Capitolo 7

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Dopo due giorni di riposo, imposti da Simon al suo ritorno da Roma, Lauren poteva finalmente ritornare alla Casa Bianca, detestava starsene a casa senza far nulla, quello che le piaceva era l'azione, l’adrenalina, non la noia e la routine, amava vivere a duecento all'ora e questo accadeva perché amava il suo lavoro, entrare alla FBI e poi alla NSA, le aveva permesso di sentirsi utile, si sentiva orgogliosa di poter dire che, grazie al suo lavoro, il mondo era migliore e più sicuro e in quel momento lei si assicurava che il mondo fosse migliore, proteggendo un suo componente, una delle persone più importanti e potenti, sicuramente occuparsi della sorveglianza alla Casa Bianca non era così esaltante come poteva sembrare, ma quel lavoro aveva altri vantaggi per niente insignificanti, il più importante di tutti era che le permetteva di stare spesso a contatto con il Presidente del paese, Lauren sospirò al pensiero, nel momento stesso che attraversava il cancello della Casa Bianca.
 
"Ciao Ricky" disse all’agente della sicurezza che si occupava delle entrate e delle uscite all'interno del perimetro della proprietà.
 
"Buongiorno Agente Jauregui" rispose quest'ultimo sorridendole "ha trascorso un piacevole week-end?"
 
"Eccellente" rispose prima di superare la sicurezza e avanzare nel grande giardino presidenziale in direzione dello stand del caffè dello Starbucks messo a disposizione dei dipendenti.
 
Aveva trascorso tutto il fine settimana a pensare a Camila, non aveva smesso di rivivere nella sua testa quella serata in giro per la capitale italiana, ricordando ogni sorriso, ogni risata, ogni sguardo che la cubana le aveva rivolto, pensò a come si era stretta a lei sullo scooter, il corpo attaccato al suo e le braccia che l’avvolgevano, era ossessionata dalla sensazione delle sue mani che le accarezzavano la nuca mentre ballavano e dal  respiro sinuoso che si mescolava al suo quando stavano per baciarsi, sì, Lauren era stata completamente consumata da Camila Cabello durante quel fine settimana di riposo e stava per rivederla e doveva far finta che non fosse l’oggetto di un'ossessione, come se quel "baciami" non avesse mai cessato di risuonare dentro di lei come un richiamo costante che aveva ignorato, sì, era necessario che oltrepassasse quelle porte e che riprendesse in mano il suo ruolo di Capo della Sicurezza, doveva mettere da parte i suoi pensieri, le sue voglie e dimenticare l’ardente desiderio che provava per Camila, doveva ritrovare la sua professionalità, qualunque cosa fosse successa, si ripeté ordinando due caffè, erano amiche adesso, dopo la serata che avevano trascorso insieme, essendo sicura di non poter avere di più, era già felice di essere diventata sua amica, era più che sufficiente, con questo pensiero afferrò le due tazze che il barista le porse e si precipitò dentro la casa  dirigendosi verso l’ala ovest.

Arrivata al piano in cui si trovavano tutti gli uffici amministrativi, inclusi il suo e quello del Presidente, vide Normani e Ally sedute oziosamente sulle poltrone posizionate davanti allo studio di Demi la quale le osservava dalla sua postazione, con disapprovazione, quando si rese conto dell'arrivo di Lauren, Normani si alzò immediatamente e si diresse verso di lei con le braccia alzate, sfoggiando un'espressione disperata.
 
"Sei troppo gentile" esclamò tendendo la mano per afferrare uno dei caffè dalle mani della mora.
 
Ciononostante lei ritirò il braccio e indietreggiò leggermente.
 
"Non si tocca" la minacciò "non è per te"
 
"Cosa?!" Normani si indignò "chi potrà mai meritare quel caffè più di me che sto qui ad occuparmi della sorveglianza?"
 
'La persona da te sorvegliata' pensò. Ma non rispose, preferendo passare alle domande che aveva da porle.
 
"Come è andato il fine settimana?"
 
Normani fece una smorfia imbronciata prima di lasciarsi andare sulla poltrona.
 
"Bene" rispose "un po’ stancante ma bene, ci siamo annoiate un po’ con Ally"

"Mani, non m’interessa nulla del tuo fine settimana, sto parlando della sorveglianza, di lavoro, sai"
 
"Oh...Niente di particolare."
 
Lauren aspettò che le dicesse di più, ma quando capì che non ne aveva intenzione, alzò gli occhi al cielo prima di posarli su Ally interrogandola con lo sguardo, quest'ultima scosse la testa con aria divertita prima di parlare.
 
"È rimasta alla Casa Bianca per tutto il week-end" la informò "perlopiù nel suo ufficio, non l’abbiamo vista uscire, tranne quando stava andando a dormire, vale a dire alle 2 se non alle 3 del mattino"
 
"Ancora insonne" mormorò Lauren "grazie ragazze" aggiunse prima voltarsi verso Demi
 
La ragazza aveva seguito silenziosamente la loro discussione semplicemente guardandole come se fossero tutte pazze.
 
"È disponibile?" Chiese Lauren facendola sussultare.
 
"Cosa? Ah, sì" rispose ricomponendosi "è libera"

"Bene, buona giornata"
  
Gettò la sua tazza ormai vuota nel cestino sotto la scrivania di Demi, poi si diresse verso la doppia porta che conduceva allo Studio Ovale per poi bussare.
 
"Ehi" salutò entrando.
 
Camila alzò gli occhi e guardò la porta chiudersi alle spalle della mora prima che avanzasse nella sua direzione.
 
"Ehi" rispose dolcemente, riponendo nuovamente lo sguardo verso i suoi fascicoli.
 
Lauren si avvicinò alla scrivania e le sorrise calorosamente ma Camila rimase con la testa abbassata per evitare quello sguardo.
 
"Ti ho portato un caffè" disse gioiosamente, poggiando la tazza che aveva ancora in mano "ho pensato che ti avrebbe fatto bene, anche se ormai si sarà freddato"
 
Sentendo risuonare la sua risata melodiosa, Camila chiuse gli occhi per un attimo prima di riaprirli e continuare a sfogliare quei documenti, lei sapeva che le bastava alzare la testa e ammirare quello splendido sorriso di Lauren per far sì che tutti i suoi buoni propositi si perdessero in un bicchiere d’acqua.
 
"Grazie" rispose con voce fredda.
 
Il sorriso della maggiore sparì poco a poco quando notò il fare distaccato della cubana.  
 
"Tutto bene?" chiese premurosamente
 
Fece un passo avanti e si chinò sulla scrivania per poter incrociare lo sguardo di Camila.
 
"Ehi, cosa c'è che non va?"
 
Non sentendosi in grado di stare così vicino a Lauren, la minore si alzò improvvisamente e si allontanò verso il centro della stanza, scuotendo leggermente la testa prima di girarsi nuovamente verso di lei.
 
"Questo è esattamente ciò che non va" Esclamò, agitando le braccia tra loro due per indicare entrambe "tu che mi porti il caffè e mi chiedi se sto bene"
 
"Non capisco..."
 
"Non devi preoccupati per me"
 
"Questo è ciò che fa un’amic.."
 
"Tu sei il mio Capo della Sicurezza" La interruppe bruscamente "non devi preoccuparti di come mi sento, non sei tenuta a chiedermi nulla al di fuori delle cose di lavoro. È colpa mia perchè ho lasciato si creasse un ambiente informale fra di noi, cosa che non sarebbe mai dovuta accadere"
 
Uno schiaffo avrebbe avuto lo stesso effetto su Lauren che si ritrovò completamente sotto shock nel sentire quelle parole, non sapeva più cosa pensare, l’aveva lasciata due giorni prima, sorridente e spudoratamente interessata e ora la ritrovava fredda come l'Alaska, arrivando addirittura a criticare la sua mancanza di professionalità, era lei che l’aveva cercata, lei che le aveva detto di chiamarla per nome e di smettere di darle del lei dato che la considerava un’amica, era lei che aveva dato il via a quel rapporto, lei che si era mostrata più che amichevole e Lauren aveva finito per cascarci, era arrivata a lasciar cadere le sue barriere una alla volta perché pensava condividessero un legame speciale, lei stessa aveva percepito quel legame, dietro ogni sorriso, risata, sguardo che le aveva rivolto Camila, perchè erché allora veniva trattata in questo modo? Per ritrovarsi di fronte a lei e sentire una morsa al cuore, ferito dalle parole che ascoltava?
 
"Cosa stai cercando di dirmi Camila?"  Chiese infine, con voce pacata.
 
Quest’ultima la guardò per alcuni secondi in silenzio, esitando a dire quelle parole che avrebbero definitivamente cambiato le cose fra loro, infine prese un profondo respiro e si sforzò a pronunciarle
 
"Credo che dovremmo attenerci ad un rapporto strettamente professionale"
 
Lauren la osservò per interminabili secondi senza dire nulla, mantenendo lo sguardo nel suo, poi, con un cenno lento, annuì.
 
"Va bene" rispose adottando un tono neutrale e distaccato "se è questo ciò che tu..."
 
Fece una pausa prima di abbozzare un sorriso.
 
"Se è questo ciò che Lei desidera" si corresse.
 
Le parole suonarono false per entrambe, ma nessuna delle due lo ammise, si accontentarono semplicemente di guardarsi silenziosamente fino a che Lauren si decise a muoversi.
 
"Dato che non ha più bisogno di me, vado a preparare la prossima uscita" disse prima di allontanarsi verso la porta che attraversò senza esitazione.
 
Camila, mordendosi l’interno della guancia, la guardò sparire, mentre un senso di rabbia e di ingiustizia la invadeva poco a poco, sapeva che quello che aveva appena fatto era necessario per il bene del lavoro di entrambe, ma questo non le impedì di maledirsi interiormente, scosse la testa ripetendosi che da quel momento in avanti, la cosa che le restava da fare era cercare di dimenticare per una buona volta Lolo e avere a che fare solo con l'Agente Jauregui.

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