33. La nostra panchina

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Aria's POV

Il campanello di casa mi risveglia la mattina dopo, ancora totalmente addormentata allungo il braccio per afferrare il cellulare caduto in terra.
Guardo l'orario e mi rendo conto che è tardi e che fra pochissimo dovrò stare alla casa editrice.
Mi precipito alla porta che continua a suonare e senza pensare allo stato in cui mi trovo, la apro, ritrovandomi davanti la sagoma, poco nitida, di Ezra.
Quando finalmente metto a fuoco noto il suo viso confuso che mi osserva, "Mi sono svegliata adesso" affermo ansiosa, "Ben svegliata allora" scherza Ezra senza dare peso all'imminente ritardo che a me invece preoccupa altamente.
"Dio sono un disastro.
Tu accomodati, io mi preparo subito" appena finisco di parlare mi fiondo in camera mia, prendo il vestito comprato per l'occasione e corro al bagno per mascherare il sonno incollato sul viso.

Inizio a scendere al piano di sotto e sento Ezra venire verso di me, lo ritrovo in fondo alle scale ad aspettarmi.
Mi osserva ad ogni scalino che scendo, come se dovesse memorizzare ogni piccola parte del mio corpo.

Quando sono accanto a lui esclama "Wow, come sei seria!" , "Ho deciso di vestirmi in modo elegante, ma forse ho esagerato?" dico osservando le pieghe blu dell'abito.
"Sei meravigliosa...come sempre", le sue parole mi calmano e incredibilmente non mi preoccupo più di nulla.
Ho sempre amato i suoi complimenti, così reali, mai fatti per mostrare qualcosa, ma nati con sincerità, purezza e con il solo scopo di farmi stare bene.

"Partiamo allora!" Esclamo prendendolo sotto braccio, Ezra ridacchia e mi accompagna elegantemente verso la sua macchina parcheggiata nel vialetto.

Per tutto il tragitto non distolgo mai lo sguardo dal suo viso concentrato alla guida, lui se ne accorge da subito, ma non dice una parola e sorride come un bambino.
Io faccio altrettando appena ripenso a quello che è successo nella mia macchina l'altra sera.

Da un momento all'altro Ezra porta lo sguardo su di me
"In caso non fossi presa alla casa editrice, potresti sempre trovare lavoro nel mio locale eh..." scherza.
"Oh ma hai già Nicole, non sarebbe giusto togliere del
lavoro a lei" lo stuzzico.
"Come mai non la sopporti così tanto?" Domanda dopo aver fatto una risata sonora,
"Te invece la sopporti anche troppo, state sempre insieme, lavorate insieme, dormite persino insieme..."
Ezra interrompe il mio farfugliare, "Aria, tra me e Nicole non c'è niente. Delle notti dorme nel mio divano per arrivare prima a lavoro, ma siamo solo amici"
"Forse per te..." sussuro.

Fortunatamente arriviamo davanti al grande edificio dove si svolgerà il mio colloquio, quindi pongo fine alla strana conversazione, "Ti chiamo appena finito, a dopo!", scendo dall'auto e chiudo lo sportello senza aspettare la sua risposta.

L'interno dell'edificio è molto elegante e finalmente mi sento a mio agio con questo abito.
Aspetto in una stanza e già mi affeziono ad ogni cosa di questo posto, mi troverei benissimo a lavorare qui dentro.
Inoltre potrei restare a Rosewood e quindi avere la possibilità di stare con l'unica persona di cui ho bisogno; Ezra.

"Allora grazie mille signorina Montgomery, le faremo sapere entro domani mattina..."
"Grazie a lei, buona giornata" saluto la mia forse nuova datrice di lavoro ed esco dal palazzo.
Prendo il telefono dalla borsa e chiamo Ezra, lui risponde immediatamente
"Sono di sotto",
"Perfetto" gli dico prima di riattaccare.

Salgo in auto e vengo subito inondata dalle sue domande, è più agitato ed eccitato di me.
"O oggi o domani mi diranno se sono stata assunta"
Lo informo ricevendo subito un suo invito "Aspettiamo insieme la risposta allora? Possiamo pranzare da me"
In quel preciso istante mi arriva un messaggio da Alison SOS .

Mi preoccupo subito ma sorrido pensando che usiamo ancora questo tipo di messaggio.
"Scusa Ezra, ma devo andare da Alison. Facciamo a cena da me?"
"Va benissimo, ti accompagno a casa sua allora".

Mi lascia davanti a casa DiLaurentis e prima di scendere poso la mia mano sulla sua, "Grazie per tutto".
Restiamo per qualche secondo a guardarci profondamente, quando mi immergo nei suoi occhi perdo la testa, prendo tutta la forza possibile e riesco a scendere dall'auto prima che possa fare dei casini.

Appena Alison apre la porta di casa sua e le domando che cosa succede, lei mi fa entrare in casa poi mi racconta tutto, "Emily è tornata a Rosewood, prima del previsto",
"Sapevi che sarebbe comunque tornata per il matrimonio di Spenc" le dico.
"Sì, ma mi ha mandato un messaggio. Con scritto di stare insieme..." la interrompo, "Perfetto, dimmi come posso aiutarti",
"Non mi hai fatto finire. Vuole che ci vediamo noi tre per stare un po' insieme come ai vecchi tempi".
Le prendo le mani e le sorrido "Verrò sicuramente e il fatto che abbia chiamato te significa sicuramente qualcosa", "Lo so" risponde lei.
"Voi due siete fatte per stare insieme e tutti i problemi che vi hanno separate scompariranno non appena vi rivedrete" la rassicuro,
"Abbiamo appuntamento oggi pomeriggio al Brew, rimani a pranzo?" Mi domanda Alison ed io accetto subito la proposta.

Prima di andare al bar aiuto la mia amica a scegliere un vestito per farla sentire a suo agio.
Quando arriviamo al locale vediamo Emily che ci sta aspettando davanti all'entrata, corro subito verso di lei e l'abbraccio forte mentre Alison le sorride dolcemente.

La nostra uscita procede benissimo, proprio come pensavo.
Ci raccontiamo tutte le cose che per telefono non vengono dette e Emily ed Alison sembrano quelle di prima, hanno bisogno l'una dell'altra, loro due si completano.

Si fa piuttosto tardi e vedo Ezra scendere dalle scale del suo appartamento, in quell'istante mi ricordo della cena, saluto le mie amiche lasciandole sole e vado verso di lui.

Ezra mi guarda confuso, "La cena non era da te?" , "Ecco...mi sono totalmente dimenticata" confesso mentre lui mi lancia uno sguardo rimproverante.
Penso ad una soluzione che salvi la situazione "Che ne dici di un pezzo di pizza e una passeggiata?" Chiedo.
Fortunatamente Ezra accetta e andiamo a mangiare in una pizzeria al taglio, poi ci facciamo una lunga passeggiata.

Ci fermiamo contemporaneamente appena ci ritroviamo davanti ad una panchina. La nostra panchina.
In tutte le nostre giornate migliori o peggiori, finivamo sempre seduti qui facendoci forza e stringendoci la mano.

Senza dire una parola Ezra si siede ed io faccio lo stesso subito dopo, rimaniamo in silenzio ascoltando i rumori della città di sera.
"Ezra, ho riflettuto molto su noi due e ho un pensiero che mi passa continuamente nella testa.
Ci potrà mai essere un 'noi' o il sentimento che sentiamo entrambi è una cosa che appartiene solo al passato e ci confonde?" Chiedo fissando i suoi occhi che brillano alla luce del lampione sopra di noi.
"Io penso che non possiamo saperlo..." esclama concludendo poi "...se non proviamo".
Si avvicina al mio viso, sento il suo fiato caldo riscaldarmi le labbra e riempirmi i polmoni, sorrido lievamente quando si trova a pochi millimentri da me, fino a quando finalmente non ci uniamo in un dolce bacio che tanto desideravamo entrambi.

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Sono tornataaa,
come state?💖
Che ne pensate del capitolo?
Sappiate che sto già scrivendo il prossimo e che o domani o dopodomani sarà pronto.
Buona notte a tutti e a chi non va ancora a dormire...buona lettura🌹

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