4. L'età non conta

1.3K 88 14
                                    

Aria's POV

Una leggera luce filtra dalla mia finestra, mi ritrovo rannicchiata dalle parte del letto attaccata al muro. Ancora assonnata, resto in quella posizione immobile, mentre cerco di aprire gli occhi.
Con la vista un po' appannata, riesco a vedere che, accanto a me, c'è il mio cellulare e subito ricordo cosa stavo aspettando prima di addormentarmi.
Velocemente lo prendo tra le mie mani, e vedo sulla schermata la scritta "1 messaggio non letto".
Apro il messaggio, e vedo il nome del contatto, il suo nome.
Cerco di trattenere qualche gridolino di entusiasmo, perchè il telefono segna le sette di mattina.
Leggo il messaggio di Ezra
"Stavo aspettando il tuo messaggio con ansia...ci vediamo oggi al Brew alle 4:30?"
Mi spunta un sorriso sincero nel volto, sono troppo agitata per riaddormentarmi, così decido di alzarmi.
La mia famiglia sta ancora dormendo, mi preparo rapidamente perchè sento il bisogno di uscire e farmi un passeggiata prima di scuola.
Dopo mezz'ora esco di casa lasciando un bigliettino sul tavolo della cucina, "Sono uscita presto e vado direttamente a scuola, tornerò a casa nel tardo pomeriggio
-Aria".

Quando sto camminando per il quartiere, vedo, dall'altra parte della strada, Emily.
Mi ero dimenticata che lei va a correre tutte le mattine.
È molto concentrata e non mi vede, decido di chiamarla "Ehy Em!" urlo dal marciapiede opposto al suo.
Alza lo sguardo, sorride e mi viene in contro "Aria! Anche tu così mattiniera?" domanda. "Stamattina sì" le rispondo scherzando.
Ferma il suo allenamento per passeggiare con me, mi era così mancato qualcuno che facesse qualsiasi cosa per me e le uniche che lo avrebbero mai fatto erano le mie amiche.

Dopo circa un oretta mi saluta, riferendomi che deve andare a farsi una doccia prima di andare a scuola.
Decido di andare al Brew, a prendermi un cappuccino, poi mi incammino verso scuola.

A lezione di chimica, vedo Spencer al primo banco che mi chiede di sedermi accanto a lei...mi sembra un sogno, prima io ed Emily che parliamo per un'intera ora come migliori amiche e ora Spencer che mi chiede di sedermi accanto a lei.
Mi siedo e sussuro a Spencer "Fortunatamente hai lezione con me, così mi aiuterai, a chimica sono rimasta una frana".
Spencer fa una piccola risata "Certo che ti aiuterò, a questo servono le amiche" dice, mentre mi stringe la mano, che sta giocherellando nervosamente con la penna.

Finita l'ora di chimica mi dirigo verso il mio armadietto e vedo Hanna che sta parlando con un ragazzo, anche se le dovrò passare davanti, per arrivare al mio armadietto non penso sia il caso di salutarla.
Le cammino davanti, ma lei sembra non notarmi, poco dopo, mentre sto mettendo a posto dei libri sento un rumore di scarpe con il tacco venire verso di me.
Alzo lo sguardo e vedo Hanna che mi sorride, sfoggiando le sue adorabili fossette, "Ti ho vista passarmi accanto poco fa, ma stavo parlando con Caleb e non ho potuto salutarti" "Oh, non ti preoccupare. Ma è il tuo ragazzo?" Le domando incuriosita, lei mi risponde immediatamente "Assolutamente no, ma lo ospito a casa mia perché ai suoi genitori affidatari non importa nulla di lui"
"Mi è difficile credere che tua madre ospiti uno sconosciuto a casa vostra"
"Lei infatti non lo sa, dorme in cantina" mi confessa ed io mi metto a ridere "Solo tu puoi combinare questi pasticci" eslamo mentre lei si unisce a me, con una sonora risata.
Veniamo, però, interrotte dalla campanella e siamo costrette a salutarci.

È arrivata l'ora di pranzo, entro in mensa e vedo in quel tavolo, il nostro tavolo, tutte e quattro le mie amiche.
Stanno parlando a bassa voce e sembrano molto preoccupate, mi avvicino a loro, mi siedo e domando a tutte di cosa stiano parlando. Alison inizia a rispondermi "stiamo parlando di Jen..." le sue parole però vengono interrotte da il rumore di un bastone che sbatte per i tavoli della mensa.
Tutte e cinque, contemporaneamente, vediamo avvicinarsi a noi Jenna che sempre più vicina ci domanda "Alison sei tu? Per caso stavi parlando di me?" fa un piccolo ghigno, mi si stringe la gola a vederla con quegli occhiali neri che le coprono gli occhi verdi e quel bastone.
Alison le risponde a tono "Il tuo udito è migliorato ultimamente..." Il ghigno di Jenna diventa una smorfia di dolore, poi si allontana dal nostro tavolo difficoltosamente.
Emily guarda arrabbiata Alison "Potevi anche risparmiartela questa battuta crudele."
"Pensa di prendersi gioco di noi Em, e dobbiamo farle capire che è meglio per lei che ci provi" Emily si alza delusa dalle parole e dal comportamento di Alison, Spencer la segue "Alison, ti ricordo che è Jenna la vittima e non tu."
Cerco di non farle litigare, ma inutilmente e finiamo per pranzare una lontana dall'altra.
Come la campanella segna la fine delle lezioni, corro nel bagno a darmi una rinfrescata, dopo aver sistemato il viso e i capelli vado al Brew.

Apro la porta del bar e vedo Ezra in un tavolino in fondo, alza lo sguardo da un libro, sentendo la porta del bar chiudersi.
Mi sorride dolcemente, io mi avvicino, lo saluto e lui mi fa accomodare nella sedia accanto alla sua, in modo molto gentile.
Ordiniamo due fette di torta ai mirtilli, Ezra completa l'ordine prendendo una birra. Faccio un piccola risata "Torta ai mirtilli con la birra?" Mi guarda, rivolgendomi un sorrisetto.
Dopo la seconda forchettata di torta vedo Ezra ridacchiare silenziosamente, perplessa gli chiedo "Cosa c'è?" guardandomi attorno.
"Sei sporca di torta sull'angolo della bocca" a quelle parole divento rossa dalla vergogna, ma prima ancora che possa pulirmi, lui si avvicina a me e con il pollice mi accarezza il labbro sporco, poi porta il dito alla sua bocca e assaggia la mia torta.
Sono davvero imbarazzata e sembra che Ezra lo abbia capito, infatti per farmi rilassare fa una battuta "La tua torta è più buona  della mia, come è possibile?" finalmente, il mio viso teso, si rilassa e mi spunta un grande sorriso.
Ezra continua a parlare "Quindi frequenti la Hollis?" divento nuovamente agitata, lui pensa che io faccia l'università perché non gli ho mai specificato la mia età, ma pensavo che avesse capito quanti anni ho, soltanto guardandomi.
Ezra continua ad osservarmi, aspettando una mia risposta
"Emh...no, ero lì perché ci lavora mio padre" il suo viso è ancora rilassato.
"Quindi quale college frequenti?" mi domanda ed io capisco che è il caso di rispondergli sinceramente "Ezra io, frequento ancora il quarto anno di liceo" ora il suo viso si irrigidisce e il suo sguardo è diverso da prima. "Non pensavo che fossi così...piccola" mi dice facendo una pausa prima di usare la parola "piccola".
Gli rispondo immediatamente, mi sento offesa dal modo in cui mi sta trattando "Pensavo che lo avessi capito..." dico quasi sussurando, mi guarda infelice "Aria, ho 24 anni" dice.
Voglio fargli capire che l'età non conta e senza pensarci troppo dico "Io sono sempre la stessa, la stessa di quel pub in Islanda di un anno fa, la stessa in quella università di ieri e la stessa in questo bar oggi. Ora sai la mia età, ma io non sono affatto cambiata." Ezra mi osserva nostalgico "Aria, penso che tu sia una ragazza fantastica, ma non può funzionare tra noi...
Non puoi immaginare quanto mi dispiaccia." abbassa lo sguardo, mi sembra di vedere i suoi occhi inumidirsi, dopo avermi detto queste parole si alza dal tavolo ed esce silenziosamente dal bar.

Io rimango lì, in quella sedia, davanti a quel tavolino, distrutta, arrabbiata, infelice e terribilmente delusa.

Destini intrecciati || EzriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora