24. Addio Aria

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Dieci giorni dopo...

Aria's POV

Come sempre ormai, sono distesa sul mio grande letto, non riuscendo a smettere di pensare neanche per un secondo.
Da quel terribile giorno non sono più andata a scuola e sono quasi sempre in casa, o meglio, nella mia stanza.
I miei genitori si sono un po' calmati, ma ancora nessuno dei due cerca di parlarmi e di farmi domande su di me ed Ezra.
Da qualche giorno mi permettono di uscire, solo per un paio d'ore e fino ad un certo orario, ma io non ho la minima voglia di stare fuori casa.
Ovunque mi trovi, noto le persone osservarmi e sparlare di me; chiacchierano tra di loro senza sapere nulla.
Quindi mi sono bastate quelle poche volte fuori casa e non voglio più rivevere quelle orribili sensazioni.
Purtroppo, però, prima o poi dovrò tornare a scuola e so già che sarà terribile.
Fortunatamente ci sono le mie amiche, che non mi hanno mai lasciato sola e che vengono spesso a trovarmi.

Non ho più visto nè sentito Ezra da quel giorno, ma ho sue notizie grazie a Toby; lui, dopo aver finito l'accademia, è diventato guardia carceraria.
Ed ora lavora esattamente nella prigione dove si trova Ezra.
Tramite Toby e poi Spencer ho scoperto che gli hanno dato 30 mesi di carcere.
Questa notizia mi ha distrutta, speravo che riuscisse ad uscire in qualche modo, invece per colpa mia ora dovrà stare lì per così tanto tempo; distruggendosi un presente ed un futuro.

Ezra non mi ha mai chiamato, durante il processo capivo il motivo e non volevo affatto dargli più problemi, ma ora che è finito e che si trova in prigione, sono sicura che ha bisogno di me.
Ed anche io ho tanto bisogno di lui.

Per la prima volta dopo giorni riesco a trovare la forza di alzarmi dal letto.
Prendo subito il telefono e scrivo alla prima persona che mi viene in mente: Emily.

Tu: Puoi passare a prendermi a casa?

Mi arriva immediatamente il messaggio della sua risposta

Emily: Sono appena uscita dalla piscina, arrivo il prima possibile. Dove andiamo?

Sorrido leggermente alla sua domanda, pensando a cosa mi aspetterà fra poco, poi le rispondo

Tu: Te lo dico quando arrivi...

Il più velocemente possibile mi vesto e cerco di nascondere le occhiaie con il fondotinta.
Poi come un lampo mi fiondo per aprire la porta, appena sto girando la maniglia mi cade l'occhio sul mio nuovo libro posato sul comodino.
Mi avvicino e lo prendo fra le mie mani, per poi infilarlo velocemente in borsa.

Quando mi trovo nel piano di sotto mia madre mi guarda stupita, ormai scendo solo per il pranzo e la cena, ecco il perchè della sua espressione.
"Esco con Emily" le dico, rispondendo al suo viso sorpreso.
Lei annuisce senza dirmi nulla, forse è felice di vedermi fuori dalle coperte o forse ha solamente paura di parlarmi.

Quando esco di casa, trovo la macchina di Emily parcheggiata nel mio vialetto.
La saluto con un cenno della mano poi salgo nell'auto, "Ora mi dici dove andiamo?" chiede la mia amica incuriosita...

Ezra's POV

Cerco il più possibile di eliminare tutti i pensieri che ronzano nella mia testa.
Non riesco neanche a descrivere con parole quello che sto provando da giorni, nonostante abbia sempre trovato le giuste espressioni per ogni occasione.
Sono rinchiuso in questa cella e la mia unica colpa è quella di aver amato una ragazza.
Per tutto il tempo non mi sono mai pentito di essere stato con Aria, non lo farei mai.
Però, sono consapevole di aver sbagliato e di averle chiesto troppo.
Era terribile per entrambi guardarci separati da una cattedra e non poter stare insieme, ma la situazione di adesso è sicuramente mille volte peggio.

Anche se sono io quello in un carcere, penso sempre a lei e a quanto possa stare male.
È tutta colpa mia se sta soffrendo in questo modo.
Ora i suoi problemi dovrebbero essere solo la scelta del college e il vestito per il ballo dell'ultimo anno, ed io dovrei pensare all'affitto del mio appartamento e al lavoro.
Dovrei avere una di quelle vite normali che immaginavo qualche anno fa, quando ero al college.
Sono considerato da tutti un pervertito, le guardie mi trattano come gli altri carcerati, che magari hanno commesso omicidi o altre cose terribili.
L'unico poliziotto che mi rispetta è Toby; il ragazzo di Spencer, ormai una mia ex-alunna, ma soprattutto una grande amica di Aria.

È l'unico con cui ho parlato da quando sono in prigione, nessuno della mia famiglia mi è venuto a trovare da quando sono stato condannato.
Mi avranno ritenuto ancora di più una delusione e avranno tagliato definitavamente i ponti con me.

I miei pensieri vengono interrotti da una guardia che viene verso di me e mi dice con voce dura "Fitz, hai una visita...".
Quando ti trovi qui dentro più nessuno ti chiama signore o ti da del lei.
Dalle parole della guardia penso immediatamente che mia madre, finalmente, si è fatta forza ed è venuta a trovarmi.
L'uomo mi apre la cella e prima che possa uscire mi mette le manette, poi mi accompagna verso una stanza.
Quando varco la porta, però, dietro il vetro ad aspettarmi non vedo mia madre, ma il dolce visino di Aria.

Il mio cuore smette di battere per un secondo, rimango con la bocca semiaperta mentre nella mia testa si forma un numero altissimo di pensieri e preoccupazioni.
Mi avvicino sempre di più alla sedia e man mano che lo faccio, il viso stanco di Aria si illumina.
Quando mi trovo seduto di fronte a lei sussuro "Aria" non sapendo cosa altro dire.
Lei mi sorride dolcemente e i suoi occhi si inumidiscono, sembra non riuscire a dirmi una parola.
Quindi per qualche secondo nessuno dei due fa un fiato e continuiamo a guardarci profondamente negli occhi, come a cercare di scovare ogni sentimento l'una negli occhi dell'altro.

Aria riesce a parlare prima di me "Non ti chiederò come stai, perchè sarebbe una domanda senza senso, ma ho portato qualcosa che ti farà stare meglio..."
Solleva le mani che prima erano nascoste sotto il bancone, e noto che con esse sta tenendo un libro.
"È uscito da poco è l'ho finito di leggere ieri, è davvero bello. Dopo lo consegnerò ad una guardia che te lo darà e quando torno mi farai sapere cosa ne pensi" mi dice dolcemente, continuando a tenere il libro tra le sue piccole mani, che stanno tremando leviemente, vorrei così stringerle, ma questo vetro tra di noi me lo impedisce.
Le sorrido, ma la sua visita in realtà mi sta distruggendo, perchè mi rendo conto che non potrò più stare accanto a lei e stringerla a me.
Osservo ancora meglio il suo viso distrutto da questi giorni, noto le occhiaie che ha cercato di nascondere.
Una ragazza come lei non dovrebbe mai e poi mai stare così male, non dovrebbere nemmeno entrare in una prigione.
Faccio un lungo respiro e con tutta la forza che ho le dico "Aria, tu non dovresti essere qui, non dovresti trovarti in un carcere"
"Neanche tu..." esclama lei immediatamente,
"Ma io sono costretto a stare qui dentro, tu no. Quindi te ne devi andare e non devi tornare più a trovarmi"
le dico cercando di rimanere rigido e non farle capire che in realtà la vorrei qui, di fronte a me, per sempre.

I suoi occhi si fanno sempre più lucidi "Sai che non puoi impedirmi di tornare e sai che adesso non me ne andrò"
Sì, lo so, dico tra me e mr, Aria è molto testarda e non mi darebbe mai retta, soprattutto ad un ordine del genere.

Mi carico di tutta la forza che mi è rimasta "Tu non te ne andrai, ma io sì."
Mi alzo senza pensarci troppo, per poi pronunciare le mie ultime parole "Addio Aria..." Non ho una sua risposta, ma prima di girarmi la guardo un'ultima volta.
Il suo viso è sconvolto e non dice una parola, ma quando mi avvio verso la guardia davanti alla porta, la sento urlare il mio nome "Ezra!?"
Continuo senza girarmi, perchè so che se lo farei scoppierei in lacrime.
Quando supero la soglia della porta la sento chiamarmi di nuovo, questa volta in un modo più sofferente ed inizia a sbattere una mano sul vetro per farsi sentire di più.

Torno verso la mia cella con le orecchie che mi fischiano, con le lacrime agli occhi e con la sua espressione ancora impressa nella mente, purtroppo questo sarà l'ultimo ricordo che avrò di lei.

Destini intrecciati || EzriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora