21. La dichiaro in arresto

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Aria's POV

Osservo ripetutamente l'orologio sulla parete del laboratorio di arte.
Amo le lezioni di questa materia, ma oggi mi irrita qualsiasi cosa e anche questa.

Ho raccontato cosa sta succedendo alle mie amiche e loro mi hanno confortata e devo dire che mi hanno davvero aiutata.
L'ansia e l'angoscia sono diminuite, ma il dolore rimane in ogni millimetro del mio esile corpo e sembra non poter svanire.
Voglio uscire da questa aula e scappare, sicuramente ritrovandomi davanti alla sua aula e sperando che lui mi abbracci.
Ho bisogno di vederlo, nonostante oggi mi sono accorta che quando ci siamo visti sono stata peggio di prima.
Ezra ha distolto lo sguardo nel preciso momento in cui i suoi occhi mi hanno notata e lui sicuramente pensa che non me ne sia accorta.

Finalmente la campanella suona ed esco velocemente dall'aula, credo che il mio corpo si dirigerà da lui senza volerlo.
Ma questa sua decisione viene fermata da qualcuno che mi afferra il braccio; Caleb, il ragazzo di Hanna.
Lo guardo confusa ed esclamo infastidita "Che diavolo stai facendo?"
Caleb mi guarda e quando si accorge che non ho più quella voglia di scappare mi lascia il braccio "Hanna sta recuperando un test e mi ha detto di starti vicino e non lasciarti fare sciocchezze.
E mi ha praticamente obbligato di fermarti in caso ti avessi visto perdere la testa".
"Avevo perso la testa davvero?" domando inconsapevole, come se mi fossi risvegliata da un sogno,
"Così sembrava..." risponde lui.
Sono abbastanza infuriata con Hanna, non doveva dire a Caleb che non stavo bene.
Ma la situazione imbarazzante in cui mi trovo lo diventa ancora di più quando vedo Mike in fondo al corridoio.
Sta picchiando un suo amico, o quello che pensavo fosse un suo amico, corro verso di lui e Caleb mi segue come un cagnolino.
"Mike!" urlo avvicinandomi alla rissa "Mike fermati!" continuo cercando di separarli. Ovviamente serve a poco un esserino più basso di un metro e sessanta a separare due arrabbiati maschi adolescenti.
Quando però interviene Caleb i due vengono divisi, mi avvicino a mio fratello, che ha un labbro sanguinante.
Lo guardo negli occhi, sono pieni di rabbia e di dolore, riesco solo a dirgli a bassa voce "Ma cosa ti è preso?"
Cerco di avvicinarmi a lui, ma se ne va scansandomi in modo violento.
Caleb si avvicina preoccupato
"Tutto bene?", immediatamente dopo la sua domanda suona la campanella e rispondo avviandomi
"Devo andare a lezione e non credo che verrai con me, perchè non frequenti il corso di Trigonometria..."
Vado verso l'aula senza preoccuparmi di essere stata scortese con lui, che dopotutto mi ha solo aiutata.

Poco dopo l'inizio della lezione, l'altoparlante della scuola si accende e sento il preside pronunciare le parole
"Aria Montgomery è attesa nell'ufficio del preside"
Perfetto, dopo una giornata iniziata malissimo ci si è messo pure Mike a mettersi nei guai ed ora il preside mi vuole nel suo ufficio, fantastico.
Tutti mi guardando, anche la professoressa, aspettando che io mi alzi ed esca dall'aula.

Un volta fuori dalla classe penso che sicuramente mi ha chiamata per Mike, altre volte il preside ha parlato con me per capire perchè mio fratello si comportasse in quel modo.

Quando arrivo al suo ufficio noto la porta semiaperta e sento delle persone parlare, mi avvicino cercando di concentrarmi nel riconoscere le voci.
Improvvisamente la porta si spalanca davanti a me facendomi sobbalzare.
Mi ritrovo davanti Meredith.
Mi rivolge un sorrisetto e continua a camminare per la sua strada, ma io la interrompo "Cosa ci fai ancora qui?".
Ho molta paura che ora che io ed Ezra non stiamo più insieme lei se ne approfitti.
"Sai, Aria...Gli adulti hanno un lavoro" risponde marcando la parola adulti, questo mi da davvero sui nervi.
Mi sento pronta a risponderle ma il preside interrompe la nostra "conversazione".
"Signorina Montgomery entri pure..."
é più serio del solito e questo mi fa preoccupare, mi siedo di fronte a lui e alla sua scrivania.
Prima che parli passano dei secondi che a me sembrano ore, la mia gamba destra si muove incondizionatamente e sempre con una velocità maggiore.
Fortunatamente l'uomo inizia a parlare "Signorina, mi ha davvero deluso...è sempre stata un'eccelente studentessa e non avrei mai creduto ad una brutta chiacchiera sul suo conto."
Questo suo discorso mi confonde e mi impaurisce, ma lui continua a parlare come se non gli importasse "Ma oggi mi sono arrivate in anonimo queste foto, che ritraggono lei ed il professor Fitz"
Fa scorrere sulla cattedra tre foto, dove ci siamo io ed Ezra a letto insieme. Sono di oggi, ma come è possibile?
Sento il mio corpo irrigidirsi e il petto esplodere, lo guardo cercando di trattenere le lacrime.
Il telefono del suo ufficio inizia a squillare e lui, rimanendo impassibile, risponde.
"Pronto, oh sì, li faccia entrare"
Lo guardo perplessa e lui risponde alla mia espressione "Era la polizia sta andando nell'aula di Fitz"
Mi rimbomba continuamente quella parola nella testa e con voce spezzata riesco a dire "La polizia..."
"Sì signorina, per un insegnante avere rapporti sessuali con una studentessa minorenne è un reato"
Non ascolto neanche la sua spiegazione, un discorso che già so e del quale non mi interessa assolutamente.
Ora non riesco a pensare ad altro che ad Ezra, mi alzo di scatto e corro verso il corridoio della sua aula.
Sento il preside che mi chiama "Signorina Montgomery!"
Corro con le lacrime che mi rigano le guance e lotto contro le mie gambe che non reggono più e vogliono lasciarmi cadere a terra.
Scendo le scale a due a due e quando sono agli ultimi scalini inizio ad urlare "Ezra! Ezra!"

Lo vedo a metà del corridoio con lui ci sono due poliziotti ed ha le manette sui polsi.
Quando si accorge di me mi guarda per un attimo e dal suo sguardo rimango stupita.
Con gli occhi mi ha detto di andarmene, è stato arrestato ed andrà in prigione, la sua vita è rovinata per colpa mia e lui cosa fa? Si preoccupa per me.
Ma a me non interessa di andarmene, non verrò arrestata e non negherò mai di essere stata insieme a lui, con nessuno.
Continuo a piangere senza muovermi di un millimetro e chiudo gli occhi, come quando ero piccola e nei brutti momenti li serravo ed immaginavo di trovarmi in camera mia con in mano un bel libro.

Quando li riapro, vedo tutte le mie amiche che corrono in mio soccorso.
In quel momento mi accorgo che sono circondata da ragazzi che mi guardano e che sparlano di me tra di loro.
Riesco a sentire pezzi di frasi come "Allora era lei quella che andava con il prof"
"Ma davvero andava a letto con il signor Fitz?"
"Che troia"
"Ora capisco i suoi alti voti..."
"Faceva sesso con lui solo per i voti?"

Quelle parole mi distruggono ancora di più, le orecchie iniziano a fischiarmi e sento di non riuscire più a respirare.
È come se fossi sott'acqua o peggio, all'interno di uno dei miei peggior incubi.

Destini intrecciati || EzriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora