The Free World

Capitolo 9

Nervoso, questa era la parola che definiva perfettamente lo stato d'animo di Camila, stava ferma a guardarsi davanti al grande specchio del suo camerino da circa dieci minuti quando i suoi nervi si fecero sempre più tesi, la sera prima aveva si era scambiata forse il bacio più bello della sua vita con Lauren e non riusciva a smettere di pensarci, non aveva chiuso occhio per tutta la notte ripensando continuamente ad ogni carezza, ad ogni tocco che si erano scambiate e in quel momento si sentiva tesa perché stava per incontrare la maggiore per la prima volta da quando aveva lasciato il suo ufficio la sera prima, ma era una tensione positiva, come quella che provò quando apprese di essere diventata Presidentessa, era un nervosismo che la eccitava e la rendeva impaziente e ciò che era certo era che, nonostante la sua ovvia preoccupazione, non aveva che un desiderio, quello di rivedere finalmente la donna che aveva occupato la sua mente per tutta la notte, anzi, per essere onesti, era nei suoi pensieri già da diverse settimane, fu questo che spinse Camila ad uscire dalla stanza e lasciare il suo appartamento, aprì la porta che conduceva al corridoio e trovò una bella bruna che l'aspettava, ma non era quella che sperava di vedere, appoggiata con disinvoltura sulla parete di fronte a lei c'era l'agente Brooke

"Signora" la salutò Ally raggiungendola.

"Agente Brooke" rispose Camila

Si guardò intorno e non vide alcuna traccia di Lauren, riportò la sua attenzione su Ally e la guardò perplessa.

"Dov'è Lauren?" Le chiese "pensavo fosse di guardia questa mattina"

"Si, lo era" confermò Ally "ma ha dovuto incontrare all'ultimo minuto il direttore Simon, quindi ho dovuto sostituirla"

"Molto bene" rispose cercando di non mostrare la sua delusione.

"L'Agente Jauregui mi ha chiesto di darle questo" aggiunse Ally porgendole una tazza di caffè "mi ha anche detto di dirle di non buttarlo questa volta"

Camila, dopo quelle parole, ritrovò rapidamente il sorriso, Lauren non sembrava aver dimenticato ciò che era successo qualche giorno prima, quando l'aveva raggiunta nel suo ufficio per offrirle un caffè e Camila le aveva detto che non voleva che fossero più amiche, comprese che quel gesto era un modo per mostrarle che voleva dimenticare il passato ma non ciò che era accaduto la sera prima, così mentre degustava allegramente il suo caffè, Camila si diresse verso lo Studio Ovale constatando che anche se non era lì, Lauren riusciva sempre a farla sorridere

***

"Signorina Jauregui?" Sentì la voce del direttore Simon che la chiamava.

Lauren alzò gli occhi nella sua direzione notando che era accigliato, sicuramente l'uomo aveva notato che era distratta e che non aveva ascoltato con attenzione ciò che le aveva detto.

"Mi scusi" disse alzandosi leggermente dalla sedia.

"Tutto bene?" Le domandò mantenendo quell'aria sospettosa "lei sembra anni luce lontana da qui"

No, non erano anni luce ma solamente pochi chilometri, alla Casa Bianca.

"Sì" rispose lei "è solo che..."

Si interruppe, non sapendo davvero cosa dire, era nell'ufficio di Simon da più di un'ora, ad ascoltarlo parlare di tutti gli aspetti amministrativi che dovevano essere aggiornati per quanto riguardava il sistema di sorveglianza presidenziale, e l'unica cosa, l'unica persona alla quale Lauren non aveva smesso di pensare era Camila Cabello

"Si è mai lanciato con il paracadute?" Chiese infine dopo qualche secondo.

"Come scusi?"

"Si è mai lanciato con il paracadute?" ripetè "conosce quella sensazione che si prova quando si è in caduta libera? Quella sensazione vertiginosa di adrenalina che ti travolge completamente in quel minuto in cui si ha l'impressione di volare? Quel minuto durante il quale ci si disconnette e ci si dimentica del mondo che ci circonda, ci si dimentica la paura che si aveva qualche secondo prima di saltare..."