20. Odore di noi

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Aria's POV

Non mi ero mai svegliata con un umore del genere, mi sento schiacciata dalle bugie come se stessi soffocando ed ho molta paura per me, ma soprattutto per Ezra.

Scendo le scale dirigendomi in cucina, ci sono mio padre e Mike seduti davanti alla colazione.
Scambio qualche parola con papà sulla scuola e noto mio fratello più silenzioso del solito "Tutto bene Mike?" domando. "Sì..." risponde anche se non gli credo molto e so già che quando saremo soli parlerò con lui.
Stranamente, però, continua il suo discorso "Stavo solo pensando a quello che mi ha detto Noel ieri..."
Come pronuncia il suo nome il caffè mi va per tra verso, e tra un colpo di tosse e l'altro riesco a chiedere a mio fratello "Noel? Da quando sei suo amico?"
"Siamo nella stessa squadra di Lacross" mi risponde.
Ad ogni sua parola il battito cardiaco mi aumenta, mio padre torna sul discorso principale domandandogli cosa gli ha detto questo Noel.
"Sai, il professore di letteratura inglese, quello che ti piace tanto..." dice rifendosi a me, "Girano voci che se la fa con una sua studentessa".
Il cuore mi esplode nel petto e mio padre mi guarda preoccupato "Tu ne sai qualcosa Aria?" chiede.
Mi alzo di scatto, la mente è offuscata dal terrore che possa succedere qualcosa ad Ezra.
"Io sono terribilmente nei guai..."
Mi guardano confusi ed io cerco di accampare una scusa "Avevo promesso a Spencer di ripassare per il test di biologia, devo proprio scappare"
Corro fuori di casa sconvolta, ma prima, prendendo le chiavi della macchina.

Ezra's POV

La solita sveglia progammata alle 7:30 mi obbliga a buttarmi giù dal letto e mi ricorda che un'altra giornata sta per iniziare; anche se questa sarà decisamente differente dalle solite.
Mi dirigo verso il bagno e successivamente prendo la caffetteria, quando sto per accendere il fornello, sento bussare timidamente alla mia porta.
Riconoscerei anche con le orecchie tappate il modo timido di bussare di Aria quando non sta bene.
A differenza del solito, non entra da sola rubando le chiavi da sotto il mio zerbino, ma rimane fuori senza emettere un fiato.
Mi avvicino alla porta, poso la fronte sul legno freddo e chiudo gli occhi, nella mia mente si forma l'immagine della mia piccolina che combatte tra la voglia di entrare e quella di andarsene.
La devo fare allontanare da me, ma facendo così non funzionerà, quindi decido di aprirle.
Davanti a me appare il suo tenero visino ed io non riesco a pronunciare una parola.
Ma a noi due non servono tanti discorsi per capirci, mi sposto lievemente come per accoglierla e lei entra in casa.

Aria ripercorre avanti e dietro ogni centimetro del mio salotto, diventando ad ogni passo sempre più agitata.
Cerco di farla fermare e tranquillizzare ma capendo che è praticamente impossibile mi lascio cadere sul divano.
"Hai intenzione di non andare a scuola vero?" mi domanda parlando velocemente.
"Fuggire non risolverà questo..."
"Disastro!" conclude Aria.
Vedo i suoi occhi inumidirsi, riprende fiato e continua il suo discorso guidato dal panico
"Avevi ragione, la nostra relazione era pericolosa, ma non avrei mai immaginato fino a questo..." le lacrime iniziano a rigarle il viso.
Le afferro le mani che continuano a gesticolare, la faccio sedere e le asciugo le guancie.
"Non piangere piccola...
Noel non ha nulla che possa confermare quello che dice e tutti penseranno che sono delle stupide chiacchiere"
"Ma se ci vedessero..." dice tra i singhiozzi, faccio un profondo respiro e mi preparo a quello che devo dirle.
"È per questo Aria, che non possiamo più vederci, non dobbiamo far sorgere nessun dubbio a nessuno"
La vedo crollare davanti a me, le accarezzo i capelli, lei prende la mia mano e la posa sulla sua guancia.
"Non posso vivere senza di te" mi sussurra, le prendo il viso con entrambe le mani e la rassicuro "Aria, fra meno di un anno sarai fuori da quella scuola e se tu mi vorrai ancora , ti prometto che io sarò quì ad aspettarti...questo non è un addio capito?"
Annuisce e si alza dirigendosi verso la porta, la seguo, lei si gira mi guarda profondamente negli occhi "Allora ci vediamo a scuola...".
Non trovando le giuste parole da dire mi limito ad annuire, si rigira senza pensarci troppo ma prima che possa afferrare la maniglia della porta le prendo il braccio e la faccio rigirare.
I nostri occhi si rincontrano nuovamente, "Non voglio farti andare via in questo modo" le dico avvicinandomi alle sue labbra.
Avvoglo con le mani la sua vita e lei si abbandona totalmente a me, ci baciamo profondamente e finalmente capisco il significato dell'espressione "ultimo bacio".
La sollevo e ci buttiamo sul letto, per un attimo esito, non vorrei che questo ci faccia solo ancora più male.
Ma Aria inizia a togliermi la maglia e a lasciarmi tremanti baci sul petto, le accarezzo le gambe e le sfilo il vestito.
La guardo profondamente negli occhi, mi mancheranno così tanto i suoi grandi occhi verdi, che ti entrano dentro e che ti rimangono impressi senza chiedere il permesso.

Le sposto una ciocca finita davanti al viso e le sorrido per poi posare le mie labbra sul suo sorriso.
Tra un gemito e l'altro la sento dirmi "Ti amo, Ezra".

È da venti minuti che siamo distesi nudi a guardarci, Aria mi accarezza il petto ed io i suoi morbidi capelli.
La camera ha preso il suo odore o forse il nostro, creato dai nostri corpi, i respiri, la passione, il dolore.
L'intero appartamento è inondato dall'odore del nostro travagliato e perfetto amore.

Il mio sguardo si posa un attimo ad osservare la foto di me ed Aria che ho sul comodino; la nostra unica foto insieme.
Ho sprecato l'unico scatto con lei facendo una faccia da deficiente, mentre lei è perfetta.
Con il suo sorriso sincero ed ingenuo, e pensare che non volevo fare quella foto, ed ora sarà la sola cosa che mi rimarrà di noi due quando il suo odore lascierà l'appartamento.
Accanto alla foto vedo l'orologio e mia accorgo che è molto tardi, "Aria, è ora..." le sussuro.
Mi guarda per un'ultima volta, mi rivolge un sorriso bagnato da una sua lacrima e si stacca dal mio corpo.
Ci rivestiamo velocemente entrambi, sorrido nel vederla nel bagno alle prese a rimettere a posto il trucco disfatto.
Vado a farmi il caffè di prima, che non ho potuto bere a causa dell'entrata di questa splendida ragazza, nel mio appartamento e nella mia vita.

Aria si avvia alla porta e prima di aprirla mi saluta "Ciao Ezra"
senza aspettare la mia risposta esce dall'appartamento, "Ciao Aria"
le dico io, quando ormai è fuori e ci divide una porta chiusa.

Qualche minuto dopo mi avvio a lavoro, ammetto di essere totalmente terrorizzato.
Ma questa mattina ho capito di non aver sbagliato e che una delle poche cose perfettamente giuste che ho avuto nella mia vita è stata Aria.

Quando entro nella mia aula ho l'incontro spiacevole che mi aspettavo; Noel.
"Mi stavi aspettando?" domando serio cercando di non farmi vedere scosso dai suoi ricatti.
"Stavo aspettando la rivalutazione del compito"
esclama avvicinando alla cattedra.
"Oh sì..." esclamo cercando il suo compito nella valigietta.
Lo lascio cadere sulla cattedra e mi gusto l'espressione del suo viso quando sul foglio legge, ancora scritto, C.
"Lei allora non ha capito..." mi dice alzando il tono.
"Oh, io ho capito perfettamente. Ma niente e nessuno mi farà cambiare il voto che ti meriti"
"La pagherà di essersi messo contro di me"
Cerco di rimanere impassibile davanti al suo comportamento e credo di nascondere totalmente il mio terrore.
"Ci vediamo a lezione Noel" concludo il discorso, prima che la campanella suoni.

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Un saluto a tutti i miei lettori💫
Questo capitolo era piuttosto lungo, ma questo momento è davvero importante.
Spero che vi sia piaciuto, infatti ditemi cosa ne pensate nei commenti. Grazie

Destini intrecciati || EzriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora