12. Mr. Fitz

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Lunedì

Aria's POV

La sveglia mi avverte l'inizio di questa insolita giornata, ho lezione di letteratura proprio la prima ora, quindi devo prepararmi psicologicamente in poco tempo.

All'entrata vedo Hanna, mi sta aspettando per andare in aula insieme e per cercare di sostenermi in questo strano momento.
Ho raccontato a tutte le mie amiche dell'arrivo di Ezra e ho ordinato loro, ovviamente, di non dire niente a nessuno.

Quando entriamo in aula, fortunatamente, non è ancora suonata la campenella e la cattedra è vuota, Hanna non si siede, come è solita fare, vicino al banco di Mona, che è  ancora vuoto, ma prende il banco accanto al mio.
Come suona la campanella apro una pagina del libro ed inizio a leggerla, tutti si mettono a posto e lo sento entrare.
Inizia a parlare "Buon giorno a tutti, io sono il nuovo professore di letteratura"
Sento il gesso che scrive sulla lavagna, alzo leggermente lo sguardo e leggo la scritta
"Mr. Fitz"
Quando si gira dalla parte degli studenti, i suoi occhi puntano subito verso di me, li distoglie velocemente ed inizia a fare l'appello, poco dopo entra in classe Mona "Sono in ritardo?" domanda all'intera classe.
Ezra la guarda un po' divertito "Mona giusto?"
"Giusto Mr. Fritz" la classe scoppia a ridere e Mona, non capendo il perché va a sedersi al suo posto perplessa, come vede Hanna accanto a me mi rivolge uno sguardo infastidito.

L'ora passa abbastanza bene, devo ammettere che pensavo peggio, durante l'ora di pranzo, cercando di non dare nell'occhio, decido di andare nella sua aula.
Dal vetro della porta lo vedo, è molto concentrato, sta corregendo dei compiti, resto qualche secondo a guardare la rughetta che si forma sulla sua fronte quando è pensieroso...poi entro silenziosamente.

Mi vede, il suo viso si rilassa e la rughetta sulla fronte lascia spazio a quelle delle sue guance che gli incorniciano il sorriso "Signorina Montgomery..." dice ironicamente, mi avvicino a lui e lascio che la mia mano sfiori la sua che è posata sulla cattedra. "Questa sera è libero signor Fitz?" domando con voce sensuale, fa un piccolo sorriso poi dice silenziosamente "Sempre libero per te" confessa con un sorriso provocante, mi viene un'incontrollabile voglia di mordergli quel labbro, ma sento delle voci provenienti dal corridoio, lo saluto con la mano ed esco dall'aula.

Dopo la terza ora, vedo Mike uscire da scuola, suona la campanella ma non mi importa molto, devo seguirlo.
Mi precipito fuori scuola e lo chiamo "Mike! Dove stai andando?" si gira di scatto, e alla mia vista affretta il passo.
"Potresti anche rispondermi..."
Lo rimprovero, lui si ferma e mi aspetta "Scusa, ma non me la sento di seguire le lezioni...ti prego non dire nulla nè a mamma, nè a papà"
"Va bene, ma questa è l'ultima volta che salti la scuola, siamo intesi?"
Abbassa lo sguardo, ma la voce rimane rigida "Va bene, va bene..."
Guardo lo schermo del telefono, sono in ritardo di cinque minuti, corro velocemente in aula e, fortunatamente, la professoressa non mi rimprovera.

Dopo scuola, vado a casa di Ezra, come mi vede davanti alla sua porta, mi prende il viso tra le mani e mi bacia, avvolgo le braccia dietro la sua schiena e mi stringo a lui, le nostre lingue finalmente tornano insieme.
Ezra si stacca da me, non faccio in tempo a riaprire gli occhi che lo sento sussurrare
"È da tutto il giorno che volevo farlo" sorrido e gli metto a posto i capelli spettinati.
Ci sediamo sul divano, poso le mie gambe sopra di lui e il viso tra il collo e la sua spalla. Mi chiede come sto, ma ora che sono qui accanto a lui sto bene veramente, e non voglio deprimermi pensando a tutto quello che è successo prima del mio arrivo al suo appartamento.
Evito la domanda avvicinandomi alle sue labbra "Dove eravamo rimasti?" domando con voce sensuale, sorride e si avvicina alle mie labbra.
Le mie mani tracciano lievemente tutti i lienamenti del suo viso, le sue mani dalle mie cosce iniziano a passare sotto la mia maglia e ad accarezzarmi il corpo freddo che ad ogni suo tocco diventa elettrico.
Questo magnifico momento però viene interrotto da qualcuno che bussa alla porta,
"Deve essere la mia vicina, dimentica sempre le chiavi e gli tengo la copia" fa per alzarsi ma lo fermo "Vado io"
Mi avvicino alla porta, ma per uno strano presentimento, guardo prima dallo spioncino.
Riesco a riconoscere il preside della mia scuola che sta aspettando che qualcuno gli apri, di scatto mi abbasso come se lui possa vedermi dallo spincino.
Ezra non capisce il mio comportamento e mi chiede "Che succede?"
Terrorizzata dico silenziosamente "C'è il preside quì fuori" , Ezra spalanca la bocca e con i gesti mi fa capire che devo andare a nascondermi nel bagno.

Lo sento aprire la porta e salutare il preside scusandosi per non aver aperto prima ed inventandosi una scusa.
"Come mai è qui? C'è qualche problema?"
"Oh no signor Fitz, volevo domandarle solo come è andata la sua prima giornata nella mia scuola"
"Mi sono trovato molto bene, la ringrazio."
Rimango immobile ad ascoltare, la voce di Ezra è molto agitata, parlano per un quarto d'ora di cose poco importanti, poi capisco che si stanno salutando e, successivamente, sento il rumore della porta che si chiude.
Non sono sicura di poter uscire così rimango nel bagno, senza provocare nessun rumore, la porta si apre e vedo Ezra, ancora molto scosso, davanti a me.
"Abbiamo rischiato tanto Aria"
"Scusami Ezra" abbasso lo sguardo sentendomi davvero in colpa.
"Sono stato io a dirti di venire qui, è colpa mia..."
"Cosa significa? Che non posso più venire quì?"
Ezra è davvero dispiaciuto e non riesce a trovare le parole per rispondermi.
"Se non posso venire da te come facciamo a stare insieme?" gli chiedo.
Non riesce a rispondermi, i miei occhi iniziano a inumidirsi, mi prende le mani e trova le parole da dirmi "Aria, io ti amo... ma se qualcuno scoprisse che abbiamo una relazione..."
Non voglio sentire la fine del discorso, lo interrompo "Lo so..." un nodo alla gola si fa sempre più stretto e non mi fa quasi riuscire a parlare.
Esco dall'appartamento, sperando che lui mi fermi, ma niente, rimane immobile e in silenzio.

Salgo in macchina, lascio la fronte sopra il volante e delle lacrime silenziose iniziano a scorrermi sulla guance, non posso smettere di piangere, perchè non posso fare a meno di soffrire per questa nostra tormentata storia d'amore.

Destini intrecciati || EzriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora