23. La nuova me

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Aria's POV

Per alcuni secondi rimango immobile, sapevo quanto Noel fosse falso, viziato e quanto volesse comandare con uno stupido ricatto, ma non pensavo che arrivasse a tanto.
Il mio stato di shock mi distacca dalla realtà, ma la voce della fotografa mi fa ricordare dove sono "Ti senti bene?"
Sollevo lentamente il viso, osservo la sagoma della donna e noto dietro di essa il viso preoccupato di Spencer.
In poco tempo riesco a ricompormi "Emh sì, mi gira solamente un po' la testa..."
Spencer si avvicina a me, ringraziando la fotografa e salutandola, poi mi accompagna all'uscita del negozio.

Come siamo fuori mi dice "Credo che hai trovato quello che stavamo cercando..."
"Noel" rispondo secca.
"Kahn."Conclude lei.
Mi appoggia una mano sulla spalla e l'accarezza dolcemente "Ti riaccompagno a casa" dice quasi sussurrando.

Non voglio assolutamente tornare a casa, sento il bisogno di andare da Noel e fargliela pagare.
Sfilo le chiavi della macchina dal giacchetto di Spencer esclamando "Oh, non è ancora ora di tornare a casa..."
Lo dico con voce maligna, mi faccio paura quasi da sola.
Anche la mia amica è intimorita dal mio comportamento e cerca di fermarmi.
Però ne è consapevole anche lei; sono piccola ma determinata.

Quando siamo entrambe dentro l'auto metto in moto ed imbocco la via che porta alla villa dei Kahn.
Vedo Spencer digitare qualcosa sul telefono e leggo il messaggio S.O.S
"A chi stai scrivendo?" domando, già sapendo che è riservato ad una delle nostre amiche amiche, dato che solo tra di noi usiamo quel tipo di messaggio.

"So che non riuscirò a fermarti, quindi sto chiamando rinforzi..." mi risponde Spencer.
"Posso vedermela con lui benissimo da sola"
Esclamo continuando a guidare pericolosamente veloce.
Lei sembra non dare retta alla mia ultima affermazione e continua a scrivere sul telefono tranquillamente.

Quando arriviamo nel viale della casa di Noel, noto Hanna ed Emily sedute sul marciapiede.
Sono corse qui in mio sostegno, ed anche se ho una enorme quantità di rabbia, riesco a rivolgere un piccolo sorriso a tutte e due.

Mi avvio velocemente verso la casa e le mie amiche ripetono i passi dietro di me.
Busso sulla porta provocando rumori forti e rapidi, dopo poco, la sento aprirsi.
Mi ritrovo davanti quella faccia da schiaffi di Noel, che vedendomi così distrutta davanti a casa sua, non può fare a meno di farsi sfuggire una risata.

"Qual è il motivo di questa visita?" domanda prendendomi in giro e guardando tutte le mie amiche.

Per tutto il tragitto in macchina fino a quando sono arrivata davanti alla sua porta ho pensato e ripensato a cosa dirgli.
Immaginando di andare  da lui e ripetergli tutte le stesse perfette, identiche parole.
Invece rimango imbambolata, cercando di far fuoriuscire qualcosa dalla mia bocca serrata.

Spencer risponde alla domanda di Noel cercando di salvarmi da questa orribile condizione
"Credo che tu sia consapevole del motivo."
Lo guardo con gli occhi rossi dalla rabbia e riesco solo a farfugliare un "Io..."
Lui mi ride in faccia e dice "Ti sei portata la tua squadra con te perchè da sola non sei in grado di difenderti?"
Mi irrigidisco sempre di più e so che se continua così potrei anche saltargli addosso e prenderlo a pugni.
Hanna fa un passo in avanti e dice rivolta a lui "Sei davvero una troia..."
Spencer la corregge, sussurandole "Hanna, è un uomo..."
"Rimane comunque una troia." Conclude lei infuriata.

Emily mi prende la mano e mi sussurra "Dai Aria, è meglio andare, è solo un cretino..."
Prima di andarmene però riesco a chiedere a Noel "Come hai fatto a...?"
"Mi dispiace Aria, non è colpa tua se il signor Fitz è così ingenuo da lasciare la chiave del suo appartamento sotto lo zerbino e così permettermi di lasciare una micro telecamera all'interno del suo appartamento"
"Sei uno squilibrato Noel..." dice Spencer disgustata da ciò che ha appena sentito.
Lui non l'ascolta e continua a parlare rivolgendosi solo a me.
"Dovresti ringraziarmi comunque, invece di quelle foto, potevo inviare l'intero video, ma non mi sembrava carino che il preside vedesse e sentisse tutto..."

Queste sue parole sono le ultime gocce che fanno traboccare il vaso, con un movimento rapido mi giro di scatto e gli sferro un pugno.
Cerco di mirare il viso, ma visto che sono bassa prendo in pieno il mento.
Sento i suoi denti inferiori sbattere con quelli superiori e nello stesso tempo percepisco un suo lamento di dolore.
Sento anche la mia mano estremamente dolorante, senza dire nulla mi giro e cammino velocemente fuori dal suo vialetto, un po' impaurita da lui e un po' anche da me stessa o meglio dalla nuova me.

Quando salgo in macchina sprofondo la nuca nel sedile.
Spencer è accanto a me; nel posto del guidatore, Emily ed Hanna sono dietro.
"Riportiamo a casa Aria" dice Emily a Spencer, che le da retta mettendo in moto e portandomi in pochi minuti davanti al mio viale.

"Ti accompagniamo?" Mi chiede Hanna, io rispondo tranquillizzandole "Non vi preoccupate, tanto dovrò affrontare comunque i miei genitori. Grazie per essermi state vicino. Buona notte".

Esco dall'auto e mi preparo allo scontro con i miei.
Una volta arrivata al portico, cerco le chiavi di casa, ma prima che possa infilarle nella fissura, la porta si apre.
Mi ritrovo davanti i visi infuriati dei miei genitori, che iniziano a tormentarmi di domande chiedendomi dove diavolo sono andata e come ho potuto disubbedire loro.
Io non faccio un fiato e mi incammino verso le scale, mio padre alza ancora di più il tono della voce "Devi risponderci!"
Vuoi davvero che ti risponda? Penso, per poi iniziare a sfogarmi,
"Per tutto questo tempo vi siete disinteressati a me e avete pensato solo ai vostri problemi come degli adolescenti. Non vi siete accorti di quando ero fuori casa per intere giornate, ed ora mi fate il terzo grado se sono uscita per un'ora!?"
Espongo il discorso tutto di un fiato, non ho mai avuto il coraggio di rivolgermi così a loro e non l'avevo fatto prima d'ora.

Mia madre mi guarda come se davanti a lei ci fosse un'estranea, si fa forza e mi dice "Abbiamo sbagliato a trascurarti, ma ora vogliamo occuparci di te"
"Se proprio dovete preoccuparvi di qualcuno fatelo di vostro figlio, che oggi ha preso a pugni un suo amico" dico in modo piuttosto  cattivo, per poi salire velocemente tutte le scale ed infilarmi in camera mia.
Mi chiudo dentro la stanza vuota e fredda e mi butto sul letto, inizio a piangere come mai avevo fatto prima.
Chiudo gli occhi pesanti e stringo forte i denti per cercare di non urlare.
Riesco a calmarmi solo dopo alcuni minuti quando inizio a rivivere tutti i momenti insieme ad Ezra.
Il nostro primo incontro in quel pub, un anno fa.
Come in meno di un'ora riuscì a rubarmi un bacio e successivamente il sonno. Ripenso alla sua voce calma e profonda, alle sue parole che mi hanno sempre fatto  stare meglio, ai suoi occhi che mi hanno scavata dentro da sempre.
Ripenso alle sue braccia che mi stringono e che non mi lasciano più andare, ai nostri corpi nudi legati l'uno all'altro dentro quel grande letto nel suo piccolo appartamento.
Adesso tutti questi ricordi mi sembrano così distanti e così impossibili da raggiungere, che iniziano a tingersi di nostalgia.

Destini intrecciati || EzriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora