chiappe!-
Aprii gli occhi e guardai l'orologio: le 7:53 di domenica mattina.
Sospirai rotolandomi nel letto in cerca della mia vestaglia che trovai ai piedi del letto insieme al calzino che avevo perso durante la notte, cosa che mi accadeva puntualmente. Andavo a dormire con entrambi i calzini ai piedi e al mattino me ne mancava sempre uno.
Mi alzai riluttante e aprii la finestra.
-Ti sei alzata!- sentii Aubrey urlare dal piccolo giardino dove al momento si trovavano tutti i suoi bagagli..
Lei era già vestita, con i capelli pettinati e truccata, che caricava delle enormi valigie nel bagaglio della sua auto appena fuori il cancello.
-Cosa stai facendo?- mi stropicciai gli occhi accecata dalla luce del giorno.
-Andiamo a Las Vegas!- la mia bocca si aprì a formare una piccola 'o', avevo completamente dimenticato il regalo per il diploma da parte di Liam e Louis.

**

-Brooklyn ti terremo qui, in osservazione per una notte. Louis può restare con te- si fermò aspettando una risposta da parte mia. Ma non mi preoccupai di farle neanche un cenno. Il mio sguardo era perso nel vuoto mentre rivedevo avanti agli occhi le scene di quella notte. Louis era l'ultima persona che volevo vedere, ma non dissi niente quando entrò nella stanza in silenzio e si sedette sulla poltrona di fronte il mio letto.
-Per qualsiasi problema, non esitare a chiamarci- l'infermiera si rivolse a lui questa volta.
Louis le rispose che l'avrebbe fatto e lei annuì prima di lasciare la stanza.
**

-Siete pronti?- domandò Liam sorridendo verso Aubrey seduta sul sedile accanto al suo, dietro di loro c'eravamo io e Louis.
La mia testa era girata verso il finestrino, distratta dai miei pensieri.






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Ciao a tutte!
Allora, come prima cosa grazie per essere qui a leggere il mio capitolo e anche questa nota.
Scusate se è abbastanza corto, ma credo che aggiungere altre parti sarebbe stato troppo.
Capisco la vostra confusione ma in seguito tutto avrà un senso.
Detto ciò, cosa ne pensate?
Baci xx

Ricordami di amarti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora